Lo sgambetto di Ziuganov: voto contro

Lo sgambetto di Ziuganov: voto contro La situazione politica ripiomba nel caos mentre arriva il Presidente Usa e riaprono i mercati Lo sgambetto di Ziuganov: voto contro Salta all'ultimo minuto Usi a Cernomyrdin MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE L'unica cosa chiara emersa dagli incontri di ieri - almeno da quelli di cui si sa - tra i quattro protagonisti del negoziato (armninistrazione presidenziale, premier, Duma, Consiglio della Federazione) è che Eltsin verrà messo più o meno pacificamente fuori dal gioco politico. Come, con quali modalità concrete, quanta parte del potere gli verrà tolto, sono tutte cose da definire. Così come resta da vedere come exzar Boris ingoierà la pasticca. E se gli resteranno lo spazio e il tempo di sputarla fuori ancora una volta lasciando tutti di stucco. Ieri sera, nonostante Cernomyrdin e i suoi ostentassero un risultato «quasi» raggiunto, tutto era ancora in alto mare. Intervistati da Roghi, la popolare trasmissione televisiva di Kiselov, tutti i leader delle frazioni della Duma, a cominciare dal più importante, Ziuganov, hanno dichiarato che non voteranno Cernomyrdin. Chi, forse, per tattica; chi perché - come Grigòrij Javlinskij - considera questa trattativa come senza senso e senza prospettiva. Da quanto è trapelato il documento che ieri sera è stato inviato a Eltsin prevede quattro capitoli principali. Alcuni dei quali molto fumosi e vaghi. Il primo dice che, «entro un mese», una commissione quadripartita, composta dai protagonisti di cui sopra, deciderà le modifiche costituzionali per allargare i poteri del Parlamento, quelli del governo e la stabilità di quest'ultimo. Dal che si deduce che l'intesa potrà essere rimessa in discussione a ogni pie sospinto. Anche perché attorno al tavolo non ci sono in realtà quattro poteri bensì almeno dieci interlocutori, essendo sette le frazioni della Duma. Se poi si aggiungono le possenti spinte, diversificate e contrastanti, degli oligarchi, e quella, più possente di tutte, che viene dai mercati mon¬ diali, si vedrà bene che nessun risultato può ancora considerarsi definitivo. D secondo capitolo del documento prevederebbe la ridefinizione dei criteri sulla formazione del governo. In particolare se il presidente abbia il diritto di ripresentare alla Duma tre volte di seguito la stessa candidatura a premier (com'è avvenuto finora), imponendo sostanzialmente chi voleva, oppure se - in caso di bocciatura del primo candidato - egli sia vincolato a presentarne una diversa ed infine una terza candidatura. Ma in questo secondo capitolo emerge soprattutto che il presidente non formerà più il governo. Questo potere passerebbe quasi totalmente nelle mani del premier e del controllo parlamentare, mentre a Eltsin resterebbe la prerogativa di nominare i cosiddetti «ministri della forza» (Interni, Difesa, Sicurezza) e il ministro degli Esteri. Linea di confine che Eltsin, preoccupato per il suo futuro personale, non ha voluto varcare. Perlomeno non lo hanno varcato i suoi rappresentanti al negoziato. Sul resto si vedrà questa notte. Il portavoce presidenziale, Kotenkov, ha messo ieri sera le mani avanti: «Non posso dire come reagirà Boris Nikolaevic. Dico solo che, se c'è qualcuno che pensa che sarà una decisione facile, si sbaglia». Il terzo capitolo dice, questa volta in termini un po' più chiari, che 0 presidente Eltsin non potrà più licenziare il nuovo governo fino alla fine del mandato. E la Duma, a sua volta, si impegnerebbe a non votare la sfiducia al governo fino al 2000. Cioè si legherebbe in anticipo le mani. E questo sembra davvero poco credibile: che, cioè, i comunisti offrano a Cernomyrdin un'assicurazione sulla vita (politica) di ben 18 mesi, senza avere in cambio nient'altro che qualche ministro. E in assenza di ogni chiarimento sulla linea di politica economica che Cernomyrdin vorrebbe seguire. Salire sulla barca del premier designato da Eltsin, in queste condizioni, con la catastrofe che incombe, sembra un sacrificio che Ziuganov e compagni non sono disposti a fare. Anche perché un sondaggio telefonico, in corso durante la trasmissione, diceva ieri sera che il 90 per cento degli spettatori (che telefonavano a decine di migliaia) dichiaravano di non avere nessima fiducia in Cernomyrdin. Dunque un presidente col 2 per cento dei consensi e un premier de¬ signato che il Paese seppellisce prima ancora che sia confermato. Dunque, anche se stamane Eltsin rispondesse ok al suo pensionamento di fatto, le probabilità che Cernomyrdin esca premier dal primo voto della Duma sono al lumicino. Il che significa che Clinton arriverà a Mosca con l'amico Boris meno che dimezzato. L'accordo prevedeva in cambio della fiducia drastiche limitazioni dei poteri di Eltsin e diciotto mesi di situazione bloccata in attesa della riforma costituzionale o a presenne una ter questo sesoprattutto merà più il passerebbe mani del parlamensterebbe la i cosiddeta» (Interni, ministro define che El suo futuro to varcare. o varcato i negoziato. ta notte. Il , Kotenkov, ani avanti: eagirà Boris L'accordo prevedeva in cambio della fiducia drastiche limitazioni dei poteri di Eltsin e diciotto mesi di situazione bloccata in attesa della riforma costituzionale Il leader dei comunisti

Luoghi citati: Mosca, Usa