Il vino dopo il mare e l'arte
Il vino dopo il mare e l'arte Il vino dopo il mare e l'arte Gli stranieri: enologia, terza meraviglia ROMA. Dopo il mare e l'arte, il vino è la principale motivazione di viaggio per il turista straniero che visita l'Italia. A dirlo è lo studio «Marca Italia», effettuato dal Dipartimento Turismo della Presidenza del Consiglio, che conferma quanto al Movimento del Turismo del Vino già si pensava da tempo: il vino è fonte di reddito non solo per chi lo produce, ma per tutto il territorio interessato. In soli cinque anni, l'enoturismo ha visto aumentare il flusso dei visitatori del 150%, mentre è aumentata del 677% la percentuale di aziende che hanno deciso di aderire al Movimento, salite a quota 700. Le cifre di questo comparto parlano di un giro d'affari di 3000 miliardi di lire generato dai 2,5 milioni di turisti (più del 30% di età inferiore ai trent'anni) che ogni anno visitano le aziende italiane. Di questi, 600 mila si concentrano nella giornata storica dell'enoturismo, Cantine Aperte, organizzata dal Movimento del Turismo del Vino che da quest'anno l'ha esportata nel mondo con il «Wine Day». Un esperimento che ha coinvolto. Paesi dei cinque continenti (California, Cile e Argentina, Giappone, Australia, Sud Africa e Italia) - per un milione di visitatori in mille cantine. «Siamo contenti del risultato e in settembre, a Montefalco, in occasione dell'inaugurazione della Strada del Vino di "Torgiano e Montefalco" dovremmo ufficializzare l'Associazione mondiale dell'enoturismo - dice Donatella Cinelli Colombini, presidente del Movimento del Turismo del Vino -. Si tratta per ora, di un "gentleman agreement" che impegna gli aderenti al rispetto del marchio, dei programmi e dell'etichetta». «Per quanto riguarda l'Europa - conclude la presidente del Movimento - puntiamo ad alleanze sul fronte enoturismo con Portogallo e Austria che sono al nostro medesimo livello di sviluppo soprattutto per quanto riguarda la legge sulle "Strade del Vino", che in Italia al momento è in attesa di un parere tecnico ma gode dell'ampio consenso di tutto l'arco parlamentare». Ma non si fermano le Strade del Vino. Dopo «Rufina e Pomino» e «Conerò», archetipi della legge in nuce a metà settembre vedrà la luce quella di «Torgiano e Montefalco» che percorre una delle zone più suggestive dell'Umbria. «La strada - sottolinea Marco Caprai, presidente del Centro agroalimentare dell'Umbria che ha curato con il Movimento il progetto di questa nuova "enovia" - unisce le principali realtà vinicole della regione, Torgiano e Montefalco, due zone a docg (con il Torgiano e il Sagrantino), con quelle artistiche: il Museo del Vino della Fondazione Lungarotti e i musei di San Francesco e Bevagna che abbracciano tutta l'arte umbra dal '400 al '700». Carlo Alberto Delaini
Persone citate: Carlo Alberto, Delaini, Donatella Cinelli Colombini, Marco Caprai
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