Più circo che Parlamento

Più circo che Parlamento Più circo che Parlamento La Duma tra intrighi, business e risse IL FANTASMA DELLA DEMOCRAZIA MOSCA NOSTRO SERVIZIO Chi ci lavora dice che ha una brutta «aura» e che non ci si può rimanere a lungo. Il palazzone grigio della Duma, con i suoi corridoi lunghissimi, con le sue porte massicce e le balaustre delle scale ancora decorate di stelle e falci e martello è in effetti un po' opprimente. Ma questo strano edificio dove circolano impiegate ossigenate di taglia extralarge ed esponenti di minoranze politiche, è diventato all'improvviso il vero centro del potere in Russia. E' qui che gli uomini del governo e del Cremlino vengono a negoziare, in un complesso intrecciarsi di segnali politici: stavolta è la montagna che va da Maometto. Ed è qui che potrebbe spostarsi una buona fetta dei poteri di Boris Eltsin se la presidenza accetterà le condizioni dell'offensiva della Duma. Se gli accordi preparati dai deputati insieme a Viktor Cernomyrdin verranno approvati dal Cremlino, la Russia da una repubblica di presidenzialismo assoluto diventerà un sistema quasi parlamentare. Proprio quello che zar Boris voleva evitare facendo approvare una Costituzione che consegnava tutto il potere al presidente, concedendo alla Duma solo due competenze chiave: l'approvazione in carica del premier e la stesura del bilancio dello Stato. Un sistema criticato ferocemente dall'opposizione democratica, che però è diventato una valvola di sicurezza quando la Russia ha fatto vincere nelle elezioni parlamentari del '93 l'ultranazionalista Vladimir Zhirinovskij e, in quelle del '95, i nazional-comunisti di Ghennadij Ziuganov. Non è chiaro però come riuscirà la Duma a gestire il potere che si ritroverà all'improvviso tra le mani. I deputati nella loro frustrazione si sono però già abituati al loro ruolo subordinato. Perfino gli stipendi dei deputati vengono pagati dalla presidenza. Ogni tanto i leader dei gruppi parlamentari venivano convocati al Cremlino per sentire dal presidente minacce o, più rara- mente, promesse. E qualche mese fa la camera bassa era rimasta estremamente eccitata dal fatto che, a uno di questi incontri, il presidente russo - per la prima volta - aveva deciso di offrire ai deputati un po' di tè, gesto considerato come una svolta nel rapporto di zar Boris con il Parlamento. La Duma viene solitamente definita come «dominata dal pc e dai suoi alleati». Ma i 450 deputati - eletti per metà con le liste di partito e per l'altra in circoscrizioni uninominali con voto maggioritario - sono il gruppo più eterogeneo e variopinto che si possa immaginare. Un modello della Russia in piccolo, con tutte le contraddizioni, le illusioni e le speranze di quei 100 milioni che l'hanno eletta. C'è un abisso tra i giovani eco- nomisti liberali che fanno capo a Grigòrij Javlinskij e il deputato comunista Shandybin, un ex tranviere famoso in tutto il Paese per la sua crociata contro l'educazione sessuale. E poi c'è tutto l'esercito di deputati indipendenti, che comprende personaggi così diversi come l'ex dissidente Serghej Kovaliov e l'ex capo dei pretoriani di Eltsin Alexandr Korzhakov, come Iosif Kobzon, il «Sinatra russo» che ha conquistato un seggio alla Duma per difendersi contro le accuse di essere un boss della mafia. E non è l'unico. L'immunità parlamentare è un privilegio che molti ambigui «businessman» sono pronti a pagare. Alle elezioni del '95 Vladimir Zhirinovskij ha messo in vendita posti nella sua lista a prezzi che andavano da 100 mila a un milione di dollari. E la professione con il più alto indice di mortalità nella Russia moderna è l'assistente del deputito: in un anno ne sono stati uccisi una quindicina, quasi tutti affiliati al partito «liberal-democratico» di Zhirinovskij e quasi tutti noti più negli ambienti criminali che in quelli politici. Disprezzata dai suoi stessi elettori come un «circo», la Duma in effetti è ancora lontana dall'idea di un Parlamento «vero». Poca o nessuna disciplina, personaggi stravaganti, scandali permanenti come risse in aula specialità di Vladimir Zhirinovskij, famoso per aver aggredito nello stesso giorno un prete e una donna - non contribuiscono ad accrescere la reputazione del potere legislativo. Il quale è per giunta da anni sotto il tiro della stampa che accusa i deputati di godere di privilegi regali. In realtà lo stipendio di un parlamentare raggiunge appena i due milioni di lire. Il vero giro d'affari avviene sotto banco, nelle trattative con il governo e con le lobbies industriali e finanziarie. La Duma può essere ancora un protoparlamento, ma è nei suoi corridoi che si incrociano gli interessi, si comprano e si vendono voti, si chiedono e si ottengono favori, poltrone e soldi. Anna Zafesova Il palazzone grigio con ancora la falce e il martello sulle balaustre è diventato improvvisamente il vero centro del potere della Repubblica Tramano negli stessi corridoi celebri cantanti e giovani liberali, ex tranvieri comunisti, vecchi dissidenti ed ex pretoriani del Cremlino IL PATTO DIFFICILE Questi i quattro punti chiave dell'accordo in discussione tra Duma, Cernomyrdin e Eltisn: 1 Per il tempo che gli resta del suo mandato - fino al dicembre del 1999 - il Parlamento si asterrà dallo sfiduciare il governo o dal cercare di mettere sotto stato di accusa il Presidente. Il presidente Eltsin, da parte sua, non eserciterà il suo potere di scioglimento delle Camere prima di allora. Il primo ministro si consulterà con il Parlamento per la scelta dei ministri ma resta a Eltsin il diritto esclusivo di designare il primo ministro e di nominare i titolari dei ministeri «forti»: Difesa, Sicurezza e Esteri. Spetterà al Parlamento approvare nomine e destituzione degli altri ministri. La legge sui mezzi di informazione sarà modificata per aumentare il controllo del Parlamento su radio e televisione di Stato, finora dipendenti direttamente dal Cremlino. Il Parlamento si impegna a dare priorità ai provvedimenti anti-crisi del governo.

Luoghi citati: Grigòrij Javlinskij, Mosca, Russia