Zar Boris cede mezzo trono alla Duma di Anna Zafesova

Zar Boris cede mezzo trono alla Duma A buon punto la trattativa sul patto politico. Il premier: vorremmo entrare nell'Euro Zar Boris cede mezzo trono alla Duma Cemomyrdin rassicura il mondo: non torneremo indietro MOSCA NOSTRO SERVIZIO Un braccio di ferro tra il Cremlino e la Duma per la stesura del patto politico che dovrebbe portare alla fiducia a Viktor Cemomyrdin. I negoziati sono proseguiti ieri fino a tarda sera. Dopo quattro ore il premier, i deputati e il capo deÙ'Amministrazione presidenziale Valentin Jumashev, che rappresenta Eltsin, sono riusciti a eliminare quasi tutti gli ostacoli all'approvazione di Cemomyrdin. Secondo un parlamentare, l'unica questione rimasta aperta è «la data della seduta della Duma» che confermerà il premier in carica. Seduta che potrebbe slittare da lunedì a martedì prossimo, su richiesta dei comunisti che vogliono incontrare ancora Cemomyrdin. I particolari verranno discussi in una nuova riunione oggi, e, in caso di successo, l'accordo poli¬ tico andrà a finire sul tavolo del Presidente. Ma è già evidente che il Cremlino si è piegato e ha accettato sostanzialmente l'idea di un patto che ridisegna drasticamente la mappa del potere. Il Presidente, indebolito fisicamente e politicamente, ha riconosciuto di non reggere più il peso del potere quasi assoluto che gli concede la Costituzione, tagliata su misura per lui. Il Cremlino scende - per la prima volta - a trattare direttamente con l'opposizione e gli stessi deputati ammettono che Eltsin ha fatto «concessioni senza precedenti». Ora una Duma diventata il centro del potere reale e un Cemomyrdin che punta alla Presidenza stanno cercando di trasformare una Repubblica presidenziale assoluta in un sistema quasi parlamentare. Secondo i patti, il Presidente dovrebbe dare al premier carta bianca nella formazione del gabinetto e non interferire più nell'operato economico del governo. Il Parlamento invece aumenterà le funzioni di controllo sull'esecutivo. Il punto più discusso ieri è stata la rivendicazione da parte della Duma del diritto di confermare in carica non solo il premier, ma anche tutti i mmistri, uno a uno. Eltsin si dovrebbe anche impegnare a tutelare il nuovo gabinetto dai suoi improvvisi cambi di umore e promettere di non licenziarlo per un anno. Per non far sembrare il negoziato con l'opposizione un atto di resa definitiva, il Cremlino ha ieri ritirato le condizioni che riguardano il futuro di Eltsin: la sospensione della procedura di impeachment e le garanzie di immunità e mantenimento statale in caso di dimissioni. Un gesto che dovrebbe servire a far capire a tutti che il Presidente non ha neppure intenzione di discutere il proprio pensionamento. Ma quasi tutti i commentatori moscoviti sono convinti che il problema rimane all'ordine del giorno. Lo dimostra infatti la disponibilità dalla Presidenza a scendere ai compromessi. Che però non incontra molta fiducia nei deputati, i quali ricordano troppo bene l'inclinazione di Eltsin a scordarsi i patti. Per questo l'argomento principale delle discussioni ieri era non tanto il contenuto del patto, quanto le modalità della sua approvazione, che vincolerebbero la Presidenza a mantenere la parola in attesa dell'emendamento della Costituzione, procedura lunga e complessa. Se le garanzie del Cremlino non convinceranno il Pc, Cemomyrdin rischia di farsi bocciare dalla Duma. Per consolidare la sua posizione il premier designato ha fatto ricorso all'opinione pubblica: ieri ha promesso in tv che lo Stato tutelerà tutti i rispanni concentrati nelle banche. Dopo il giovane Kirienko i russi hanno rivisto il loro vecchio, solido, paterno premier che scan¬ diva: «Non voglio che la gente soffra». Cemomyrdin si trova in queste ore stretto tra le pressioni della Duma per un programma economico «sovietico» e le esortazioni dell'Occidente a continuare le riforme liberali. Dopo la dichiarazione del Fondo monetario intemazionale su una sospensione degli aiuti alla Russia il premier si è affrettato a calmare i russi e il resto del mondo: «La Russia non tornerà più indietro», ha dichiarato in un'intervista al giornale tedesco Die Welt. Il capo del governo ha respinto le ricette economiche «esotiche» dei suoi alleati comunisti e ha smentito di voler proibire la circolazione dei dollari e rinunciare alla convertibilità intema del rublo. Anzi, secondo Cemomyrdin, la Russia continuerà a integrarsi nell'economia occidentale e vuole addirittura associarsi all'Euro. Anna Zafesova ssb\

Persone citate: Eltsin, Kirienko, Viktor Cemomyrdin

Luoghi citati: Mosca, Russia