La Norvegia sull'orlo della crisi

La Norvegia sull'orlo della crisi La corona continua a perdere terreno nonostante gli alti tassi di interesse La Norvegia sull'orlo della crisi Scende il petrolio e l'economia fatica a reagire OSLO. Il calo dei prezzi del petrolio, una delle cause della crisi finanziaria che sta mettendo in ginocchio la Russia, fa sentire le sue ripercussioni anche su un altro grande produttore, la Norvegia. Con i tassi d'interesse ad oltre il 10%, i norvegesi si preoccupano per il mutuo della casa che aumenta e, mentre guardano stupiti alla corona che vacilla e alla Borsa che continua ad andare giù, scoprono che il petrolio non fa la felicità. La primavera era cominciata con una ventata di ottimismo, quasi tutte le categorie di lavoratori avevano ottenuto aumenti di stipendio annuali del 6%, i più alti dell'ultimo decennio. Ma l'ottimismo ora è scomparso e i norvegesi aspettano con timore l'inasprimento fiscale che si abbatterà su di loro ad ottobre quando il governo presenterà il bilancio per il '99. La Norvegia, poco più di 4 milioni di abitanti, è il secondo paese esportatore di petrolio nel mondo dopo l'Arabia Saudita e produce 3,2 milioni di barili di greggio al giorno. Secondo l'ufficio centrale di statistica, la famiglia media norvegese composta da 2,2 persone ha un'entrata lorda annuale di circa 60 milioni di Lire. Disoccupati ce ne sono pochi (il 4%) e di loro si occupa comunque lo stato. Dunque tutto bene, fino a che non si è manifestato quel fenomeno che gli esperti chiamano surriscaldamento dell'economia e contempora¬ neamente il prezzo del petrolio ha cominciato a scendere. E mentre l'oro nero arrivava ai prezzi più bassi dell'ultimo decennio, la Borsa - anche a causa della crisi asiatica prima e di quella russa poi perdeva punti e la corona scendeva. Per difenderla la banca centrale dall'inizio di agosto ha bruciato quasi due miliardi di corone (pari a 500 miliardi di Lire) e dall'inizio dell'anno i tassi di interesse sono stati aumentati per sette volte, l'ultima lunedì, facendo salire al 10% quello overnight. E così in pochi mesi la Norvegia si ritrova con i tassi più alti d'Europa, seconda solo alla Grecia. La situazione è tutt'altro che sotto controllo. Dall'inizio dell'anno la Borsa ha perso più del 27% e da ottobre la corona ha perso il 10% nei confronti del marco. Ieri ha toccato i minimi da due anni: per comperare un marco servivano più di 4,45 corone. Intanto il debole governo di minoranza centrista del democristiano Magne Kjel Bondevik e i socialdemocratici che da settembre sono all'opposizione si palleggiano la responsabilità della crisi. E c'è perfino un sottosegretario alle Finanze, Arne Synnes, che parla di «malattia italiana» della politica norvegese con i partiti di governo, dice, che mandando segnali contrastanti intaccano la fiducia nell'economia. [Ansa]

Persone citate: Arne Synnes, Magne Kjel Bondevik

Luoghi citati: Arabia Saudita, Europa, Grecia, Norvegia, Oslo, Russia