«Imporrò la sharia in Pakistan»

«Imporrò la sharia in Pakistan» Benazir Bhutto accusa: «Vuole trasformare il Paese in uno Stato di taleban. Non ci riuscirà» «Imporrò la sharia in Pakistan» Il premier Sharif cavalca la carta dell'integralismo scatenato dal raid Usa contro il vicino Afghanistan % ISLAMABAD. Con una mossa volta a placare l'offensiva degli integralisti innescata dal bombardamento americano in Afghanistan, il primo ministro pachistano Nawaz Sharif, intervenuto ieri al Parlamento, ha proposto ieri una riforma costituzionale che farà della sharia (legge coranica), la legge fondamentale del Paese. Nel suo discorso alle Camere, trasmesso in diretta radiotelevisiva, Sharif ha detto che la riforma stabilirà che il Corano e la Sunna (l'insieme di tradizioni legate all'attività del profeta Maometto), saranno alla «base di tutte le leggi» pachistane. Secondo la stampa pakistana l'articolo due della Costituzione, nel quale si afferma che «l'Islam è la religione di Stato», verrà trasformato e reciterà che «il Corano e la Sunna sono alla base della legislazione pakistana». Nawaz Sharif non ha però chiarito tutte le implicazioni della riforma e finora non ci sono stati commenti da parte degli integralisti. Il primo ministro, tuttavia, ha affermato di voler introdurre «Un vero sistema islamico: leggeri cambiamenti non sono sufficienti (...). Voglio che sia introdotto un sistema completo di leggi islamiche dove il corano e la Sunna siano il punto di riferimento supremo». La leader dell'opposizione, l'ex premier Benazir Bhutto, ha detto che il Pakistan «è già uno stato islamico» ed ha accusato Sharif di voler trasformare il Paese in uno «stato di Taleban», riferendosi alla milizia integralista al potere nel vicino Afghanistan. I Taleban («studenti di teologia») hanno vietato lo studio ed il lavoro femminili ed hanno introdotto pene come il taglio delle mani, la fustigazione e la lapidazione. «Ci sarà una forte reazione ad ogni tentativo che vada in quella direzione», ha detto la Bhutto. Fonti della minoranza cristiana pachistana, tuttavia, giudicano la proposta come un «semplice tentativo di placare gli integralisti islamici», che non avrà conseguenze pratiche di rilievo. E lo stesso Sharif ha detto che la riforma non violerà i diritti delle minoranze né quelli delle donne, ma anzi produrrà benessere e «giustizia sociale». In seguito al bombardamento americano di giovedì scorso contro le basi in Afghanistan del saudita Osama bin Laden, la popolarità dello stesso Laden e dei Taleban che lo ospitano è cresciuta a dismisura. Migliaia di giovani partecipano alle quotidiane manifestazioni contro gli Usa, Israele e il governo di Sharif, accusato di esserne «complice». I giovani dimostranti inneggiano a Laden e gridano slogan come: «Chi salverà il Pakistan? I Taleban, i Taleban». Nel corso di una delle recenti dimostrazioni, gli oratori hanno «ammonito» le minoranze religiose a non protestare per la «legge contro la blasfemia». Quattro mesi fa il vescovo di Faisalabad (la terza città del Pakistan), John Joseph, si è suicidato per protesta contro la legge, che secondo le minoranze viene usata come strumento di oppressione e di discriminazione contro di loro. Il partito di Sharif, la Lega musulmana, ha la maggioranza sufficiente ad introdurre la riforma nella Camera bassa del Parlamento, mentre al Senato avrà bisogno dell'appoggio di alcuni gruppi dell'opposizione. Secondo la proposta del premier, che sarà discussa nei prossimi giorni, il sistema giudiziario sarà riformato e la giurisdizione sarà affidata ai tribunali islamici. Il processo di «islamizzazione» del Pakistan fu iniziato alla fine degli Anni Settanta da Zulfikar Ali Bhutto, padre di Benazir Bhutto, e fu irrigidito dal dittatore militare Zia ul-Haq. Tuttavia il sistema giudiziario attuale è ancora in larga parte basato sulle leggi britanniche e sul diritto anglo-sassone. [Ansa] Ma la minoranza cristiana sembra tranquilla: «Non Gambiera nulla» % Il capo del governo pachistano Nawaz Sharif

Persone citate: Benazir Bhutto, Bhutto, John Joseph, Nawaz Sharif, Osama Bin Laden