Tutto esaurito per le vacanze verdi di Paolo Massobrio
Tutto esaurito per le vacanze verdi In Italia l'attività è in crescita continua e impegna 30 mila persone su 7500 aziende Tutto esaurito per le vacanze verdi Il fatturato dell'agriturismo tocca i350 miliardi ROMA. Non si sa bene se abbiano influito più le immagini del «Ciclone» di Leonardo Pieraccioni oppure le dichiarazioni entusiastiche di Blair, che in barba a tutti ha preferito la Toscana per le sue vacanze estive. In ogni caso l'agriturismo questa estate ha registrato il consueto tutto esaurito, con una certa predilezione da parte dei turisti italiani. Sarà la crisi economica, oppure una sincera riconciliazione col mondo agreste, ma l'onda lunga della scelta per la «vacanza verde» non dà segni di recessione. In Italia sono circa 7500 le imprese agricole che offrono ospitalità, con una media di 10 posti letto ciascuna. Lavorano sessanta giorni l'anno con punte elevate in estate, soprattutto in regioni come Sardegna, Sicilia, Campania, Puglia, Toscana e Trentino Alto Adige, oppure in autunno, per regioni come il Veneto e il Piemonte che giocano la carta del turismo legato al vino. 11 costo medio per la mezza pensione, che è la formula preferita dai clienti, è sulle 50 mila lire, il che porta ad un fatturato annuo di circa 350 miliardi di lire. In media, attorno al fenomeno agrituristico, sono impegnate 30 mila persone che, tuttavia, hanno nell'attività agricola la loro occupazione principale. 1 dati fomiti da Terranostra, l'associazione per l'agriturismo della Coldiretti, parlano comunque di spazi ancora da coprire, vista la richiesta sempre crescente delle vacanze verdi. «Le uniche, forse - dice Edoardo Raspelli, critico gastronomico - che permettono di accogliere la famiglia media italiana senza eccessivi costi e vincoli». Ma alla domanda: «E' possibile fare una guida all'agriturismo con gli stessi criteri con cui lei fa la guida ai ristoranti d'Italia?» Raspelli nicchia: «Non è così semplice - dice - se pensiamo che gli ispettori vanno nei ristoranti tutto l'anno, prenotano per due persone in incognito e poi raccontano cosa hanno mangiato. Andare in un'azienda agrituristica comporta una prenotazione molto più lunga, non sempre viene accettata la singola coppia, d'inverno ci sono problemi legati al riscaldamento e durante il resto dell'anno, nelle aziende "vere", cioè quelle agricole, l'ospitalità deve conciliarsi con i lavori in campagna». Per questo, le guide agrituristiche oggi a disposizione sono quelle che hanno passato il setaccio delle associazioni di categoria - Agriturist per la Confagricoltura, che pubblica la ormai nota Guida all'Ospitalità Rurale; Vacanze fr Natura di Terranostra edita dall'E¬ spresso e Turismo verde della Cia edita da Panorama-Mondadori. Ci sono poi una serie di guide agrituristiche di autori ed editori vari, che vengono aggiornate di anno in anno. La legislazione, poi, varia da regione a regione. In Toscana ad esempio, la ristorazione è fornita principalmente agli ospiti che scelgono l'azienda per pernottare uno o più giorni, mentre in Piemonte, la ristorazione è il risvolto della consuetudine dei produttori di vino di offrire pane e salame e agnolottini del plin (col pizzicotto!, ai clienti che dalla città venivano ad assaggiare le produzioni dell'annata. E proprio nelle zone vitivinicole, vedi Langhe e Monferrato, l'agriturismo sta subendo un'evoluzione, che forse metterà d'accordo tutti. Sono diverse infatti le aziende vitivinicole che puntano sulla formula dei bed & breakfast: ospitalità in camere arredate con mobili d'epoca, spazi comuni per il relax e grande colazione al mattino. Per il mangiare, gli stessi produttori di vino sono attrezzati di biglietti da visita, dépliant e guide per fare scoprire agli ospiti la ricchezza del territorio. «E' il territorio il bene da difendere - dice Angelo Gaja, produttore di vino in quel di Barbaresco che in piena estate, insieme a Giacomo Oddero, presidente dell'Ente Manifestazioni vini di Alba, ha radunato le «teste pensanti» del territorio piemontese (giornalisti, architetti, produttori di vino) per capire come «allargare» questo patrimonio. La parola d'ordine, infatti, in Toscana come in Piemonte è «allargamento»: le Langhe e il Chianti stanno diventando stretti, e comunque sono fattore di promozione per tutta la regione e per tutto il territorio italiano che è semplicemente splendido perché l'agricoltura vive. In Toscana, ad esempio, proprio quest'anno, è iniziata la riscoperta di altre zone oltre al Chianti, tutte aree in cui la presenza di aziende agrituristiche ha permesso a tanti di imparare a conoscere e vivere un territorio. Paolo Massobrio L'agriturismo allarga i suo: confini grazie ad una sempre più vasta rete di percorsi nel verde e attività gastronomiche
Persone citate: Angelo Gaja, Edoardo Raspelli, Giacomo Oddero, Leonardo Pieraccioni, Raspelli
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