Il fondo: no al ritorno sovietico

Il fondo: no al ritorno sovietico Il fondo: no al ritorno sovietico Camdessus: sarebbe un errore gravissimo NEW YORK. Dopo una giornata convulsa di consultazioni e di analisi delle notizie che arrivano da Mosca il direttore del Fondo Monetario Internazionale, Michel Camdessus, ha rotto gli indugi: «Se la Russia torna ad un'economia centralizzata di stile sovietico, subirà gravissime conseguenze». D'altro canto Camdessus ha assicurato che il Fmi continuerà a aiutare la Russia se adotterà le riforme previste «orientate verso il mercato». La dichiarazione di Camdessus mette in sospeso la seconda rata di quel «pacchetto» di quasi 23 miliardi di dollari stanziati nel giugno scorso dal Fondo monetario internazionale. Del resto, a giudicare dall'aria che tirava ieri nel palazzo dell'Fmi a Washington, le possibilità che l'ex seconda potenza mondiale, in mancanza di garanzie, venga «lasciata a se stessa» sono molto forti. La seconda rata (uguale a quella già erogata in giugno: 4 miliardi e 800 milioni di dollari), dovrebbe essere versata nelle esangui casse russe entro il 15 settembre, ma contro quell'operazione si stanno pronunciando davvero in molti. Innanzitutto i «tecnici» dell'Fmi, che ancora non riescono a mandare giù quello che loro chiamano il «futile modo» in cui Mosca ha usato la prima rata (cioè cercando di sostenere il corso del rublo, un'impresa votata al fallimento), ma anche i «politici», decisamente disamorati dal cosiddetto «ritorno di Cernomyrdin». Perfino gli americani, finora i più strenui sostenitori della Russia di Boris Eltsin, sono cauti, anzi preoccupati. Il numero due del Tesoro, Summers, ha dichiarato che «un ritorno all'economia centralizzata in Russia - con prezzi controllati 0 peggio nazionalizzazioni - sarebbe un grave errore e provocherebbe instabilità». Michel Camdessus, che del Fmi è il direttore, li ha presi in parola e l'altro giorno (ma si è saputo solo ieri) è volato in Crimea a discutere segretamente proprio con Cernomyrdin, tutti e due ospiti del Presidente del'Ucraina Leonid Kuchma. Ieri Camdessus se n'è stato tutta la mattinata chiuso con i membri del Consiglio esecutivo dell'Fmi ad analizzare il risultato di quella discussione. Quale che fosse, le notizie da Mosca non lo hanno rassicurato, anzi. 1 negoziati che Cernomyrdin sta conducendo per formare la «grande coalizione» destinata a sostenere il suo governo vanno in una direzione che è l'esatto contrario di quella indicata dal Fmi: inversione di marcia nelle privatizzazoni, stabilimento di prezzi «fissi» per alcuni prodotti, ripresa alla grande della spesa pubblica e perfino emissione di nuovo denaro con la conseguente ripresa al galoppo dell'inflazione. La previsione logica era dunque che l'annuncio di Camdessus sarebbe stato, come è stato, una sorta di «niente nuovi soldi», come del resto il ministro delle Finanze tedesco, Theo Waigel, ha chiesto apertamente. [f. pant.] Il direttore del Fondo monetario internazionale Michel Camdessus

Luoghi citati: Crimea, Mosca, New York, Russia, Washington