Addio al real profilino di Fabio Galvano
Addio al real profilino Chiude dopo 228 anni la Yardley, la marca preferita della Regina Madre e di Linda Evangelista Addio al real profilino NEPPURE una Linda Evangelista epidermica e ammanettata è valsa a scacciare il «profumo di stantio»: quello che dopo 228 anni di tenace attività, in un mondo in cui il profumo dev'essere quello alla moda, ha condannato la Yardley al fallimento. Rinomata industria di profumi, era - sul piano commerciale - una delle 10 aziende più vecchie d'Inghilterra; ma la sua scomparsa - si stanno affannosamente cercando compratori, per salvare i 300 dipendenti - è piuttosto paragonabile alla fine di una rosa che appassisce. Una rosa d'Inghilterra, un'icona al tempo passato: proprio l'immagine che ha scatenato il tracollo. Intere generazioni d'inglesi ma il marketing era internazionale - hanno consumato profumi, saponi, ciprie, rossetti e fondotinta della Yardley. E' stato uno dei grandi nomi nell'elite delle grandi profumerie: ha avuto per la sua pubblicità ambasciatrici d'eccezione - Jean Shrimpton e Twiggy negli Anni Sessanta per giocare la carta della minigonna e di Carnaby Street, più recentemente Helena Bonham Carter, ora la Evangelista - ma alla fine è rimasta, nonostante gli sforzi per svecchiare l'immagine e una gamma di prodotti non certo da vecchiette, il profumo della regina madre, che con i suoi 98 anni è un'orsacchiona molto amata dagli inglesi ma non certo un catalogo di quello che è la moda «in». Nei tempi gloriosi - inizio Anni Settanta - la Yardley aveva persino sponsorizzato in Formula Uno la McLaren di Denny HuLme: già allora, evidentemente, si sentiva il bisogno di svecchiare il marchio. Non è bastato. La società, che era stata prelevata nel 1990 da un consorzio di banche americane, ha un buco di bilancio di 120 milioni di sterline, circa 350 miliardi di lire. E' asfittica e gli stemmi come fornitrice della real casa non sono più sufficienti ad attirare il pubblico più giovane. Perché i veri rivali non sono le case di Roma e di Parigi, ma piuttosto i Calvin Klein, Donna Karan e Tommy Hilfiger di questo mondo, che si sono impadroniti dell'immensa nicchia del mercato giovane. «E' 0 talco che si regala alla nonna», sottolineano impietosi i giornali inglesi. E poi osservano, altrettanto impietosi, che neppure la campagna pubblicitaria sexy con Linda Evangelista ha avuto molta fortuna: il mercato arabo, per esempio, era molto più legato alla tradizionale immagine della «rosa inglese», tuttora uno dei prodotti di base con i «fiori di primavera» e con la tradizionale lavanda, lanciati più di due secoli fa quando William Yardley, fornitore di spade e speroni e fìbbie alla nobiltà, prestò al genero poche centinaia di sterline per salvare il suo malconcio saponificio. Merletti e lavanda non bastano ai liquidatori. Fabio Galvano "v«■.. . , ... ™ Xl. y ? 1 - ig- La McLaren M19 del 1972 firmata dalla Yardley
Luoghi citati: Inghilterra, Parigi, Roma
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