Settembre caldo per le imprese
Settembre caldo per le imprese Settembre caldo per le imprese Contratti da rifare, 50 mila posti a rischio ROMA. Anche se non ci fosse il leader della Cisl, D'Antoni, a surriscaldare il clima sindacale non perdendo occasione per rinnovare la proposta-minaccia di uno sciopero generale, l'autunno si preannuncia denso di tensioni sul fronte del lavoro e dei contratti. A completare questa miscela esplosiva si aggiungono a settembre, con la completa riapertura delle fabbriche dopo le ferie estive, le vertenze aziendali con il problema degli esuberi che interessa oltre 50 mila lavoratori «a rischio» nelle varie realtà. E per molti di loro le eccedenze sono già state dichiarate dalle aziende, ma le trattative per la loro gestione sono tuttora aperte e non sempre facili. Vediamo una mappa delle principali situazioni critiche, completata sulla base delle informazioni fornite dai sindacati di categoria. Italtel. L'azienda ha annunciato a luglio 4600 esuberi (1300 eccedenti e 3300 da inse¬ rire in aziende esterne) sui 14.000 dipendenti. La maggior parte (2000 su 3000 addetti) sono nell'area sistemi. La trattativa dovrebbe partire a settembre e il coordinamento Fiom, Firn, Uilm è previsto per il 10. Telecom. Il nuovo piano industriale sarà presentato il 24 settembre. Sono state smentite le voci di 20.000 esuberi in tre anni ma è probabile che il numero sia superiore ai 9000 annunciati nel piano precedente. Istallazioni telefoniche. Il settore è in grave crisi e gli esuberi potrebbero essere 15.000 nei prossimi 3 anni. Tra le situazioni più difficili i 1700 esuberi della Cosir (Ericsson) per i quali il ministro Bersani ha convocato le parti per l'8 settembre e l'Alcatel (1500 di troppo). Poste. Notizie di stampa parlano di una riduzione di 10.000 unità soprattutto attraverso il blocco dei contratti a termine (6628 nel 1997). Le eccedenze tra i lavoratori «fissi» dovrebbero raggiungere le 3000 unità. Bnl. Il piano industriale prevede 3300 esuberi su 19.000 dipendenti. I sindacati negano che ci sia un numero così elevato di eccedenze soprattutto una volta saltata la fusione con il Banconapoli e denunciano in molte sedi vuoti di organico. Credito Italiano. Gli esuberi dovrebbero essere 3000 e la discussione partirà a fine settembre. Nel sistema bancario si parla complessivamente di oltre 30.000 esuberi (circa il 10% degli addetti) ma i sindacati ricordano che negli ultimi due anni l'occupazione è già diminuita di 17.000 unità. Postalmarket. La Postalmarket ha deciso di chiudere dall'inizio dell'anno prossimo la sede italiana che occupa oltre 800 lavoratori. Treu a fine luglio ha proposto all'azienda il taglio dei costi per evitare la chiusura ma la trattativa ripartirà a settembre. Standa. I sindacati aspettano a giorni dai nuovi proprietari della Standa (Coin e Franchini) il piano industriale. Nei mesi scorsi erano circolate stime di 1200 esuberi sui 12.000 addetti del gruppo. Edilizia. Se il governo non riaprirà i cantieri annunciati entro ottobre saranno a rischio nel settore circa 2000 lavoratori. Sono tanti infatti gli addetti impiegati nelle opere pubbliche che saranno finite entro il mese. In particolare a fine settembre scade la cassa per 300 lavoratori Iritecna e 250 Impregilo. Porto Marghera. Restano a rischio i 5000 lavoratori dell'impianto petrolchimico di Porto Marghera per il quale lo scorso marzo era stata ordinata la chiusura da parte della magistratura. Ora lo stabilimento è riaperto ma resta alta la tensione con i «verdi» sull'inquinamento nella zone, [fr. bu.)
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