VEDOVE BIANCHE DI TREVOR SCHEGGE NERE DI HIGHSMITH di Masolino D'amico

VEDOVE BIANCHE DI TREVOR SCHEGGE NERE DI HIGHSMITH VEDOVE BIANCHE DI TREVOR SCHEGGE NERE DI HIGHSMITH NOTIZIE DALL'IRLANDA William Trevor Guanda pp. 272, L. 26.000 SCHEGGE DI VETRO Patricia Highsmith Bompiani pp. 210, L. 26.000 N Italia gh editori preferiscono notoriamente stampare romanzi che raccolte di racconti, così come gh impresari teatrali detestano le serate di atti unici, arrivando magari a far serata intera presentando un atto unico gonfiato fino a durare il doppio; allo stesso modo si spacciano talvolta per romanzi, racconti stampati larghi in un minilibro. La tendenza non è un'esclusiva del nostro Paese, ma qui può apparire meno giustificata che altrove, in quanto come si sa la nostra tradizione genuina, da Boccaccio a Pirandello, è nella misura breve, mentre i grandi autori di narrazioni fluviali sono sempre stati rarissimi; non per nulla anche nel cinema fummo praticamente gli inventori, nei beati Anni Cinquanta e Sessanta, dell'allora fortunato filone dei film a sketch. Tutto questo per dire che non dovremmo esitare a frequentare, quando capitano, anche le «short stories». Dell'irlandese William Trevor erano stati importati finora due o tre romanzi, ammirevoli ptma non trascendentali: ma Trevor nel mondo di lingua inglese è noto soprattutto come autore di racconti, ed era tempo che se ne traducessero un po'. I tredici che la Guanda ha scelto adesso dall'edizione più o meno completa nei Penguin - e raccolti sotto il titolo Notizie dall'Irlanda, nella traduzione di Laura Pignatti - sono una degna presentazione. Circoscritti alla verde isola, in un passato più o meno vicino, spaziano in vari ambienti sociali e dalla città alla campagna, e hanno in comune un fondo amarognolo, in quanto sono di solito storie di rapporti che finiscono male - un padre che tenta invano di andare d'accordo con la figlia, rivelazioni di antichi tradimenti, la frustrazione di una ragazzetta impossibilitata ad avere un corteggiatore decente data la ristrettezza demondo in cui vive. Non c'è nessuna ricerca di folklore locale, e anzi, nel più originale di tutt(«Vedove bianche»; un capolavoro) i personaggi sono inglesi in vacanza in un pittoresco piccolo villaggio rinomato per la pesca. Qui il direttore di un collegio passa da sempre un mese di vacanza con la moglie, ma stavolta ha la sgradita sorpresa di trovare tutto cambiato, e per il peggio, nell'alberghino di cui era cliente abituale, dove per combinazione capita anche un suo ex allievo prediletto che ha scelto per la sua luna di miele il posto tanto decantato daU'ammirato professore. Gh sviluppi di questa situazione potrebbero essere invidiati dal miglior Rohmer, ma attenzione, le doti che qui scintillano - ironia sommessa, pietà umana, penetrazione psicologica, imprevedibilità ma mai stravaganza -degli sbocchi, magistrale descrizione dei luoghi con pochissimi tratti - sono presenti con maggiore o minore evidenza anche in tutti gli altri pezzi. Con Patricia Highsmith abbiamo un caso diverso, quello di una autrice che dà il meglio nella misura più estesa. La Highsmith è una eccelsa giallista per intellettuali, e il giallista è colui che privilegia il meccanismo; come nelle barzellette, non deve perdere tempo a spiegare troppo i suoi personaggi, che devono restare stereotipi. Non c'è quindi, né deve esserci, troppa ricerca di sfumature dietro il comportamento degli individui. Ovviamente uso il termine di giallista in senso approssimativo: dei dodici racconti riuniti in Schegge di vetro, nella traduzione di Enrico Grappali, solo alcuni hanno una sorpresa finale sul se e sul come l'assassino sarà assicurato alla giustizia; quasi tutti però presentano episodi di disagio, spesso urbano, con cittadini terrorizzati dai teppisti magari fino al punto di diventare omicidi a loro volta, per eccesso di difesa o per reazione isterica. A volte il disagio è impalpabile, ma le cupe previsioni non formulate si avverano - il bambino annegherà nello stagno, o inghiottirà il nembutal zuccherato caduto in terra; a volte il Male esercita una strana e irresistibile attrazione, su distinti signori cui capita l'occasione di vendicarsi di torti antichissimi, o sul giovane commesso che passa tutto il suo tempo libero nel Museo degli Orrori. Parte di ciò appare superficiale, soprattutto se messa accanto, come ingiustamente ho appena fatto, a un maestro come Trevor; ma anche queste rapide immersioni nell'inquietudine possono servire a riconciliarci col genere del racconto, e a far trascorrere gh ultimi scampoli della vacanza. Masolino d'Amico NOTIZIE DALL'IRLANDA William Trevor Guanda pp. 272, L. 26.000 SCHEGGE DI VETRO Patricia Highsmith Bompiani pp. 210, L. 26.000

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