Vieri, sì alla Lazio ma dribbla la Juve

Vieri, sì alla Lazio ma dribbla la Juve Ieri la firma: 48 miliardi all'Atletico, 30 al giocatore per cinque anni; ma oggi diserta la Supercoppa a Torino Vieri, sì alla Lazio ma dribbla la Juve FORNELLO DAL NOSTRO INVIATO Per nove ore Christian Vieri è stato un'ombra vista in fulminei flash dietro le tendine della palazzina della Lazio, o nascosta dietro una colonna sul terrazzo: un'immagine ispiratrice del dubbio che la più ricca transazione del qalcio italiano scomparisse nel nulla e noi fossimo rimasti inutilmente lì, nell'agro romano, dove di bufale se ne vedono tante ma una così grossa non si era mai vista. Vieri alla Lazio è diventato una realtà verso le 19, quando si sono sciolti gli ultimi nodi che nel calcio chiamano eufemisticamente dettagli ma sono particolari che valgono miliardi. In un complicato giro di fax, l'Atletico aveva cambiato le modalità del pagamento rispetto a quanto aveva pattuito giovedì: rate, importi, penali. Cragnotti, in barca al largo della Maremma, ha dovuto rinegoziare gli accordi tra Roma e Madrid e nello stesso tempo garantire alla Consob la limpidezza dell'operazione che ha fatto gonfiare in Borsa le azioni della Lazio. Così si è fatta notte e Vieri ha perso l'opportunità di esordire già questa sera contro la Juve. «E' stata una corsa contro il tempo ma non ce l'abbiamo fatta», hanno spiegato alla Lazio. L'impressione è che non si sia voluto correre troppo: l'idea di calare in scena il giovane Bobo come il «deus ex machina» delle commedie di Aristofane era gagliarda ma un po' pericolosa, in fondo nessuno ha controllato come sta né quanto si sia allenato nell'ultimo e turbolento mese a Madrid. «Abbiamo scambiato due parole, mi sembra che sia pronto e se fosse stato possibile l'avrei mandato in campo per un tempo a Torino», ha detto Eriksson. Talvolta è facile mentire. Di bugie, del resto, se ne sono sentite alcune quando Vieri si è presentato in campo, lui solo, con attorno un nugolo di giornalisti e, lontano, una cinquantina di tifosi: se dovessimo misurare l'entusiasmo dei laziali dal loro numero, saremmo sul freddo stabile. «Sono tornato per nostalgia», ha raccontato Bobo. Nostalgia di cosa? «Ma dell'Italia, sono italiano no? E in nessun Paese si sta meglio che qui». Può essere vero, ma l'ha scoperto negli ultimi dieci giorni? «Me lo dicevo da tempo ma non c'era modo di venire via da Madrid. Qualche giorno fa il mio procuratore mi ha detto che s'era creato uno spiraglio e mi ci sono buttato. La Lazio è un grande club, con grandi ambizioni ed è stata la società più pronta a cogliere l'occasione». Si dimentica, Vieri, che ai giornali spagnoli due giorni fa aveva dichiarato la volontà di restare. Ma se esistesse davvero il girone dei bugiardi, un po' tutti i protagonisti di questa storia dovrebbero salire sul pullman per l'inferno. «In Spagna hanno raccontato molte cose non vere», si difende il Bisontino azzurro. Il litigio con Sacchi? «Una sciocchezza: siamo stati sempre in sintonia e l'altro ieri mi ha parlato per due ore nel tentativo di fermarmi. E' normale che sia deluso». E l'indiscrezione del flirt con una ragazza che l'avrebbe convinto a tornare? «Quello se l'è inventato Gii, il presidente, che mi vuole bene e non voleva cedermi. Pure lui s'è dispiaciuto che me ne andassi. Ma io sono sentimentalmente libero. Libero e solo». Come si usa, Vieri ha parlato di Lazio dai grandi obiettivi, compreso lo scudetto. E, con la stessa prevedibilità, Eriksson ha ammesso che l'arrivo di un centravanti come lui rende possibile ogni traguardo. «Perché Vieri è il calciatore più caro d'Italia? - ha detto lo svedese -. Perché segna molto, perché è potentissimo e forte di testa e veloce. Nella tecnica non vale Maradona tuttavia possiede altre qualità importanti e se è costato più di Ronaldo significa che vale quanto lui e in campionato segnerà almeno altrettanti gol». Si sogna in grande. Ed è giusto che succeda. Per avere Vieri, Cragnotti ha speso uno sproposito ed è arrivato a un passo dalla clamorosa crisi dirigenziale perché il dg Velasco non ha gradito che l'abbiano escluso dal¬ l'operazione. L'ex et del volley, altra scelta forte della Lazio, è arrivato vicino alla rottura. «Capisco che il presidente ha fatto molto per avermi - ha ripetuto l'attaccante -, ha pagato tantissimi soldi ed è stato l'unico a farlo perché a parole mi volevano tutti però quando sentivano le cifre scap- pavano tutti. La Ju- WMSÈBM ve? Ho saputo che era interessata ma chi l'ha mai sentita? Del resto è ancora la squadra più forte, perché ha vinto l'anno scorso». Ora Vieri risponderà alla convoca¬ zione di Zoff, al rientro tenterà di costruire con Salas la coppia delle meraviglie, «la più forte che abbia mai avuto», ha chiosato naturalmente Eriksson. Il 9 settembre esordirà in Coppa Italia. Per dimostrare che i 30 miliardi che incasserà nei prossimi cinque anni non lo rendono solo un uomo ricchissimo ma anche riconoscente. «Finora ho cambiato società ogni anno, qui ho firmato per cinque e conto di restarci per più di un paio». L'ultima bugia? Marco Ansaldo «Sono tornato in Italia perché avevo nostalgia Non l'ho fatto per amore e neppure perché ho litigato con Sacchi» Eriksson: «Con lui e Salas sono a posto» L'operazione ha spiazzato il dg Velasco WMSÈBM Christian Vieri con la maglia n. 32 della Lazio e, a destra, con la bella fidanzata Vaina Continuati, 24 anni di Lucca, cubista di successo in una discoteca della riviera romagnola