Morti in casa, nessuno se ne accorge

Morti in casa, nessuno se ne accorge Tragedia in corso Brunelleschi, mentre si accende la polemica sul caso dello scippatore-assassino Morti in casa, nessuno se ne accorge Vittime due anziani coniugi Domenica, in un appartamento di corso Brunelleschi, se ne è andato Oreste Ferrerò, 86 anni. A sua moglie Mariuccia, immobilizzata sul divano, è restata la voce per invocare un aiuto che nessuno, nel palazzone vuoto per ferie, poteva darle. E' morta di inedia e disperazione. Li hanno trovati i carabinieri, avvertiti da una vicina rientrata dalle vacanze. Oreste e Mariuccia avevano rapporti difficili con l'unico figlio. Nel loro alloggio combattevano una battaglia senza speranza contro malanni, solitudine e rimpianti. A luglio lui era caduto, i vicini avevano udito la moglie chiedere un soccorso. Volevano portarlo in ospedale: «No, lasciatemi qui. Se me ne vado io, lei muore in due giorni» aveva risposto. Ai medici era stato chiesto di far intervenire il Comune, che qualcuno passasse di tanto in tanto per dare una mano, per controllare. Poi tutti sono partiti per le vacanze, il palazzone si è fatto più silenzioso. Oreste e Mariuccia erano rimasti, e dove mai potevano andare? Una storia di solitudine non nuova in città, dove pure sono attive molte associazioni di volontariato e lo stesso Comune gestisce iniziative per assicurare agli anziani i servizi indispensabili a domicilio, evitando loro il ricovero in ospedale o nelle case di riposo dove i posti sono sempre rari. Ma un'altra tragedia dove si mescolano solitudine e abbandono emerge di ora in ora dalla vicenda di Franco Ellena, il ventenne che ha scippato Maria Assunta Altini e ne ha provocato al morte. Franco ciondolava tra l'affettuosa disperazione del padre, le cure assidue di una comunità e la compagnia di chi non si faceva scrupoli ad arruolarlo per raccattare i quattrini della dose. Dicono che non fosse un cattivo ragazzo. Ma era pericoloso, per sé e per gli altri. Il papà prima, i dirigenti di due comunità poi, ave¬ vano chiesto che fosse curato. Niente. Maggiorenne, è ritenuto capace di intendere e di volere, di distinguere la sottile linea di confine oltre la quale cuore e ragione fanno posto a violenza e brutalità. Sabato era un giorno di quelli storti: ha trovato la sua vittima, è diventato un assassino. Pensa che tra pochi giorni lo metteranno fuori, sogna un alloggetto da dividere con gli amici. E' probabile che il caso sollevato dalla morte della donna scippata non si risolva semplicemente con l'arresto dell'assassino reo confesso. Così come un'inchiesta è stata aperta sulla fine dei coniugi Ferrerò. Dietro quelle morti si intravedono particolari inquietanti. Perché nessuno ha fermato in tempo quel ragazzo malato di mente? Perché altre situazioni simili, già denunciate, non sono risolte? Perché, infine, nessuno si è occupato di quei poveri vecchi lasciati soli a morire? SERVIZI ALLE PAGINE 32 e 33 | Oreste Ferrerò, aveva 86 anni A luglio era caduto, volevano ricoverarlo ma lui aveva rifiutato per stare vicino alla moglie Mariuccia Termi combatteva con il marito una battaglia contro solitudine, malanni e rimpianti (A fianco, la porta dell'alloggio)

Persone citate: Altini, Franco Ellena, Mariuccia Termi, Oreste Ferrerò