Il Real non fa paura nemmeno al Chelsea
Il Real non fa paura nemmeno al Chelsea SUPERCOPPA EUROPEA A Montecarlo una finale che non regala spettacolo: decide un bolide di Poyet su tocco di Zola Il Real non fa paura nemmeno al Chelsea Con Vialli sorride anche Simoni, che affronterà i madridisti MONTECARLO DAL NOSTRO INVIATO Il Chelsea di Gianluca Vialli lascia Montecarlo con la Supercoppa d'Europa sotto braccio, dopo averla vittoriosamente contesa al Real Madrid, già eversore della Juventus e prossimo rivale dell'Inter. Uno a zero, squillo di Poyet su tocco di Zola. Partita modesta, meglio il Real nel primo tempo, meglio il Chelsea nel secondo. Risolve un episodio: costruito, non casuale. A fine corsa si è cotti, a inizio stagione si è imballati. Spagnoli e inglesi si pestano senza poesia, è tutto un incedere stitico e avventurato. Poca gente, poco tifo. Dal tunnel sbuca il Vialli-allenatore, giacca e cravatta. Casiraghi e Zola mendicano munizioni. Di Matteo si gioca addosso. Desailly, a centro-campo, non ha ancora capito dov'è, e con chi. Schemi speculari, 4-4-2, il Real non sfonda né a destra, PanucciKarembeu, né a sinistra, Roberto Carlos-Savio. Si corricchia, si spinge per onor di sponsor. Babayaro, al 17', «sporca» un servizio di Zola. Nel giro di quattro minuti, dal 33' al 37', il Real decide, almeno, di provarci. Punizione di Hierro, palo; errore di Ferrer, da Roberto Carlos a Mijatovic, che troppo pretende nello scartare De Goey. Hierro e Sanchis si limitano all'ordinaria amministrazione. Leboeuf maschera le magagne di Duberry. Traffico intasato, con pochi «vigili» all'altezza. Seedorf è più intraprendente di Redondo, frangetta alla Di Caprio, Mijatovic più generoso di Raul. E' un trofeo che sa di officina e attrezzi, più che di vetrina e addobbi. Illgner, non una parata. Primo tempo piatto, secondo un po' più mosso. Tocca al Chelsea. Leboeuf scheggia il palo (uno a uno), Casiraghi, in mischia, batte molle. Gli inglesi, che poco avevano speso, danno ora la sensazione di avere più benzina, ipotesi tutt'altro che campata per aria visto che sono già alla seconda di campionato. Wise e Savio si allacciano nell'erba, ringhiami. E' il 13', quando Hiddink arretra Reaul e richiama l'opaco Karembeu per inserire un altro archibugio, Morientes. Due minuti, e proprio Raul sfo¬ dera un lampo di classe. De Goey sventa allo spasimo. Poyet avvicenda un Di Matteo in panne. Sarà la mossa chiave. Incornate vaganti di Casiraghi, Wise e Hierro, diagonali pensierosi di Poyet e Le Saux, puntatina di Zola: qualcosa si agita. Via Mijatovic, al 28', e dentro Jarni, che si aggiunge a Roberto Carlos sul versante sinistro. Non una grande idea, per la verità. Il destino si compie al 37'. Risolve una rasoiata dell'uruguagio Poyet, su assist di Zola, a rischio di sostituzione già da un pezzo, e rilevato da Brian Laudrup subito dopo il gol. Batta, anch'egli in rodaggio, sfila un rigore netto a Morientes. Hiddink si toghe la giacca, Vialli si mette la coppa. Sono già tre, da allenatore-giocatore, dopa quella di Lega e la coppa delle Coppe. [ro. be.] Un duello tra il serbo Mijatovic del Real Madrid (a sinistra) c l'italiano Di Matteo, centrocampista del Chelsea di Vialli
Luoghi citati: Europa, Madrid, Montecarlo
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