Juve, acquisite le cartelle cliniche
Juve, acquisite le cartelle cliniche Inchiesta doping, sì di Nizzola ai controlli del sangue: «Noi siamo parte lesa» Juve, acquisite le cartelle cliniche Torino, ispettori Asl allo stadio TORINO. Tre numeri in fila: G26. Indicano una legge del '94 che ha aperto nuovi spazi sulla sicurezza nei posti di lavoro. Contrastata e infine accettata, questa legge oggi viene applicata anche per una categoria di lavoratori un po' speciali: i calciatori professionisti. In base alle sue disposizioni, tre funzionari dell'Asl 1 si sono presentati l'altro ieri mattina al Comunale, il vecchio stadio torinese, dove la Juventus tiene spogliatoi e infermeria. I tre funzionari hanno visitato i locali e hanno chiesto al medico sociale Riccardo Agricola di fotocopiare le cartelle mediche dei giocatori della rosa bianconera e di alcuni ex. L'iniziativa è figlia dell'inchiesta giudiziaria del procuratore aggiunto torinese Raffaele Guarinicllo, con il quale l'Ufficio prevenzione salute sui posti di lavoro (quello dei tre funzionari) lavora in stretto contatto. E' facile prevedere che si replicherà per il Torino. Reazione della Juve. Parla il dottor Agricola: «Non abbiamo nulla da nascondere e abbiamo collaborato con i funzionari dell'Asl. Anzi, non avendo terminato di fotocopiare le cartelle mediche, mi hanno incaricato di completare la documentazione e di fornirla loro entro dieci giorni». Una precisazione: «Comunque, non troveranno scritto alcun riferimento alla somministrazione di creatina, tanto meno ai dosaggi. Non abbiamo l'obbligo di farlo e non l'abbiamo fatto». L'amministratore delegato Antonio Giraudo ha aggiunto: «Siamo stati contenti che quelli dell'Asl abbiamo potuto vedere come siamo organizzati». Articolo 445 del codice penale; leggi 91 del 1981 e 626 del 1994: sul profilo giuridico dell'inchiesta e sugli obblighi di legge per i clubaziende Guariniello ha informato dettagliatamente l'avvocato Luciano Nizzola, convocato ieri come presidente della Federcalcio. Nell'ufficio del magistrato si è anche parlato dell'«immigrazione» in società calcistiche di medici sportivi che avevano fatto esperienza (pure di doping) nel mondo del ciclismo; della presenza di preparatori «stregoni»; dei calciatori francesi trovati positivi al nandrolone, uno steroide anabolizzante che in Italia non sarebbe stato possibile rilevare sino ad oggi per l'inadeguatezza dei nostri controlli antidoping. Tutti segnali d'allarme per Guariniello e su cui il magistrato ha aggiornato Nizzola. Dopo due ore e mezzo di deposizione, il dirigente ha risposto ai cronisti: «Per la tutela della salute dei lavoratori rientriamo anche noi negli obblighi previsti dalle leggi dello Stato. E' compito delle Asl fare questi controlli». Doping: «Pro¬ babilmente, nel nostro calcio non esistono veri casi di doping o comunque non sono certissimamente diffusi. Abbiamo il dovere di intervenire e, per la verità, ci siamo mossi molto prima che scoppiasse questo bubbone con le dichiarazioni del signor Zeman. Sì, fin da questa stagione, agli esami incrociati sangue-urine. Ma abbiamo anche convocato per il 7 settembre una riunione dei medici sociali dei club professionistici e predisposto un opuscoletto di informazione sui rischi per la salute a portata dell'uomo comune qual è il calciatore». La battuta più interessante alla fine: «Se ci sono state denunce e sulla non serietà dei controlli antidoping saremo noi stessi a chiedere accertamenti, perché in tal caso- saremmo più parti lese che altro», [al. ga.] il vecchio Stadio Comunale di Torino, sede di spogliatoi e infermeria della Juventus, dove ieri i funzionari dell'Asl hanno fotocopiato le cartelle cliniche dei giocatori bianconeri
Persone citate: Agricola, Antonio Giraudo, Guariniello, Luciano Nizzola, Nizzola, Raffaele Guarinicllo, Riccardo Agricola, Zeman
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