La rivolta si allarga

La rivolta si allarga La rivolta si allarga Ponza si appella al Tar UWwf: lo Stato s'imponga ROMA. Riserve no e poi no. A Portofino e Ponza continua la mobilitazione. Un ricorso al Tar e la convocazione di una seduta straordinaria del Consiglio provinciale, allargata ai rappresentanti parlamentari e regionali della provincia di Latina: sono le contromosse del sindaco di Ponza, Antonio Balzano. Un corteo di yacht, barche e gommoni nell'area protetta, sfidando la capitaneria di porto: è l'ultima iniziativa del sindaco di Portofino, Gianni Artioli. Neanche l'altro schieramento demorde: i pescatori della Legapesca, insieme con le associazioni ambientaliste - Wwf e Legambiente - hanno rilanciato un appello a favore del «mare protetto», mentre i Verdi definiscono le proteste dei primi cittadini «scandalose» e spiegano che i vincoli, quelli che hanno sconvolto le autorità liguri e laziali, «sono normali misure di civiltà europea che arrivano dopo decenni e decenni di abusi, di manomissioni, di sfregi, di inquinamenti». Di più. Il presidente del Wwf, Fulco Pratesi, invoca «il principio d'autorità dello Stato», che dovrebbe farsi sentire, una volta tanto: «Se è stato possibile istituire grandi parchi sulla terraferma, dove ci sono mille interessi in gioco, da quelli dei proprietari, a quelli dei cacciatori, dei campeggiatori, degli alpinisti e di tantissimi altri, non vedo come non si possano creare riserve in mare, che è un bene di proprietà dello Stato al 100%. Sia chiaro che non vogliamo una natura blindata, come ha ingiustamente sostenuto qualcuno, ma una natura razionalmente utilizzata a beneficio di tutti». Bisogna fare presto, sostengono gli scienziati. Come Attilio Rinaldi, direttore dell'Icram, l'istituto per la ricerca sul mare di Roma. «Non è retorica la nostra. Ma le riserve permettono di tutelare ecosistemi sempre più vulnerabili, quelli della fascia costiera - spiega -.E' nel tratto da 0 a 1000 metri, offeso da turismo, industrie e inquinamento, che si trova il massimo della biodiversità e in cui si sviluppano le catene alimentari del Mediterraneo». Basta un allarme per tutti, stilato dall'Unep, l'organismo per la tutela ambientale delle Nazioni Unite: gli 80 milioni di vacanzieri che premevano su spiagge, scogli, baie e golfi negli Anni 50 sono più che raddoppiati e nel 2025 arriveranno a 360 milioni, con una pressione insostenibile, se non governata. Ancora una volta i due partiti, pro-natura e pro-business, non si parlano. E per questo, la Federazione parchi e riserve naturali pensa a una soluzione. «Ponza e Portofino dimostrano che errore sia stato sopprimere un tavolo di dialogo tra le istituzioni a tutti i livelli come il vecchio Comitato nazionale delle aree protette. Se ne deve creare al più presto un nuovo, in grado di aprire un confronto permanente tra Stato, Regioni e Comuni», dice il presidente, Enzo Valbonesi. «Solo così si troveranno risposte caso per caso, a cominciare dalla gestione delle aree». E cita Ustica, unanimemente considerata un successo da manuale, che è riuscita a mettere d'accordo tutti, ecoturisti, popolazione locale, Verdi, imprenditori. No resta che darsi da fare per ripetere il miracolo. [g. bec.l

Persone citate: Antonio Balzano, Attilio Rinaldi, Enzo Valbonesi, Fulco Pratesi, Gianni Artioli, Verdi

Luoghi citati: Latina, Ponza, Portofino, Roma, Ustica