L'Europa sdogana Fini An andrà con i gollisti

L'Europa sdogana Fini An andrà con i gollisti L'Europa sdogana Fini An andrà con i gollisti DALLA DESTRA AL CENTRO CROMA HISSA' se la chiameranno la «svolta di Lisbona». 0 se rispunterà l'abusata etichetta di Fiuggi 2. Ma fra dieci giorni nella capitale portoghese accadrà qualcosa destinato a cambiare il futuro della destra italiana e anche del Polo: il 9 settembre, infatti, il Bureau del Gruppo parlamentare di centro-destra guidato dai gollisti di Chirac darà il via libera all'ingresso dei parlamentari di Alleanza nazionale nel gruppo e a quel punto An sarà definitivamente sdoganata anche nel salotto buono dell'Europarlamento. E così, se non ci saranno intoppi, Gianfranco Fini si ritroverà nello stesso eurogruppo del presidente della Repubblica francese Jacques Chirac. Una piccola svolta, una Fiuggi-2 in sedicesimo, viste le tribolazioni che i post-fascisti italiani hanno patito per farsi accettare in una platea internazionale che fatica a staccarsi dall'idea che Fini e i suoi siano i nipotini del duce. Come dimostrò l'imbarazzante «non lo voglio incontrare» pronunciato nel 1994 da un ministro belga nei confronti del pur moderatissimo Pinuccio Tatarella, al quale non bastò essere vicepresidente del Consiglio della Repubblica italiana per accedere ad un incontro di routine con un suo collega. Per An l'ingresso in una delle eurofamiglie di tradizione de- mocratica e antifascista rappresenta una grossa novità che Gianfranco Fini non tarderà a valorizzare, anche perché arriva a conclusione di una anticamera che sembrava infinita. Il paradosso è che dietro le quinte la «pratica» di An si è improvvisamente sbloccata per «merito» del tutto involontario di Silvio Berlusconi. Nell'Europarlamento infatti era stata proprio Forza Italia a bloccare l'ingresso di An nello stesso gruppo dei gollisti. Ma ai primi di giugno, quando Kohl e Aznar hanno spalancato le porte del gruppo parlamentare popolare a Silvio Berlusconi, si è contemporaneamente aperto un vuoto tra i gollisti. E con rapida mossa Fini si è infilato nel varco: dopo che negli anni scorsi il leader di An si era dovuto contentare di incontri quasi clandestini con i leader del centro-destra francese, due mesi fa Fini è stato ricevuto da Seguin, uno dei colonnelli di Chirac. Ma in una politica nazionale sempre più forgiata dall'Europa, gli effetti della «svolta di Lisbona» non saranno soltanto di immagine internazionale: «Il 9 settembre - spiega Francesco D'Onofrio, uno dei leader del Ccd - cadrà l'argomento-clou usato dai popolari e da Cossiga per cui con An si deve fare il patto dei distinti e dei distanti perché loro in Europa non ci sono». E il salto con il passato è netto: «Nel 1994 - spiega anco- ra D'Onofrio che allora era ministro della Pubblica Istruzione - il governo di centro-destra entrò in crisi anche perché in Europa eravamo dei signornessuno. Ma dal 9 settembre il Polo sarà un soggetto noto in Europa, perché Berlusconi è nel gruppo popolare e Fini in quello gollista». E la fine dell'isolamento europeo dei post-fascisti italiani c'è da scommetterlo - sarà giocata da Fini come ulteriore prova della definitiva legittimazione dell'ex Msi. Tanto più che sull'onda del via libera ottenuto a Lisbona, Fini cercherà di preparare una campagna elettorale per le elezioni euro¬ pee del 1999 tutta giocata sull'immagine di An come vera forza tranquilla del centro-destra. «E' legittimo pensare che se An farà il suo ingresso nel gruppo - spiega il portavoce del partito Adolfo Urso - in occasione delle elezioni europee adotteremo il programma del partito gollista, candidando personalità anche lontane da An. E visto che la legge la consente sarà molto significativo se le nostre liste potranno ospitare candidati francesi e se personaggi italiani saranno presenti nelle liste dei gollisti». Ma la «svolta di Lisbona», oltre all'effetto immagine, con¬ tribuirà ad accelerare la scelta di una delle due opzioni che già da tempo si agitano sotto l'apparente bonaccia di un partito che da due anni ha messo in fila una sfilza di batoste elettorali: «A questo punto - dice ancora Urso - diventerà ancora più chiara la scelta che avremo davanti: se collocare An in uno schema alla francese con due partiti del centro-destra, oppure se perseguire il progetto portato avanti con successo da Aznar in Spagna che, partito da destra, ha costruito un partito unico di tutto lo schieramento moderato». Fabio Martini Il 9 settembre il gruppo di Chirac aprirà le porte ai parlamentari che riempiranno il vuoto lasciato da Forza Italia (passata con i popolari) D'Onofrio esulta «Cade l'argomento usato dal Ppi e da Cossiga per cui con noi si deve fare il patto dei distinti e dei distanti perché a Strasburgo non ci siamo» Qui sopra il presidente di Alleanza Nazionale Gianfranco Fini