«La Finanziaria non basterà Altra manovra in primavera»

«La Finanziaria non basterà Altra manovra in primavera» «La Finanziaria non basterà Altra manovra in primavera» L'ECONOMISTA DEL POLO FINANZARIA '99 «bocciata», prima ancora di essere scritta. Antonio Marzano, responsabile economico di Forza Italia e ordinario di politica economica all'Università La Sapienza, indica il pollice verso del Polo nei confronti della manovra che Prodi si accinge a presentare: «E' possibile che sia di 13 mila miliardi o poco più. Ma noi temiamo che, in queste condizioni, a primavera ci troveremo di fronte ad una nuova manovra correttiva». Pessimismo preventivo? Su cosa basa un'analisi così nera? ((Anzitutto, è ben difficile che il tasso di sviluppo dell'economia previsto dal governo si possa realizzare. Sono in molti a dubitare del 2,5 per cento; e ci sono previsioni autorevoli e dubbi accreditati che ipotizzano un tasso sotto al 2». Per via delle crisi nel mondo? «No. Tale riduzione è indipendente dai fatti di questi giorni. Semmai, la turbolenza internazionale è un secondo motivo di apprensione. E ha ben tre epicentri: l'Asia, la Russia e l'America Latina». Al momento, gli effetti sull'Occidente paiono tutti da vedere. «Gli effetti finanziari sono quelb che preoccupano di meno. L'Occidente lia abbondanza di liquidità e i mercati possono risollevarsi. Invece, possono essere gravi le influenze sull'economia reale». In che senso? «La caduta del potere d'acquisto dei Paesi asiatici, della Russia e del Sud America può incidere sulle esportazioni dell'Occidente e, dunque, sul suo pil complessivo. Credo succederà a cavallo tra il '98 e il '99. E avrà ripercussioni anche sulla finanza pubblica, per via del minor gettito fiscale. Già adesso, la previsione e di meno 5 o 7 mila miliardi». In parte, gli effetti di minor gettito potranno essere compensati da una riduzione dei tassi di interesse. Non crede? «E' una mera ipotesi. Noi pensiamo che prevarranno gli effetti negativi. Già oggi siamo incerti del gettito complessive Irap, a dimostrazione che in un anno così cruciale com'era quello dell'ingresso dell'Italia nella moneta europea non valeva la pena introdurre un'imposta a rischio». A proposito di Europa. Se le cose vanno meno bene del previsto, pensa sia a rischio il previsto rimborso di una quota dell'eurotassa? «Quel rimborso è sempre a rischio... Ma può darsi che, di fronte all'impegno assunto, la restituzione avvenga davvero. Salvo poi tornare a prelevare con l'altra mano». Torniamo alla Finanziaria. Perché le prime ipotesi del governo non le sorridono? «Perché non potrà essere una Finanziaria per lo sviluppo. A maggior ragione se sarà seguita dagli aggiusta- menti di primavera. Ci risulta che la spesa sanitaria ha ripreso la sua corsa; la condizione del sistema pensionistico è ben nota; vi sono alcuni buchi neri in settori come poste e Poligrafico; infine, la spesa per i dipendenti pubbUci supera il tasso di inflazione al quale doveva essere ancorata. Per una politica di sviluppo, ci vuole un maggiore controllo della spesa pubbhca, in modo di liberare risorse da destinare alla riduzione della pressione fiscale e a investimenti strutturali. Non per tornare a una pohtica keynesiana, come sembra suggerire Modigliani, ma per avviare una politica dell'offerta, fortemente selettiva». Ciampi ha annunciato un patto sociale, D'Alema ha condiviso. Che ne dite voi del Polo? «Mi pare di capire che si basi su uno scambio fra maggiore flessibilità sul mercato del lavoro e uno strano impegno da parte delle imprese a mantenere stabili i profitti unitari. E questo non ci piace; così come diciamo no a un'idea (statalista) che vorrebbe programmare il profitto unitario. La flessibilità va a vantaggio di tutti; è una condizione per ridurre la disoccupazione e non va scambiata con qualcos'altro. E' nell'interesse generale del Paese». Sta dicendo che il governo di centrosinistra non ha coraggio politico per paura delle urne? «Parliamoci chiaro: il Prc ha le sue posizioni conservatrici, le stesse che ispirano larga parte del sindacato. Ma c'è anche un'altra considerazione: la società invecchia e ciò comporta che i partiti, cercando di massimizzare il consenso, rivolgano la loro attenzione prevalentemente a adulti e anziani. Questo rende più complicate le riforme di pensioni e sanità, che riguardano prevalentemente questa parte di popolazione». Scusi, il ruolo della classe pohtica non è quello di interpretare le esigenze del Paese in un orizzonte più ampio e più lungo di quello rivolto a singole categorie di cittadini? «Eh, sì: ci vorrebbe un minimo di coraggio politico per riequilibrare le istanze delle categorie con l'interesse generale. Se non si fa questo, si può occupare più a lungo il potere, ma non si può aspirare a un giudizio positivo della storia». Mario Tortello Marzano: il governo non ha coraggio Per durare a lungo non vuole scontentare L'economista Antonio Marrano

Persone citate: Antonio Marrano, Antonio Marzano, Ciampi, D'alema, Mario Tortello, Marzano, Modigliani

Luoghi citati: America Latina, Asia, Europa, Italia, Russia, Sud America