Handicap e scuola privata di Oreste Del Buono

Handicap e scuola privata Handicap e scuola privata Egr. Sig. Del Buono, mi è capitato di leggere un articolo su una rivista chey si occupa del «sociale», in merito ài finanziamenti pubblici alle scuole private. Si fa un gran parlare oggi dei finanziamenti statali alle scuole private, che sono gestite soprattutto da organizzazioni religiose. In primo luogo non occorrerebbe valutare se questi finanziamenti possano essere erogati? L'art. 33 della Costituzione non afferma che «enti e privati hanno diritto di istituire scuole e istituti di educazione, senza onere per lo Stato»? Giuseppe D'Angelo, Nichelino e ENTILE Signor D'Angelo, la ringrazio per il suo intervento su un tema di indubbia attualità. La sua lettera continua: «"Senza" significa ancora "senza" o va interpretato "con"? In secondo luogo, quali sono le benemerenze sociali della scuola privata? E' più libera di quella pubblica? Quali garanzie ha il personale docente quando non condivide l'ideologia del propietario della scuola? Inoltre, le scuole private, in particolare quelle religiose, sono veramente aperte a tutti gli scolari, siano essi bianchi o neri, handicappati o soggetti non colpiti da disabilità? Quale svolta è stata data dall'inquietante dichiarazione fatta da Salvatore Nocera (Consigliere del Movimento Apostolico Ciechi) alla VII Conferenza internazionale del Hande scpriv dicap uola ata Pontifìcio Consiglio della Pastorale per gli operatori, sul tema "Le vostre membra sono il corpo di Cristo - Le persone handicappate nella società" secondo cui si constata che ancora molte scuole cattoliche rifiutano la frequenza ad alunni con handicap, invitando i genitori a iscriverli negli istituti speciali nei quali, pur con le migliori prestazioni professionali, i bambini ed i giovani perdono la ricchezza degli scambi relazionali con compagni non handicappati e vengono posti in un circolo di emarginazione che li escluderà dall'inserimento sociale". E' possibile avere dai fautori del finanziamento pubblico l'elenco delle scuole private materne, elementari e medie delle dieci principali città italiane che accolgono anche bambini con handicap intellettivi o autistici o psicotici o con disturbi caratteriali? Per correttezza informo che l'articolo che ha ispirato le mie riflessioni è appaiso a pag. 50 del numero 119 della rivista Prospettive Assistenziali». Gentile Signor D'Angelo, la sua segnalazione mi fa riflettere, e molto. Vorrei riuscire a rispondere almeno a qualcuno dei tanti interrogativi. Oreste del Buono

Persone citate: Consigliere, D'angelo, Del Buono, Gentile Signor D'angelo, Giuseppe D'angelo, Salvatore Nocera