«Sto per partorire», il taxi la rifiuta

«Sto per partorire», il taxi la rifiuta Egiziana ricoverata al Sant'Anna, morto il piccolo: l'autopsia dirà se si poteva salvare «Sto per partorire», il taxi la rifiuta «Non la faccio salire perché mi sporca l'auto» «Una vettura di media cilindrata, probabilmente una Marea». La polizia cerca il taxista che giovedì mattina si è rifiutato di portare in ospedale Monah Aemr, l'egiziana di 28 anni colta improvvisamente dalle doglie nella sua casa di corso Marconi 23: per questo ritardo nei soccorsi la donna avrebbe perso il bambino, il suo primogenito. Monah Aemr era sola, quando si è sentita male. E' scesa a chiedere aiuto in un negozio sotto casa, dove Karim Medane, uno dei proprietari, anziché chiamare il «118» e aspettare l'arrivo dei medici, ha accompagnato la donna al vicino posteggio dei taxi, in corso Mai-coni angolo via Madama Cristina. «E qui - denuncia il marito di Monah Aemr, Salah - il taxista ha fatto scendere mia moglie dall'auto perché cominciava a perdere sangue: "Vattene, mi sporchi i sedili"». Dopo di lui, anche un altro taxista si sarebbe rifiutato di accompagnare l'egiziana al pronto soccorso: «Non tocca a me, è di turno il collega davanti...». La Aemr resta ricoverata nel reparto di rianimazione del Sant'Anna, dove i medici - dopo il taglio cesareo necessario a estrarre il feto morto - adesso temono una complicazione polmonare e il rischio di infezioni. Poteva essere salvato, quel bimbo in grembo? Si sarebbe chiamato Akram, che in arabo significa «il più generoso». O il rifiuto del taxista di accompagnare la donna in ospedale è stato davvero la sua condanna a morte? Evelina Gollo, aiuto primario nel reparto di rianimazione, spiega: «La Aemr ha avuto un distacco della placenta. Il sangue ossigenato che garantisce la sopravvivenza del feto, cioè, non è più arrivato al bambino, che è soffocato». «Il distacco della placenta - precisa però la dottoressa - può avere avvisaglie, piccole perdite di sangue, durante le quali il feto si può ancora salvare. Ma la signora Aemr, quando è andata alla ricerca di un taxi, aveva già un'emorragia in coi so: le perdite erano vistose, il distacco già certamente avvenuto, e in queste condizioni il tempo di sopravvivenza del feto non supera i 3 minuti». Da corso Marconi all'ospedale Sant'Anna occorrono almeno 10 minuti d'auto. Dieci minuti che avrebbero forse potuto significare una vita. Sul caso è esplosa immediata la polemica: «Una conseguenza del clima di tensione e paura che caratterizza Torino», tuona Raffaele Costa, leader dell'opposizione in Comune. «Se i fatti raccontati sono veri - prosegue -, siamo davanti a un gesto di inciviltà e di assurdo egoismo, estraneo al costume dei tassisti torinesi». «Profonda indifferenza verso il bisogno di una persona», è invece la «sola» accusa che lancia il sindaco Valentino Castellani, decisamente più pacato nella sua reazione. «Puro razzismo», si sente ripetere a San Salvario, cuore straniero di Torino: «Se fosse stata un'italiana a chiedere aiuto a un taxista, questo dramma non sarebbe successo. Deve essere fatta giustizia, perché tragedie simili non si ripetano». E i taxisti? Silenzio alla centrale del 5730. Piero Bestente, presidente della cooperativa, si limita a commentare: «Se dovremo rispondere di qualche accusa, lo faremo all'autorità giudiziaria». Parlano però gli autisti fermi alla stazione di Porta Nuova: «Quella donna doveva essere portata in ospedale ad ogni costo - è il parere di Gianfranco Medicini - , Il nostro collega ha sbagliato». «Umanamente - interviene Gino Palombo - è tremendo quanto è accaduto. Ma forse questa è anche la conseguenza delle condizioni in cui lavoriamo». D'accordo soccorrere i feriti, ma i taxisti ricordano un fatto analogo, accaduto anni fa: «Un collega ha caricato in auto un ragazzo investito, che è morto durante il tragitto. Quel collega ha vissuto l'inferno: dopo avergli sequestrato l'auto gli hanno persino chiesto se era sicuro di non essere stato lui a investirlo. La legge deve essere più chiara, deve dirci come dobbiamo comportarci in caso di emergenza, per non finire comunque nei guai». Marco Accossato L'episodio è accaduto in corso Marconi Denunciato l'uomo che adesso rischia l'incriminazione per omissione di soccorso Ma è sparito Salah Aemr è il marito della donna che ha perso il bimbo. Denuncia: «Un primo tassista ha fatto scendere mia moglie perché diceva che il sangue sporcava i sedili dell'auto. S'è rivolta a un altro tassiata, ma anche lui s'è rifiutato di soccorrerla»

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