Le Borse sfidano la crisi russa
Le Borse sfidano la crisi russa Riaprono i mercati dopo una settimana in trincea. Fa paura il «no» di Ziuganov Le Borse sfidano la crisi russa GÌ al lavoro. Tokyo chiede un vertice per l'Asia MILANO. Non sarà un risveglio sereno, quello di oggi per l'Europa degli affari. Che cercherà, negli andamenti delle valute e delle Borse dell'Estremo Oriente la prima bussola su cui orientarsi. Ammesso che gli uomini di business siano poi andati veramente a dormire, o non abbiano invece preferito attaccarsi a Internet o alla Cnn per seguire in tempo reale l'evolversi della situazione. Sarà ancora Orso sui mercati? E che tipo di Orso? Infuriato o reso più mite dalle battaglie della scorsa settimana? Potrebbe, in teoria, essere anche Toro, o forse non proprio Toro ma una via di mezzo, un Bufalo domestico. I mercati sono strani, imperscrutabili animali, piccole cose possono cambiare la direzione dei loro venti. E nel week end appena trascorso, alcune cose sono successe. Le intese sul nuovo governo di Mosca sembravano reggere, ma poi il leader comunista Ghennady Ziuganov ha deciso di respingere il patto politico sulla riforma costituzionale già coordinato con il Cremlino: è un brutto segno. Per contro, il presidente del G7, Tony Blair, ha lavorato come un matto, e un portavoce di Downing Street ha fatto sapere che i leader del G7 sono convinti «che è interesse di tutti che la Russia esca dalla crisi e che, a tal fine, prosegua sulla via delle riforme». Per far sì che le riforme non si arrestino, ossia che la Mosca non si riscopra sovietica, il cancelliere Kohl ha telefonato al presidente russo, mentre il suo ministro delle Finanze, Theo Waigel, ha dichiarato di non poter nemmeno «immaginare che la Russia torni indietro ad una economia pianificata». Precisando che, comunque, la crisi russa non metterà in pericolo il bilancio tedesco, dal momento che il nuovo governo ha dichiarato di «voler servire il debito estero pur ristrutturando i titoli di stato» . Meno ottimisti i banchieri della Republica Federale. Il loro presidente, Martin Kohlhaussen, si è detto preoccupato per la «corsa» dei creditori americani verso Mosca, finalizzata a ottenere condizioni preferenziali nel ripianamento del debito. Insomma, in Europa gli uomini di governo si sono dati da fare per lanciare messaggi che, bene o male, dovrebbero raffreddare la febbre da cavallo dei listini riportando un minimo di calma. E dunque non è impossibile che, in attesa del voto al governo Cernomyrdin e della visita di Bill Clinton a Mosca, le piazze europee ritrovino un passo più equilibrato. Confortate dal fatto che il crollo dei prezzi dei giorni scorsi è stato così ampio da rendere di nuovi «interessanti» certi titoli che avevano raggiunto valori molto elevati. Certo, passata la crisi russa, potrebbe riacutizzarsi quella del Pacifico. Ieri, a Tokyo, il direttore della Agenzia per la pianificazione economica Taichi Sakaya ha proposto un summit tra i sette principali Paesi industrializzati, da fissarsi dopo l'incontro di settembre tra il premier Keizo Obuchi e il presidente degli Stati Uniti. Necessario, a suo dire, per tamponare il caos che sta flagellando i mer- cati finanziari del mondo. In settimana, per la precisione giovedì, il presidente del Fondo Monetario, Michel Camdessus, incontrerà i ministri delle Finanze dei Paesi dell'America Latina, altra area attanagliata da gravi problemi di recessione, mentre in Austalia il primo ministro John Howard ha indetto elezioni anticipate per il 3 ottobre, prima di essere travolto dagli effetti negativi della crisi asiatica, che ha recentemente indebolito la Borsa e il dollaro australiano. Serviranno tutte queste mosse a mettere un po' più tranquilli i listini della Vecchia Europa? In teoria dovrebbero, visto che le monete della Cee tengono e le economie godono nel complesso buona salute. Certo la speculazione è in ag¬ guato, ed è più che mai all'attacco perchè è proprio nei grandi ribassi che si fanno i più incredibili guadagni. D'altra parte, però, la bassa inflazione e un trend in discesa del costo del danaro non offrono al risparmiatore molte alternative. Sicuramente in questi giorni qualcuno si è pentito di avere abbandonato i Bot. Pentimento comprensibile. Ma costui non dovrebbe dimenticare che, rispetto ai livelli di gennaio, le Borse europee sono ancora tutte largamente positive, eccezion fatta per Copenhagen (-3,17%) e, ovviamente, per Mosca (-83%). Malgrado i ridimensionamenti, Milano è ancora in vantaggio del 28% e, dopo Atene e Helsinki, è al terzo posto per guadagni, davanti a Parigi, Francoforte e Londra. [v. s.] ls^^BlJ£2ì^s3 rTyA||/giONi negatìveT] lunedì 27/07/81 +8,90 | 1 1 giovedì 29/05/86 -9,80 1 J&66G6BG6SG&6SSSSS&0S&e$6 mercoledì 24/06/81 +8,62 I 2 | lunedì 09/06/86 -9,13 xs&sa&sessssss^^ «fissasi MMMHWMMP»^^ mercoledì 15/07/81 + 7,27 1 3 | martedì 28/06/83 -8,39 lunedì 20/10/80 +7,14 I 4 1 martedì 28/10/97 -8,13 venerdì ^{^^^^r^^J jjjj lunedì 22/05/81 -7,92 mercoledì 29/10/97 +6,41 | 6 § martedì 16/06/81 -7,74 mercoledì 19/1 1/80 +6,34 I 7 1 venerdì 07/11/80 -7,70 martedì 28/07/81 +6,29 li 8 § martedì 17/06/75 -7,29 lunedì l?!f!l!lL*É'lF.ì ?,3.Iunedì 19/08/91 -y#27 17/03/86 +5,95 |10| lunedi 16/10/89 -7,11 LUNEDI' MARTEDI' MERCOLEDI' GIOVEDI' VENERDJ" 24 agosto 25 agosto 26 agosco 27 agosto 28 agosto IL GUINNESS DEL LISTINO ITALIANO [Le prime dieci variazioni positive e negative f del Mib Storico dal 1975 - Dati in percentuale] s^^Blì^s3 r
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