Scompare imprenditore E' mistero di Fabio Pozzo

Scompare imprenditore E' mistero A Varazze Scompare imprenditore E' mistero VARAZZE. In casa ha lasciato detto che andava a Genova per lavoro. Era martedì. Da allora, il silenzio. Adesso lo cercano i carabinieri. E' un imprenditore savonese, si chiama Vincenzo Sguerso, ha 48 anni. Vive a Varazze, con la moglie Marisa. E' stata proprio lei a lanciare l'allarme. «Mi telefona anche quattro volte al giorno, quando è fuori casa. Martedì è uscito e non l'ho più sentito. Temo il peggio», è quanto ha detto al maresciallo Renato Zeppa, comandante della stazione di Varazze. Una denuncia di scomparsa è stata presentata anche alla questura di Genova. Un nome conosciuto a Savona, quello di Sguerso. C'è chi lo ricorda per un progetto che avrebbe trasformato lo scheletro del vecchio ospedale San Paolo in un centro commerciale e direzionale. Sguerso diceva di rappresentare una cordata di finanziatori tedeschi. Poi non se n'era fatto nulla, anche perché sull'immobile giace ancora oggi irrisolto un contenzioso Comune-Asl per la proprietà. L'impenditore è rimasto invischiato anche nelle cronache giudiziarie. Nel '94 pra stato arrestato nell'ambito di un'inchiesta avviata dalla procura di Padova e proseguita da quella di Savona, incentrata su una presunta ricettazione di titoli di credito. Il processo è ancora in corso. Sguerso è accusato di ricettazione, assieme ad un altro savonese e due veneti, per il possesso di titoli del Credito Sportivo per centinaia di milioni, risultati rubati a Roma, e che erano stati portati all'incasso presso un istituto di credito di Bolzano. Proprio da questa scoperta erano scaturiti altri filoni d'indagine, altri arresti, che avevano portato i magistrati in tutt'Europa. Erano state scoperte due organizzazioni criminose, una che tentava di riciclare in un istituto di credito viennese titoli obbligazionari per un miliardo; l'altra che cercava di smerciare in alcune banche toscane certificati di credito falsificati. La magistratura aveva sequestrato fortune. Dieci miliardi di certificati di deposito del Banco di Roma; un miliardo di certificati obbligazionari del Credito Sportivo, 80 milioni di Cct falsificati. Ma il business, secondo alcune ipotesi, sarebbe ben più consistente: si paria addirittura di migliaia di miliardi. Quelli che dovevano sortire da un «giro» internazionale di riciclaggio di titoli contraffatti. Una vicenda degna di una «spy story». Un faccendiere inglese avrebbe parlato ai magistrati di mediatori inglesi, a cui sarebbe spettato il 40% sull'incasso dei falsi titoli, e di loro soci italiani. Questi ultimi, a suo dire, militari. Non basta. Un altro testimone avrebbe raccontato che i certificati di deposito sarebbero stati fatti uscire dall'Italia via Trieste, e ci sarebbero tornati grazie alla mediazione di servizi segreti dell'Est. E sarebbe emerso anche un presunto traffico internazionale di plutonio. Rivelazioni contenute in un fascicolo che dalla procura di Savona è finito a quella romana. Fabio Pozzo

Persone citate: Renato Zeppa, Sguerso, Vincenzo Sguerso