D'Alema; sì al patio sociale di Ciampi

D'Alema; sì al patio sociale di Ciampi «La Finanziaria '99 non toccherà le pensioni; non c'è e non ci sarà alcun Grande Centro» D'Alema; sì al patio sociale di Ciampi Ma poi sprona Prodi: è tempo di riforme più incisive ROMA. Sono gli ultimi giorni di vacanza, ma dopo un silenzio durato settimane, ieri da Gallipoli Massimo D'Alema ha rotto l'embargo. E per forza di cose si è trovato a dover commentare a raffica, a telecamere spiegate, tutti i fatti sui quali finora aveva taciuto. Alla rottura del silenzio stampa ha di certo contribuito anche il fatto che ieri sera, al Premio Barocco di Gallipoli, il segretario di Botteghe Oscure ha consegnato un riconoscimento al ministro Ciampi: un'occasione che, per forza di cose, prevedeva un ampio spiegamento dei mezzi di comunicazione di massa. E così, a mezzo pomeriggio, è stato esternato il D'Alema-pensiero sugli avvenimenti recenti e futuri, dalla Russia alla finanziaria, da Rifondazione ai rapporti interni all'Ulivo, dalla giustizia alle riforme mancate. Un refrain di domande che farebbe passare a chiunque la voglia di rimettere piede nei palazzi della politica. E il fastidio di D'Alema era evidente, colto al volo tra un'alzata di sopraccigli e un mordersi di baffi, dalle telecamere del Tg3. Piace naturalmente al segreta- I rio del partito di maggioranza re- lativa del governo il nuovo patto Piace naturalmente al segretario del partito di maggioranza relativa del governo il nuovo patto sociale proposto da Ciampi, di cui apprezza molto l'idea di «ricercare insieme, governo e grandi forze sociali del Paese, soluzioni per aprire una stagione più incisiva di riforme e sviluppo». E se è difficile immaginare che il nuovo patto sociale prima di essere annunciato non avesse già l'assenso delle principali forze politiche, l'occasione per D'Alema è buona per lanciare acqua sul fuoco sulle polemiche col sindacato, «non c'è nessuna insidia da parte sindacale, ma solo sollecitazioni a cui bisogna saper dare una risposta positiva». Del resto, con buona pace di Franco Marini che da giorni, inaspettatamente, va dicendo che occorre por mano a riforme strutturali, il che è come dire avviare una vera riforma delle pensioni, «essa non è all'ordine del giorno di questa finanziaria». E anche in questo, D'Alema ha fatto eco a Ciampi, che nelle interviste ai giornali dei giorni scorsi aveva proprio detto questo: se ne parlerà quando sarà il momento, e questo anche al fine di evitare la corsa al pensionamento che si verificò l'anno scorso. Ma, in più D'Alema aggiunge: «Non so a cosa si riferisca Marini». Guanto ai venti di guerra sollevati ancora ieri da Bertinotti in un'intervista a «Repubblica», nella quale tornava a minacciare la rottura con la maggioranza e con il governo, aggiungendo di non ritenerla «un trauma», e proponendo anche di abbassare gli stipendi ai manager pubblici, D'Alema sembra tranquillo: «Con Bertinotti il cammino è già stato tracciato durante i giorni della verifica, adesso dobbiamo solo rilanciare le ragioni della coalizione che ha vinto le elezioni». Ma poi da Botteghe Oscure esce la voce di Alfiero Grandi, che fa parte dell'esecutivo nazionale, a rimbeccare punto su punto le pretese bertinottiane: la rottura sarebbe un trauma, eccome, «si aprirebbe una crisi di credibilità politica che travolgerebbe tutti, compresa Rifondazione». Mentre, dal partito di via del Policlinico, si fanno sentire i cossuttiani: il senatore Luigi Marino lo invita a «non mettere il carro davanti ai buoi», e la vicepresidente del Senato Ersilia Salvato, recen¬ temente riavvicinatasi alle posizioni del presidente di Rifondazione, chiede un congresso del partito contro «la fantapolitica di Bertinotti». Ma se finanziaria e Rifondazione sono temi strettamente collegati, i primi nell'agenda del rientro dei politici, i giornalisti avevano anche altro da chiedere al lungamente assente D'Alema. Che ne pensa il segretario dei Ds della proposta del grande centro avanzata dall'Udr di Cossiga? «Non c'è e non ci sarà nessun della proposta del grande centro avanzata dall'Udr di Cossiga? «Non c'è e non ci sarà nessun grande centro, in Italia c'è il bipolarismo, e nel bipolarismo il centro sceglie». E le minacce di autunno caldo venute da D'Antoni? «Mi preoccupano i problemi delle parti sociali, non le minacce». E il terzo polo proposto da Cacciari? «Un'invenzione giornalistica» ha detto il segretario a dispetto delle ampie dichiarazioni rilasciate a tutti i telegiornali dal sindaco di Venezia. Poi il segretario di Botteghe Oscure è tornato ad accusare Berlusconi di aver fatto fallire la Bicamerale, e ha riconfermato la stima al presidente della Repubblica, anche se «è presto» per discutere di una sua eventuale rielezione. No comment sul caso Giordano, e riconferma della fiducia nel procuratore di Palermo Giancarlo Caselli. E grande preoccupazione per «la crisi che non riguarda solo la Russia» perché, djce D'Alema, «la globalizzazione senza regole, da liberismo selvaggio» alla fine espone anche l'Italia a rischi di crisi economica. [r. r.] TT i . «Ho una grande stima per il presidente Scalfaro Ma adesso è difficile giudicare e troppo presto per discutere di una sua eventuale rielezione a Capo dello Stato» f» fililiH«pp H» ^m- Il leader Ppi Marini

Luoghi citati: Gallipoli, Italia, Roma, Russia, Venezia