«Carabinieri diventati solo messi»
«Carabinieri diventati solo messi» L'Arma protesta «Carabinieri diventati solo messi» «Siamo carabinieri, non messi notificatori». C'è amarezza fra gli uomini della Sezione Catturandi del Nucleo Operativo di Torino: una dozzina di militari scelti, esperti, pronti ad ogni evenienza. Sono gli uomini che, sino a due mesi fa, garantivano anche 30-40 arresti al mese, 400 all'anno. Portavano in galera soprattutto delinquenti ormai «timbrati» da sentenze definitive, al termine di iter processuali che a volte duravano anni. Ma dal giugno scorso il loro «rendimento» è paurosamente calato: in tre mesi gli arresti sono stati solo due. Crisi del reparto? Crollo della criminalità? Nient'affatto: è diventata operativa la legge 165 del 27 maggio '98, più nota come legge Simeone. La nuova normativa consente, a chi deve scontare pene inferiori ai 3 anni (che sono la grandissima parte), di richiedere una misura alternativa al carcere, di solito gli arresti domiciliari, ancor prima dell'arresto. E, proprio per consentire al condannato di esercitare questo diritto, gli va solo notificata l'emissione dell'ordine di custodia cautelare, che non va quindi più eseguito. L'effetto sta nei numeri: se negli ultimi mesi gli arresti compiuti dagli uomini della «catturandi» sono stati solo due, le notifiche richieste dall'autorità giudiziaria (che, sino in primavera, sarebbero stati altrettanti arresti) sono state addirittura 55. I militari sono molto perplessi: «Ci addestriamo a pedinare la gente, a compiere inseguimenti in auto, a mantenere un'altissima efficienza fisica, a sparare con millimetrica precisione, nonché a studiare tutte le variabili per individuare ed ammanettare le persone. Ed adesso ci chiedono di compiere quasi esclusivamente notifiche. Qui c'è qualcosa che non va». La drastica diminuzione degli arresti è stata registrata anche dagli ufficiali dell'Arma. Il tenente colonnello Vincenzo Gattrigrisi, comandante del Reparto Operativo, conferma la situazione: «La sezione catturandi dà corso alle ordinanze che ci arrivano dall'autorità giudiziaria. Prima prevedevano le manette, adesso è una semplice notifica. A noi tocca soltanto eseguire». A restare fuori, favoriti dalla possibilità dei ricorsi, sono soprattutto ladri, scippatori, truffatori, piccoli spacciatori. Gente che anima quella che è comunemente definita «microcriminalità». Con il rischio che la lentezza della giustizia possa consentire loro ancora un lungo periodo di libertà (e, forse, anche di attività criminale), prima dell'inizio della detenzione domiciliare o delle altre misure alternative al carcere. Concretando così un meccanismo giuridico che il giudice di sorveglianza Mario Vaudano ha già avuto modo di definire «una remissione di pena mascherata, e nemmeno troppo». [a. con.)
Persone citate: Mario Vaudano, Vincenzo Gattrigrisi
Luoghi citati: Torino
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