Prodi tende la mano al Vaticano
Prodi tende la mano al Vaticano Il capo del governo e il caso Giordano: «Ogni cura perché i rapporti siano sempre buoni» Prodi tende la mano al Vaticano Il Papa al Quirinale in ottobre CITTA' DEL VATICANO. Giovanni Paolo II andrà in visita al Quirinale nell'ottobre prossimo. La notizia non è ancora ufficiale; ma forse non casualmente è stata fatta filtrare ieri dal Vaticano, come un gesto distensivo, se non di buona volontà dopo le cannonate diplomatiche collegate al «caso Giordano». E parole concilianti le ha pronunciate ieri anche il presidente del Consiglio, Romano Prodi, rispondendo a una domanda a bruciapelo sulle relazioni fra lo Stato e la Santa Sede: «Posso assicurare - ha detto Prodi che metteremo ogni cura perché questi rapporti, che sono sempre stati buoni, continuino ad essere buoni». Il luogo in cui la frase è stata pronunciata era quantomeno ispirante buoni sentimenti: Prodi stava terminando di visitare il Sacro Convento francescano di Assisi. Per la verità dopo la protesta della Santa Sede consegnata all'ambasciatore italiano si ò avuto anche un seguito di «ostilità» diretto verso il governo, che nelle dichiarazioni di Prodi e Veltroni sembrava voler sminuire l'importanza delle violazioni concordatarie, e negare alla radice il problema. Le bordate sono partite dal quotidiano dei vescovi, «Avvenire», che ha dedicato due intere pagine al caso Giordano corredate da un commento di uno dei più autorevoli editorialisti, Gianfranco Garancini. Nel silenzio quasi totale dei mezzi di informazione ecclesiastica sulla vicenda Giordano l'editoriale ha assunto il valore di documento rivelatore della strategia della Conferenza Episcopale e della Santa Sede. Scrive Garancini che il passo diplomatico della Santa Sede sposta il problema sul piano dei rapporti internazionali, e «il governo non basta più che dica che il procuratore di Lagonegro ha rispettato le leggi»; deve dire se il magistrato ha portato lo Stato a «violare le norme di un patto internazionale». Questa situazione «mette a nudo alcune verità scomode: per esempio che il comportamento di un procuratore (di qualunque procuratore, come di qualunque magistrato) non coinvolge solo la sua "autonomia" e quindi il suo "potere" e la sua responsabilità, ma coinvolge l'immagine, la volontà, la responsabilità dello Stato». E posto che per lo Stato risponde sempre il governo in carica, tocca all'esecutivo sciogliere l'intreccio e rispondere al quesito che pone «Avvenire»: «se il procuratore di Lagonegro si è comportato legittimamente, si è comportato legittimamente anche lo Stato italiano; se no, no». Garancini conclude il suo fondo con una sottolineatura: «crediamo che questo richiamo alla responsabilità pubblica possa fare riflettere sulla necessità di comportamenti più omogenei, più uguali, più immediatamente riferibili a un'interpretazione condivisa delle norme, anche nell'applicazione del nostro ordinamento». E qualche dubbio lo manifesta anche il magistrato di cassazione Ferdinando Imposimato, ed ex parlamentare del Pds: «la divulgazione anticipata dell'informazione di garanzia, le intercettazioni telefoniche che non sembrano necessarie, le pressioni esercitate sui testimoni e soprattutto l'utilizzo di denunce anonime il cui uso processuale è rigorosamente vietato dalla legge, suscitano il dubbio che siano stati violati alcuni principi del giusto processo». Il ministro Flick e il presidente del Consiglio «avrebbero dovuto prestare mag¬ giore attenzione prima di liquidare la vicenda con uno sbrigativo e superficiale "tutto in regola"». La risposta dell'esecutivo italiano non verrà prima della prossima settimana. Ma intanto ieri si è saputo che Papa Wojtyla andrà a trovare il presidente Scalfaro intorno al 20 ottobre, in occasione del ventesimo anniversario dell'elezione al Soglio di Pietro. La visita non è stata decisa ieri: «Nella primavera scorsa - ha dichiarato Joaquin Navarro Valls, portavoce vaticano - il presidente Scalfaro aveva invitato il Santo Padre ad una visita al Quirinale. Giovanni Paolo II aveva accolto l'invito, ripromettendosi di andare nel mese di ottobre. Nei prossimi giorni, appena stabilito 0 protocollo, sarà dato l'annuncio ufficiale della visita». Sarà la settima visita di un Papa al Palazzo presidenziale ed ex reggia, vaticana prima, e dei Savoia poi. Giovanni Paolo II si recò a trovare il presidente Pertini il 2 giugno 1984; sono passati sei anni da quella che Scalfaro compì in Vaticano il 27 novembre 1992. Marco Tosatti Si scava nel passato del fratello: a cominciare da un ammanco nella banca in cui lavorava À li cardinale di Napoli, Michele Giordano. A sinistra: il fratello dei prelato, Mario Lucio e, accanto, il procuratore Michelangelo Russo
Luoghi citati: Assisi, Citta' Del Vaticano, Lagonegro, Napoli
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