Clinton parte per il vertice degli enigmi di Andrea Di Robilant

Clinton parte per il vertice degli enigmi Vuole trasmettere fiducia, ma il repubblicano Gingrich attacca: sono due leader indeboliti Clinton parte per il vertice degli enigmi A Mosca appuntamento difficile WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Il clima di grande incertezza che ancora grava sul vertice di Mosca a 24 ore dalla partenza di Bill Clinton spinge i più maligni nella capitale americana a dire che le bozze dei discorsi che il Presidente farà in Russia sono scritti - non si sa mai - con «inchiostro simpatico», cioè invisibile. L'agenda ufficiale del summit è stata costruita da tempo attorno a temi abbastanza generici - riforme economiche, proliferazione nucleare, Kosovo e Balcani... - e non si prevedono grossi cambiamenti. Ma questa volta, in assenza di risultati concreti che nessuno si aspetta, saranno soprattutto il tono dei colloqui, la scelta delle parole, i luoghi che deciderà di visitare a definire il successo o il fallimento della visita. E così, alla vigilia della partenza, a mano a mano che i collaboratori del Presidente sfornano le loro bozze di discorsi alla Casa Bianca, è sempre più chiaro che molto dipenderà dalla capacità di Clinton di improvvisare sul momento, di dare forma ad un vertice che adesso appare ancora come un appuntamento nella nebbia tra le ombre di due leader. Newt Gingrich, speaker della Camera dei Rappresentanti e leader dei repubblicani, ha reso pubblica la sua opposizione ad un viaggio che rimane senza un obiettivo preciso, una missione. «Significa commettere un'imprudenza», ha detto al New York Times. «Abbiamo due Presidenti indeboliti che cercano di darsi man forte. Chissà quali promesse si faranno, quali accordi raggiungeranno...». Clinton, che negli anni ha costruito un buon rapporto personale con Eltsin, risponde che «quando tutto va bene chiunque viene a trovarti» ma è soprattutto nei momenti difficili che bisogna aiutare gli amici. «Noi andremo e diremo ai russi che se saranno forti, se faranno le cose difficili che devono fare per riformare l'economia del proprio Paese - se riusciranno a superare questa notte buia - noi saremo al loro fianco». Il Presidente, che ha completato la sua preparazione al vertice nell'isola di Martha's Vineyard riunendosi in videoconferenza con i suoi esperti, sa bene che non va a Mosca per una mera pacca sulle spalle ad un vecchio amico in difficoltà. Ma non sa molto di più. Quello che dirà a Mosca una volta arrivato, il modo in cui lo dirà, sono aspetti che saranno oggetto di riflessione fino a martedì mattina, quando cominceranno i colloqui. «Ciò che dirà in pubblico, dove andrà, chi incontrerà: tutto questo è ancora allo studio», conferma una fonte della Casa Bianca. «Naturalmente l'obiettivo è quello di apparire fiduciosi nella nostra capacità di gestire la situazione. Ma il fatto è che tutto è ancora molto fluido». Un primo segnale incoraggiante - un appiglio concreto nella nebbia - è venuto ieri, quando Viktor Cernomyrdin è apparso in televisione per assicurare che la Russia non tornerà al comunismo. Il premier russo ha anche annunciato di aver formato attorno a sé una commissione d'emergenza per la gestione della crisi finanziaria. «Sembra che abbiano deci- so di proseguire lungo la strada delle riforme economiche e questo è chiaramente uno svi-luppo incoraggiante», ha commentato P. J. Crawley, una portavoce della Casa Bianca. «Ma sarà difficile dire di più fino a quando non avranno un governo in carica, fino a quando la squadra economica non sarà stata nominata e avrà messo a punto un programma economico». Il Presidente americano partirà domani per Mosca consapevole che c'è comunque ben poco che gli Stati Uniti possono fare, in termini concreti, per aiutare la Russia ad uscire dal burrone in cui sta scivolando. Né si aspetta di fare passi avanti su dossier importanti, a cominciare da quelli sul disarmo. Al vertice dell'anno scorso a Helsinki Clinton disse che sarebbe tornato ad incontrarsi con Eltsin solo dopo l'approvazione dello Start II da parte della Duma. Quell'approvazione non è mai venuta, ma il vertice è stato convocato lo stesso, anche se nessuno si aspetta progressi su quel fronte la settimana prossima. Andrea di Robilant L'agenda ufficiale è volutamente generica e non si prevedono stavolta importanti cambiamenti La marcia indietro di Cernomyrdin sulla controriforma economica è considerata un buon segnale 4

Persone citate: Bill Clinton, Cernomyrdin, Clinton, Eltsin, Gingrich, Newt Gingrich, Viktor Cernomyrdin