Chi ama la grandinata e chi sogna l'ombrello
Chi ama la grandinata e chi sogna l'ombrello Chi ama la grandinata e chi sogna l'ombrello COME DIFENDERSI NELLA TURBOLENZA CHE cosa fare nel bel mezzo di una grandinata? Aprire l'ombrello o, per chi non ce l'ha, cercare riparo nel classico portone. Scegliendo questa metafora per il più nero weekend borsistico dell'anno, vediamo che cosa deve fare "hi, beato lui, è in casa; chi è fuori e ha l'ombrello e, infine, che cosa deve fare chi è alla ricerca del portone più vicino. RISPARMIO IN CASA Ci sono due categorie. I primi, quelli che non escono proprio mai, cioè hanno sempre investito in titoli di Stato o al massimo in fondi comuni monetari od obbligazionari, possono guardare alle «yelate», ai «crolli», ai «tonfi» con il distacco, e magari anche con una punta di soddisfazione, tipici di chi ha sempre pensato che la «Borsa è una bisca o una truffa» e che le persone «furbe o prudenti» ne devono stare alla larga. Fasi come questa li rafforzano nella loro convinzione. I secondi sono quelli che, per scelta propria o perché influenzati dai moniti di Alan Greespan (il presidente della Banca federale Usa) o dai consigli dei loro promotori o consulenti bancari particolarmente ispirati, si sono sbarazzati per tempo di tutto ciò che avevano in Borsa, azioni o fondi azionari, e si godono la soddisfazione di aver azzeccato il mitico «timing», il tempo giusto per vendere. Parcheggiati nel tranquillo reddito fisso (oggi è consigliabile un mix di reddito fisso e di titoli indicizzati, come i Cct), stanno ora magari già pensando a quale sarà il momento giusto per rientrare nell'investimento a rischio (ossia per uscire di casa e godersi il prossimo periodo di bel tem- po). Questa seconda categoria, a differenza della prima, sa infatti anche apprezzare, oltre alla sicurezza blindata delle obbligazioni, le sane boccate ossigenanti delle Borse con il vento in poppa. CON L'OMBRELLO Sono quelli che hanno investito nelle obbligazioni (index bond), nelle polizze sulla vita (index linked) o nei fondi comuni «garantiti» indicizzati alle Borse. Costoro si ritrovano con prodotti finanziari che hanno un minimo rendimento assicurato o che, al minimo, restituiscono il capitale investito. L'aggancio alle Borse è un «di più» che, a scadenza, potrebbe aumentare il rendimento finale in caso di rialzo dell'indice nel periodo considerato. La durata, di solito da un minimo di 4 anni in su, consente ai sotto¬ scrittori un atteggiamento distaccato di fronte alle fasi negative, come l'attuale, così come non autorizza entusiasmi nei momenti di euforia. I conti, insomma, si fanno alla fine ma il risultato della partita è, come dire, addomesticato. Suggerimento: non resta che attendere. SENZA OMBRELLO Ormai, la maggioranza degli italiani. Da quando le grandi privatizzazioni hanno distribuito a milioni di sottoscrittori titoli Eni, Telecom, Aem eccetera e i fondi comuni hanno preso il posto dei Bot, a seguito del forte ribasso dei tassi d'interesse, nei portafogli delle fanùglie, le azioni sono entrate nell'orizzonte finanziario di tantissima gente. Più o meno consapevole della scelta fatta. Per gli ultimi arrivati, questo difficilissimo week- end è il battesimo del fuoco dell'investimento a rischio: chi ha comprato sull'onda del 100 e passa per cento realizzato da Piazza Affari nel corso dell'anno scorso ha imparato che, avendo 10 milioni puntati sulla Borsa italiana, si può perdere anche mezzo milione in una mattinata. Ma li si perde, ecco il punto, solo se si fugge, irrazionalmente, e si chiude la posizione vendendo. Il portone sicuro, per chi è esposto sui mercati azionari, è oggi da ricercare in se stessi, nella freddezza del proprio comportamento e nelle leggi del mercato finanziario, che recitano: le azioni (e, soprattutto, i fondi azionari) esigono tempi medio-lunghi per dispiegare il loro potenziale di successo. A chi è scettico sulle virtù del tempo di correggere le perdite, suggeriamo due rifles¬ sioni. La prima: se avevano ragione personaggi come Greenspan (e Romano Prodi da noi) quando suggerivano razionalità nel non cedere alle lusinghe di un mercato troppo «toro» (visto che, infatti, si è ora corretto al ribasso), perché non continuare a dar retta alle stesse voci che, oggi, invitano a mantenere la calma e a non cedere al panico? La seconda: chi pensa che è bene vendere dopo un crollo di 5 o di 10 punti in un paio di sedute sappia che, dall'altra parte, trova qualcuno che compra. Dal momento che anche il compratore è informato della caduta dei prezzi, perché quest'ultimo lo fa? Perché è più stupido di chi vende? Non sarà piuttosto che sta semplicemente comportandosi come insegna l'adagio «vendi quando tutti comprano e com¬ pra quando tutti vendono»? Chi è lo stupido e chi è il furbo? AMANTI DEL BRIVIDO Sono i cosiddetti speculatori, che proprio nei momenti di maggiore variabilità dei listini trovano il terreno più fertile per le loro iniziative. Per costoro il «timing» non è quello delle fasi di orso o di toro evidenziate dai grafici settimanali o mensili, ma quello scandito dalle variazioni sul video, minuto per minuto, del valore degli indici. Sono gli spericolati frequentatori del campo minato dei derivati. Quando infuria la tempesta e, come è accaduto nella sola seduta di ieri, si passa da meno 6 a meno 0,5 e poi si ritorna a meno 2,5 in una drammatica alternanza di tendenze, costoro si trovano nelle condizioni ideali per amplificare i guadagni anticipando anche solo di qualche minuto il trend al rialzo o al ribasso. Gli strumenti tecnici utilizzati (dai premi alle opzioni ai futures) funzionano secondo un meccanismo terribile, capace di moltiplicare l'ampiezza della variazione attraverso il cosiddetto effetto «leva»: si puntano 100 lire su un certo andamento ma è come se si scommettesse per un valore di 1000: con l'ovvia conseguenza di dilatare nel bene i guadagni e nel male le perdite. Altro che ombrello: chi ama questo clima elettrizzante non cerca ripari ma emozioni fortissime. Indifferente alla sorte di Borse e valute, può giocarsi una fortuna in poche ore: un azzardo adatto a pochissime mani esperte, non certo ai risparmiatori. Glauco Maggi Quelli che hanno venduto tutte le loro azioni ora aspettino tranquilli il ritorno del bel tempo Il campo minato dei «derivati» piace agli amanti del rischio ma è un azzardo riservato soltanto a poche mani esperte Operatori al lavoro nella Borsa di Wall Street: un'altra giornata di sofferenza per il più grande mercato finanziario dell'Occidente In alto, Stefano Preda presidente della Borsa
Persone citate: Alan Greespan, Glauco Maggi, Greenspan, Romano Prodi, Stefano Preda
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