Consumatori, una legge per difenderli di Bruno Gianotti

Consumatori, una legge per difenderli Nasce oggi la «281» che riconosce alle associazioni il diritto di tutelare i propri interessi Consumatori, una legge per difenderli «Gli abusi valgono 5 mila miliardi» ROMA. Sarà il sindacato dei consumatori: la legge che entra in vigore oggi darà alle loro associazioni il pieno diritto di tutelare i propri interessi di fronte allo strapotere delle grandi società, alle furbizie delle piccole ed alle famose clausole scritte in caratteri illeggibili sul retro dei moduli. Come i sindacati, le associazioni riconosciute saranno interlocutori di governo, Parlamento e pubblica amministrazione, potranno intentare cause legali, far restituire il maltolto ai cittadini e farsi valere fino all'Ue. Un diritto teorico, per ora, perché si dovrà attendere una sessantina di giorni il regolamento di iscrizione emanato dal ministero dell'Industria (all'interno del quale sarà operativo il Consiglio nazionale degli utenti e dei consumatori). A novembre, quindi, saranno legittimate ad agire in giudizio, a tutela degli interessi collettivi, solo le associazioni dei consumatori che risulteranno iscritte. Ma conta il principio. E si prevedono tempi duri per i contratti. Soltanto l'Adusbef, una delle associazioni più combattive, sostiene che la nuova legge vale già per i consumatori almeno 5 mila miliardi, molto più di un'Eurotassa. Nel suo mirino ci sono già 20 società che avrebbero indebitamente trattenuto denaro dei cittadini. Prima in lista, Telecom (che ha già replicato definendo ingiustificati tutti i rilievi), con le musichette fornite come «optional» all'abbonato. Un disco che finisce per costare carissimo a chi chiama, specialmente se è in teleselezione, perché il contascatti procede inesorabile, proprio come se si stesse parlando con l'altro abbonato. Musica da mille miliardi, dice l'associazione e chiederà che vengano restituiti, insieme con la «tassa sui campanelli» (750 miliardi), i mancati rimborsi dell'anticipo conversazioni agli utenti che hanno la domiciliazione della bolletta (altri 750) e con i costi del 1717 che fornisce la lettura del contatore (50 miliardi). In tutto, con le altre richieste, una bolletta da 2550 miliardi che mette la società telefonica in pole position nel gran premio delle contestazioni. A ruota seguono banche, con un conto da 2 mila miliardi, e assicurazioni. Motivati per le banche da: clausole vessatorie nei contratti di mutuo che prevedono un limite alla discesa del tasso variabile (ma non alla crescita) e per quelle presenti in molti contratti di conto corrente. Per le assicurazioni: mancati rimborsi, ritardi nei pagamenti dei sinistri, costi a carico dell'utente tenuti nascosti, mancato rispetto delle norme nella notifica dell'aumento dei premi e nei criteri per gli aumenti. Ma non è finita. Dovranno rendere conto dei regolamenti al popolo dei consumatori anche le società che gestiscono le carte di credito: anziché scaricare totalmente sull'utente il rischio d'impresa, dovranno (secondo l'Adusbef) adeguare contratti e procedure, eliminando posizioni di vantaggio abusive e vessazioni (come può capitare se si smarrisce o si subisce il fur¬ to di carta di credito o Bancomat). La legge non nasce però in un clima sereno. C'è guerra tra le associazioni e l'Adoc, un altro organismo di tutela dei consumatori, ha già annunciato un ricorso alla Corte Costituzionale con il quale chiede che il provvedimento sia invalidato. Secondo il presidente Vincenzo Donvito con la legge «avremo più burocrazia (battezzata consumerocrazia) e più poteri per chi userà il denaro pubblico per avere più presenza sul territorio e per questo apparire utile». Per questa legge, sostiene l'Adoc, hanno valore solo le associazioni che abbiano una struttura come i patronati sindacali che percepiscono denaro da coloro verso cui dovrebbero indirizzare le loro rimostranze: «Un valore quindi puramente di facciata». L'Adoc se la prende con il ministero dell'Industria «che controlla i fruitori dei suoi servizi e dei suoi prodotti». Positivo, invece, il giudizio di Rifondazione: «E' una buona legge sostiene Leonardo Caponi presidente della commissione Industria del Senato - e sono esterrefatto che qualche associazione di consumatori non la pensi così, visto che erano tutte d'accordo». E il ministero di Pierluigi Bersani ricorda che la legge sulla tutela dei consumatori, colma una grave lacuna e consente di riconoscere «come interlocutori del governo, del Parlamento e dell'amministrazione centrale le associazioni maggiormente rappresentative a livello nazionale». Bruno Gianotti Il ministro dell'Industria Pierlugi Bersani

Persone citate: Bersani, Leonardo Caponi, Pierluigi Bersani, Vincenzo Donvito

Luoghi citati: Roma