L'irriduribile inchiesta su Lady Piana di Aldo Cazzullo

L'irriduribile inchiesta su Lady Piana Uno 007 (licenziato) inglese dal giudice: autista e guardaspalle erano miei colleghi L'irriduribile inchiesta su Lady Piana Rivelazioni e dubbi: nessuno si rassegna all'incidente PARIGI DAL NOSTRO INVIATO L'ultimo irriducibile è un agente dei servizi segreti britannici, licenziato per indiscrezione. Non a caso. L'altro ieri a Hervé Stephan, il giudice istruttore che con MarieChristine Devidal conduce l'inchiesta sull'incidente (?) del tunnel dell'Alma, ha raccontato: «Henri Paul, l'autista della Mercedes nera, era un mio collega. Sì, un agente dei servizi. E anche il sopravvissuto, Trevor Rees Jones, collaborava con l'MI5». Un complotto. Il movente? Facile: il futuro re d'Inghilterra non poteva avere un fratellino musulmano. La storia tra Diana e Dodi, e la loro discendenza, doveva essere troncata. L'attendibilità della denuncia? «In ragione del contesto di questo "affaire" e della sua ricaduta internazionale - si legge nel comu¬ nicato con cui la procura di Parigi tenta di spiegare perché l'indagine non ha tenuto il passo incalzante dei media -, lo svolgimento della procedura è stato ritardato dalla necessità di verificare un gran numero di testimonianze, molte delle quali si sono rivelate inattendibili o fantasiose». Il penultimo irriducibile è Frangois Levistre, ex mercenario che conserva il fisico del ruolo e lo mostra sulla copertina della rivista «lei Paris». «L'hanno fatta fuori - informa i lettori -. Quella notte ero nel tunnel dell'Alma. E so riconoscere un regolamento di conti. Una moto di grossa cilindrata ha tagliato la strada alla Mercedes e ha provocato l'incidente». Incidente? «It was not an accident», è scritto all'imbocco del ponte dell'Alma. I primi a sostenerlo furono i giornali egiziani, con l'appoggio di stuoli di uffici legali mobi¬ litati da Mohammed al Fayed, il padre di Dodi. Così i giudici francesi, che in un primo tempo avevano messo sotto accusa sette fotografi che inseguivano la Mercedes (e scoperto nel sangue di Henri Paul un tasso di alcol tre volte superiore al massimo consentito dalla legge), si sono gettati sulla pista del complotto. E si sono imbattuti in una Uno bianca. La notte tra il 30 e il 31 agosto 1997, la Mercedes di Dodi e Diana, lanciata a 195 all'ora, nel tunnel dell'Alma urtò una Fiat Uno. Lo provano i frammenti dei fari posteriori rinvenuti attorno al fatale pilone numero 13. Ma quale Fiat Uno? I giudici hanno interrogato tremila proprietari di Uno bianche, perquisito carrozzieri, frugato tra fatture e pezzi di ricambio. Una fatica di Sisifo. L'autista non è stato trovato. Agli inquirenti non restava che concentrarsi sull'unica auto a diposizione: la Mercedes 280 nera. Che nascondeva qualcosa. Problemi ai freni, hanno raccontato gli chauffeur che l'avevano guidata in precedenza. I risultati della perizia finale sono attesi per le prossime settimane (l'inchiesta dovrebbe concludersi a fine ottobre), ma i magistrati hanno ormai concentrato la loro attenzione sulla società di autonoleggio a cui apparteneva la Mercedes. E sulla direzione del Ritz - il responsabile dell'hotel e il suo vice sono stati interrogati la settimana scorsa -, che avrebbe messo in mano un'auto difettosa a un uomo che aveva esagerato con alcol e psicofarmaci (in particolare Prozac). 1 sette fotografi indagati non rischiano nulla: nessuno di loro era nel tunnel al momento dell'incidente. Potrebbe andare peggio ai medici che hanno soccorso Diana. La madre e la sorella della principessa si sono costituite parte ci¬ vile e chiedono risarcimenti miliardari: perché lady Di ha ricevuto le prime cure sul posto, anziché essere portata subito in ospedale? Anche Mohammed al Fayed si è costituito parte civile. Non è il denaro che lo interessa. Il vero irriducibile è lui, il miliardario che ha passato l'estate sulle orme del figlio scomparso, veleggiando lungo le stesse coste, cenando negli stessi ristoranti, e forse ora è a Parigi, al Ritz, a ripetersi, a dispetto di un anno di inchiesta, che Diana e Dodi sono stati assassinati. O forse i veri irriducibili sono quegli inglesi - uno su tre, rivela un sondaggio pubblicato ieri - che, come lui, non si rassegnano al pensiero che lady Diana, mito di fine secolo, sia morta in un incidente del sabato sera. Aldo Cazzullo

Persone citate: Diana, Henri Paul, Lady Piana Rivelazioni, Mohammed Al Fayed, Trevor Rees Jones

Luoghi citati: Hervé Stephan, Inghilterra, Parigi