«Più permessi di lavoro per fermare i clandestini» di Maurizio Molinari
«Più permessi di lavoro per fermare i clandestini» Le richieste della Tunisia a Napolitano «Più permessi di lavoro per fermare i clandestini» Ora il ministro prepara il viaggio in Puglia Respinti in Adriatico 35 gommoni albanesi ROMA. Il rninistro dell'Interno, Giorgio Napolitano, è tornato ieri da una visita di venti ore in Tunisia durante la quale ha discusso la definizione della quota di immigrati legali che sarà assegnata al Paese nordafricano nel triennio 1998-2000. Il Viminale è chiamato a decidere sulle quote per singoli Paesi perché è iniminente il varo del decreto sui flussi migratori legali che dovrà elevare il tetto di 20 mila entrate già previsto per il 1998 - e oramai raggiunto - e definire i flussi anche per il 1999 ed il 2000, come prevede la nuova legge. Sul numero complessivo di lavoratori che saranno ammessi c'è il più fitto riserbo al Viminale, ma è chiaro che nella suddivisione delle quote saranno privilegiati quei Paesi con cui l'Italia ha già siglato accordi di riammissione: Albania, Marocco e Tunisia. «Abbiamo fatto presente a Napolitano - afferma una fonte tunisina - che il freno all'immigrazione illegale sarà maggiore quanto più numerosi saranno i permessi di lavoro concessi». Napolitano da parte sua ha osservato che «l'inserimento degli immigrati nel mercato del lavoro e la salvaguardia dei loro diritti civili e sociali» richiede come condizione preliminare «la fermezza» contro i clandestini. Il ministro dell'Interno nei colloqui con il collega Ah Chaouch era accompagnato dal capo di gabinetto Bruno Ferrante e dal capo della polizia Ferdinando Masone. L'incontro con Chaouch è servito per fare il punto sulla fornitura di mezzi di prevenzione - dalle motovedette ai mezzi di sorveglianza radar delle coste - inclusi nel decreto correttivo varato dal Consiglio dei ministri e ora all'esame delle Camere, che avranno l'ultima parola sull'ammontare di questi aiuti. Ieri mattina Napolitano ha incontrato anche il presidente Ben Ali, affermando poi che l'accordo di riammissione firmato il 6 agosto alla Farnesina «sta funzionando molto bene» perché «sono già entrate in vigore le procedure e i tempi per le identificazioni» dei clandestini da rimpatriare. Napolitano si è soffermato con Ben Ah anche sulle prospettive della collaborazione euromediterranea. Fonti italiane hanno smentito che il ministro abbia sollevato la questione della terza richiesta di estradizione per Craxi, su cui il governo attende da fine gennaio la risposta tunisina. Prima di ripartire il capo del Viminale ha incontrato la comunità italiana, incluso un gruppo di donne alle prese con gli ostacoli opposti dalla legge locale alla custodia dei figli in caso di divorzio. Napolitano prepara ora una missione in Puglia, il fronte più a rischio a causa dei profughi del Kosovo. Proprio ieri i guardacoste italiani e albanesi hanno respinto nel Canale d'Otranto 35 gommoni carichi di clandestini. Maurizio Molinari
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