«Più soldi per il Sud»

«Più soldi per il Sud» «Più soldi per il Sud» Mancino al governo «Siamo fermi al V2» RIMIMI DAL NOSTRO INVIATO «Il Sud che funziona», recita il titolo del convegno che chiude la kermesse ciellina. Sul palco sfilano imprenditori che hanno vinto scommesse impossibili, economisti, persino una suora «squatter» che a Bari ha occupato un edificio comunale pur di poter lavorare con i suoi ragazzi strappati al disagio. Nicola Mancino ascolta compiaciuto, ma rilancia: «I vostri sono messaggi di speranza - dice - ma la situazione negativa è preoccupante. Quelle che avete descritto sono anomalie positive, che purtroppo non si possono estendere a tutto il nostro Mezzogiorno...». Per il presidente del Senato ci vuole ben altro. «Mi auguro che fin da settembre i lavori per la nuova Finanziaria possano segnare un cambiamento di marcia rispetto ai ritardi del passato - spiega -. E' dal 1992 che mancano investimenti strutturali per il Mezzogiorno. Molti parlano di un autunno caldo: io spero che le previsioni siano almeno in parte smentite. Spero che possa iniziare un confronto di alto profilo tra le parti sociali». L'accenno al «profilo alto» sembra un richiamo a Sergio D'Antoni, che ha parlato di sciopero generale, e anche al commissario europeo Mario Monti, che ha lanciato la provocatoria proposta dello sciopero dei giovani. La parola «sciopero» non piace a Comunione e Liberazione («Noi preferiamo educare», urla il solito Vittadini) e trova perplesso anche il presidente del Senato: «Mi sembra che sia un modo di anticipare il problema dello sviluppo del Sud - dice -. Prima discutiamo del bilancio, e poi tiriamo le conclusioni. Tanto più che i sindacati tendono a difendere i diritti di chi il lavoro ce l'ha già. I disoccuppati, i giovani, sono parti deboli che non hanno forza contrattuale. Io appartengo a quella categoria di persone che alla protesta preferiscono la ragione. In questo senso il governo può dare un contributo per rendere il clima più sereno...». Un mezzo potrebbe essere il «patto sociale» proposto da Ciampi: flessibilità in cambio di investimenti. «Se il ministro chiede un confronto - spiega Mancino - è bene che si apra un tavolo e si trovino le soluzioni per lo sviluppo. Su questo si può convergere». Per il rilancio, insiste Mancino tirandosi gli applausi di una buona parte dell'uditorio, servono i soldi. «Investimenti produttivi precisa -. Io sono un uomo del Mezzogiorno. E come tale dico che il Sud deve affrancarsi da una cultura dell'assistenza che in passato ha prodotto molti guasti». Il presidente del Senato tenta anche qualche esempio concreto: «Non è possibile - dice - che l'alta velocità si fermi a Battipaglia. Non è possibile che non aggredisca la Calabria...». Certo, i vincoli ci sono: «L'ingresso nell'Unione monetaria ci condiziona - avverte -. Ci giochiamo una partita in cui l'obiettivo è chiaro: abbassare il nostro indebitamento. Ma io sono contrario a chi sostiene la politica dei due temi: il primo per risanare, il secondo per rilanciare. Per me una cosa non esclude l'altra: il rilancio deve partire subito», [g. tib.] I ministro Ciampi I ministro Ciampi

Persone citate: Ciampi, Mancino, Mario Monti, Nicola Mancino, Sergio D'antoni, Vittadini

Luoghi citati: Bari, Battipaglia, Calabria