Il colore della Russia

Il colore della Russia Imperatori, santi e rivoluzionari: a Vienna centoventi capolavori ripercorrono sei secoli di arte tra Mosca e Ketroburgo Il colore della Russia Dal Medioevo a Stalin, un lungo filo rosso SVIENNA IGNORE Iddio, perdona mio nonno, membro del partito dal 1906, fucilato a —I Mosca nel 1937. Non permettere il ritomo del colore rosso». Ora che in Russia Cernomyrdin tratta apertamente con i comunisti di Zjuganov, diventa drammatico l'anonimo appello scritto, al Museo Russo di San Pietroburgo, sul libro dei visitatori della mostra «Il colore rosso nell'arte russa» che approda il 3 settembre a Vienna dopo il successo riscosso in patria. Dedicare una mostra intera a un colore può sembrare bizarro, ma l'idea non è balzana se si tratta del rosso nell'arte russa. Non solo per le evidenti implicazioni politiche. Ma perché la parola «krasnyj» in russo ha avuto vita molto complicata. Ancora nel 1881 il vocabolario «Dal» riportava due significati: rosso e bello. Oggi non c'è dubbio: «krasnyj» vuol dire soltanto rosso, mentre per bello si adoperano gli aggettivi «krasivyj» e «prekrasnyj», che utilizzano la medesima radice. E a Mosca, come ogni guida turistica racconta per prima cosa, quella che un tempo era la «Piazza bella» è diventata la «Piazza rossa». Si spiega allora l'idea del Museo Russo di San Pietroburgo di organizzare sul tema una intera grandiosa mostra di 120 capolavori che il Kunstforum di Vienna ospiterà sino al 27 novembre in concomitanza con il festival musicale «Wien modem» (31 ottobre - 30 novembre). Una mostra che abbraccia sei secoli d'arte: dalle antiche icone alla pittura imperiale zarista sino agli anni della Rivoluzione, alle avanguardie, alla Russia stalinista. Una storia che viene da lontano e affonda le radici nel mondo contadino. Nelle isbe, le capanne dei contatini, il «krasnyj ugol» (l'angolo bello) era quello in cui stava appe¬ sa, fra ceri e altri abbellimenti, l'icona con il santo. Era rivolto a Sud, l'angolo bello, perché dalle «krasnye okna» (le finestre belle) entrava il sole al mattino. Il motivo per cui i due significati della stessa parola si sono così confusi e intrecciati sta forse nel fatto che in una civiltà nordica e fredda il rosso diventa facilmente sinonimo di calore, bellezza. E nelle icone era il colore dei santi e della Madonna, simbolizzava il sangue di Cristo. Per questo era diventato una simbologia di giustizia nei primi manifesti politici sovietici subito dopo la presa del potere: era un messaggio facile per i contadini che magari non sapevano leggere ma identificavano subito la qualità del personaggio dal colore degli abiti. Per i russi è un colore dunque santo e insieme tragico, pieno di significati e rinvìi che vanno dall'esercito sovietico, l'Armata Rossa, ai proverbi. E si sa che il Palazzo d'Inverno a San Pietroburgo, una volta conquistato dai «rossi» nel ' 17, fu ridipinto in tinta dal tetto al piano terreno. E se nelle antiche icone il carminio è simbolo di santità e martirio, più tardi indica il potere nei ritratti secenteschi dei boiardi dalle vesti sontuose e sgargianti; è teatrale negli abiti delle dame di Briillov all'inizio dell'800; è festoso nei panni delle contadine danzanti dipinte da Maljavin; è di nuovo simbolico nei cavalli, nelle nature morte, nelle Madonne di Petrov-Vodkin; richiama la lotta di classe nel dipinto su- prematista di El Lisickij Con un cuneo rosso sconfiggi i bianchi e testimonia quanto la lotta di classe fosse, anche, una lotta di colori e come il rosso divenne il colore ufficiale della retorica sovietica nei ritratti di Stalin e altri leader. E all'«angolo bello» delle isbe contadine Kazimir Malevic rispondeva con il simbolismo del suo «Quadrato rosso». Che è in mostra al Kunstforum di Vienna insieme agli altri 120 capolavori che comprendono anche quadri di Chagall, Kandinsky, Popova e Rozanova. Quando la mostra si è aperta a San Pietroburgo, i critici hanno ironizzato sul fatto che al Museo Russo erano rossi anche le divise e i nastri fra i capelli dei custodi. Ma soprattutto hanno lamentato il fatto che l'esposizione non fosse programmata anche a Mosca nonostante le due città siano unite da un treno che si chiama «La freccia rossa». Sergio Trombetta Simbolo del sangue di Cristo nelle antiche icone, poi della ricchezza e del potere sovietico; sino all'800 è stato anche sinonimo di «bello» %... f Qui sopra il manifesto della mostra realizzato unendo due quadri di Malevic e Petrov-Vodkin; a sinistra «L'esame della sposa» di Grigorij Mjasoedov; qui accanto Stalin in un ritratto di Fiodor Reshetnikov