Lockerbie, la beffa di Gheddafi di Franco Pantarelli
Lockerbie, la beffa di Gheddafi L'Orni ha votato la revoca delle sanzioni ma solo al momento dell'arrivo in Olanda degli imputati Lockerbie, la beffa di Gheddafi Tripoli non consegnerà i due accusati NEWTORK NOSTRO SERVIZIO La risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'Orni per togliere le sanzioni imposte alla Libia nell'ormai lontano 1992 è pronta, è stata votata giovedì sera all'unanimità, ma per diventare operativa deve ancora accadere una cosa: i due uomini accusati di aver messo la bomba sull'aereo Pan Am esploso nel dicembre 1988 nel cielo di Lockerbie devono arrivare all'Aia, in Olanda, per essere processati. Il ripiego su quella sede è stato annunciato da Stati Uniti e Gran Bretagna alcuni giorni fa per andare incontro alla posizione libica, secondo cui per garantire un processo «corretto» era necessaria una sede neutra. Ma ora che quella concessione è stata fatta non è ancora chiaro se e quando saranno consegnati i due uomini: Abdel Basset Ali al-Megrhai e Lamen Khalifa Fhimah, indicati come membri dei servizi segreti libici. Il rappresentante libico all'Orni, Abuzed Omar Dorda, ha aspramente criticato i sei anni di sanzioni imposte al suo Paese, ha protestato per la brevità del tempo a disposizione per rispondere, ma ha anche detto formalmente che la Libia «accetta che i due sospetti siano processati da un tribunale scozzese in Olanda. Questa nostra posizione è seria ed è irreversibile». Non precisa, però, perché prima delle solenni dichiarazioni di Dorda, lo stesso colonnello Ghed- dafi, in un'intervista alla Cnn, aveva chiesto garanzie per evitare «trucchi» da parte di americani e inglesi. In cosa dovessero consistere le garanzie Gheddafi non lo ha detto, ma ieri un comunicato del ministero degli Esteri di Tripoli ha chiesto esplicitamente alle «parti in causa, gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e l'Olanda, di avviare il più presto possibile un negoziato con la Libia sulle procedure giudiziarie». Il risultato di quei negoziati, dice ancora il comunicato libico, dovrà avere una sorta di «timbro» del segretario generale dell'Onu Kofi Annan, in modo da assicurare che ciò che viene deciso sarà poi rispettato. Ancora una volta non ci sono dettagli, ma è da supporre che la Libia voglia precisazioni su chi esattamente terrà in custodia i due uomini e voglia discutere sulla clausola in cui si prevede che, se condannati, dovranno scontare la pena in Inghilterra. Tripoli, insomma, «non si fida» di Usa e Gran Bretagna e basa la sua diffidenza proprio su ciò che avvenne nel 1992, quando del tutto inaspettatamente (tanto che gli stessi familiari delle persone morte in quell'attentato furono colti di sorpresa), gli investigatori americani e inglesi abbandonarono di colpo la «pista siriana», che fino a quel momento avevano sempre detto di seguire, per indicare i due libici come responsabili dell'attentato. La Siria poco prima aveva guadagnato dei «meriti» per essersi schierata contro Saddam Hussein nella guerra del Golfo. Ma se Gheddafi diffida di americani e inglesi, figuriamoci loro di lui. Il segretario di Stato Madeleine Albright ha già detto che non c'è niente da negoziare e che l'unica cosa che la Libia deve fare, per vedere la fine delle sanzioni, è consegnare i due uomini alle autorità olandesi. E il rappresentante inglese all'Onu, Stephen Gomersall, le ha fatto eco dicendo che «questo per la Libia è il momento della verità: deve dimostrare di dare seguito agli impegni che ha assunto». Le sanzioni prevedono l'embargo diplomatico; il «bando aereo»; il divieto di vendere armi a Tripoli; il congelamento di alcuni beni libici all'estero e limiti nella vendita alla Libia di tecnologia petrolifera. Franco Pantarelli Il Segretario di Stato Usa: «Non c'è niente da negoziare Deve solo rispettare le promesse» I libici Abdel Basset Ali al-Megrahi e Khalifa Fhimah, accusati per la strage di Lockerbie
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