Caccia a due assassini evasi da carceri toscane di R. Cri.

Caccia a due assassini evasi da carceri toscane Hanno approfittato dei permessi premio Caccia a due assassini evasi da carceri toscane La nuova doppia fuga rilancia le polemiche Il direttore Margara: nessun caso anomalo FIRENZE. Alessandro Margara, direttore del Dipartimento di amministrazione penitenziaria, dice che la Toscana non è il regno delle evasioni, ma detenuti famosi, come il sequestratore Giovanni Farina, e carcerati meno noti ma ugualmente pericolosi, sono fuggiti dalle carceri della Toscana. E' di venerdì l'ultimo episodio, protagonista l'argentino Augusto Domingo Ponessa, 61 anni, condannato a 27 anni di reclusione per aver ucciso e fatto a pezzi, 12 anni fa, un connazionale che come lui si guadagnava da vivere come travestito. Anche Ponessa, come gran parte di coloro che lo hanno preceduto, non è rientrato in carcere a conclusione di un permesso di soggiorno. Sempre da un carcere toscano, quello di Volterra, era evaso da un permesso premio nel luglio '97 Rocco Romano, per il quale venerdì la procura di Bologna ha emesso un ordine di fermo internazionale per l'omicidio dell'ex maresciallo della Gdf Angelo Greco. E Giovanni Farina, uno dei sequestratori di Giuseppe Soffiantini è tuttora latitante; approfittando della semilibertà, evase nell'agosto del '96 dal carcere di Santo Spirito di Siena, dove pochi mesi prima era stato trasferito su sua richiesta dal carcere di Prato nel quale già godeva del regime di semilibertà lavorando in una cooperativa tessile. Farina stava scontando una condanna per il sequestro di Dario Ciaschi, un giovane di Lastra a Signa, compiuto nell'80, e dell'industriale Francesco Del Tongo, nell'81. Tra gli evasi dalle carceri toscane un altro sequestratore, Angelo Salvatore Moni, di Orune (Nuoro), «carceriere» di Esteranne Ricca, rapita il 2 dicembre '87 e liberata 0 26 giugno. Moni evase il 21 maggio del '92 dal carcere di Sollicciano e fu poi trovato e arrestato un mese dopo, il 20 giugno alla stazione ferro¬ viaria di Ancona. Poco più di un mese fa, l'I 1 luglio, era evaso dall'ospedale psichiatrico giudiziario di Montelupo il pluriomicida Sergio Cosimini, autore dell'assassinio di un pensionato a Firenze e di due carabinieri a Siena. Fu ritrovato due giorni dopo vicino al luogo del primo delitto. Dalla stessa struttura era evaso anche Stefano Cappelli che, una volta fuori aveva tentato di violentare una giovane vicino a Pontedera. L'uomo, rinchiuso di nuovo in carcere a Pisa, aveva ottenuto nuovamente un permesso quando, lo scorso novembre, uccise una donna di 50 anni sorprendendola nella sua villa di Pontedera. Un altro pluriomicida, Bartolomeo Gagliano, evase dall'opg di Montelupo nell'88 e, durante la latitanza, a Genova, uccise un travestito e ferì una prostituta. Nemmeno i penitenziari più protetti e circondati dal mare, come quelli di Porto Azzurro, all'isola d'Elba, e della Gorgona si sono sottratti nel corso degli anni all'onta dell'evasione. Nel marzo del '90, durante un permesso evase dal carcere della Gorgona Luciano Di Stefano, condannato per duplice omicidio. Nel giugno del '94 Salvatore Strazzeri, a conclusione di un permesso di due giorni non rientrò nel carcere di Porto Azzurro. «Le evasioni sono ovunque, la Toscana non è un caso anomalo», dice Alessandro Margara, direttore del Dipartimento di amministrazione penitenziaria. «In questo momento sono in vacanza e non ho ben presente il quadro nazionale ha proseguito -, ma i detenuti in stato di semilibertà nelle varie regioni d'Italia non sono molti. Se fosse vero che in Toscana ci sono più evasioni che altrove, cosa che a me non risulta, forse sarebbe il caso di cercare ima spiegazione con i dati oggettivi alla mano per trovare una soluzione al problema». [r. cri.]