Elisabetta: ho imparato la lezione di Diana di Fabio Galvano

Elisabetta: ho imparato la lezione di Diana Lunedì l'anniversario della morte della principessa, ma solo il 6% degli inglesi la commemorerà Elisabetta: ho imparato la lezione di Diana «Da quando è scomparsa sono più vicina alla mia gente» LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Ho imparato la lezione, fa sapere Elisabetta mentre l'Inghilterra si prepara a celebrare lunedì il primo anniversario della morte di Diana. «La regina ascoltava prima, ma ascolta con maggiore attenzione da quando la principessa è scomparsa», recita un comunicato a sorpresa, letto da una portavoce. Questa volta Buckingham Palace non si lascia travolgere dagli eventi, anzi li anticipa. Il ricordo della «regina di cuori» è sotto controllo: non ci saranno per Diana cerimonie pubbliche, in quella che è tradizionalmente una festa nazionale paragonabile al nostro Ferragosto, fatta di gite e di picnic; ma soprattutto - come rivela un sondaggio Gallup pubblicato ieri dal «Daily Telegraph» - lo stesso «popolo di Diana» tira i remi in barca e soltanto il 6% dice che farà qualcosa, lunedi, per ricordare la principessa. Il pellegrinaggio a Kensington Palace è già cominciato, ma è ordinato e prudente. I fiori si ammucchiano davanti al cancello, ma non sono il mare di un anno fa. E sebbene la «febbre» di Diana abbia ormai investito i giornali e la televisione, Londra ha un aspetto nonnaie sotto il pallido sole di un'estate arrivata in ritardo, mentre migliaia di vacanzieri sfollano dagli aeroporti per un ultimo lampo d'estate su altri lidi. La famiglia reale è in Scozia, nel castello di Balmoral; dove in forma strettamente privata parteciperà lunedì con il primo ministro Tony Blair e la moglie Cherie a un servizio religioso in memoria della princi¬ pessa nella chiesetta di Crachie. Ci saranno anche William e Harry, mentre gli Spencer - il fratello, le sorelle, la madre di Diana - saranno nella tenuta di Althorp, che chiude domani sera i battenti del suo controverso museo. Voglio essere con il mio popolo, fa sapere la sovrana: metà della battaglia, a un anno dagli scossoni che per un momento parvero mettere in dubbio il futuro della monarchia, è vinta. «Sua Maestà - afferma il breve comunicato - vuole trascorrere più tempo di qualità con la gente». Insomma, nel solco di Diana intende approfondire gli incontri. Non fermarsi sull'uscio e salutare con un gesto della mano, ma entrare, interessarsi, cercare quel contatto umano che era stato la grande arma di Diana. Dal 1° settembre a Buckingham Palace en- tra Simon Lewis: 39 anni, avrà uno stipendio di quasi 700 milioni annui e l'incarico di Communications Secretary, cioè responsabile diretto dell'immagine di Elisabetta e della famiglia reale nella grande impresa di relazioni pubbliche volta a salvare la monarchia. Ma già da qualche settimana la regina ha cambiato stile, cercando di ereditare l'aureola di Diana, visitando per la prima volta un McDonald's e un pub, parlando con le vittime dell'Aids, partecipando a una lezione scolastica. «Si è deciso - dice il comunicato - di adottare una maggiore informalità»; ma anche di includere nell'agenda di Elisabetta «visite più all'unisono con la vita di tutti i giorni». «La principessa era brava a scegliere i temi e noi dobbiamo imparare a farlo». Lo sforzo non passa inosservato. Il sondag- gio Gallup, che registra anche un 69% di inglesi favorevoli a una celebrazione privata di Diana e un 44% che accanto ai meriti della principessa ne riconosce i difetti, dice (58% di sì) che la famiglia reale è più in sintonia con gli umori della nazione. Un «affaticamento da Diana», come suggerisce il «Daily Telegraph»? Forse no, ma quest'anniversario sarà sicuramente meno agitato di quanto molti supponessero. Persino Mohamed al-Fayed è stranamente silenzioso. A bordo dello yacht Jonikal, ribattezzato Soker, ha ripercorso ogni tappa dell'ultima crociera di Diana e Dodi. Ma lunedì sarà puntuale nei magazzini Harrod's: per inaugurare, in una grande vetrina, una scultura di bronzo dei tragici amanti. Fabio Galvano

Persone citate: Gallup, Simon Lewis, Tony Blair

Luoghi citati: Inghilterra, Londra, Scozia