Braccio di ferro sul caos-bagagli
Braccio di ferro sul caos-bagagli Fiumicino, l'azienda aeroportuale attacca, ma le società negano di aver colpe Braccio di ferro sul caos-bagagli «Le compagnie li consegnano con giorni di ritardo» ROMA. Aeroporto di Fiumicino: mentre i passeggeri aspettano per giorni l'arrivo della propria valigia, dopo la protesta dell'onorevole Raffaele Costa la società aeroportuale (che si occupa dello smistamento delle valigie) e le compagnie aeree (che spesso recapitano gli effetti personali con voli successivi a quelli dei proprietari) iniziano un duro braccio di ferro per scaricarsi a vicenda le responsabilità del disservizio. Martedì 25 agosto: il settore voli internazionali dell'aeroporto di Fiumicino è bloccato da un muro di valigie: circa 700. Secondo Costa, presente quel giorno allo scalo romano, sono ammassate una sull'altra, incostudite, come oggetti smarriti. E la caccia al bagaglio va avanti da più di due giorni. Attorno a un tavolo protestano più di cento persone. I passeggeri, poi, esasperati, abbandonano l'aeroporto senza i propri effetti personali. Fax, telefonate, gli impiegati di Fiumicino sono in difficoltà. E le valigie rimangono lì. Costa prende carta e penna e scrive al ministro dei Trasporti: «Caro Burlando, qui le operazioni di riconsegna sono impazzite, la situazione è incontrollabile, l'aeroporto è in tilt». Basta questo per far salire la tensione. Mentre il ministero decide per ora di non prendere provvedimenti, la società aeroportuale prima si difende: «Il 24, il 25 e il 26 agosto dalle diverse provenienze internazionali (Amsterdam, Parigi, Bruxelles, Madrid e Londra) i bagagli sono giunti a Fiumicino anche due giorni dopo i voli dei passeggeri a cui erano destinati». E poi attacca: «Spettava alle compagnie registrare ogni bagaglio, individuare i proprietari e informarli sulle modalità di riconsegna. Lo abbiamo fatto noi, con un'organizzazione supplementare, "collocando" e non "ammassando" le valigie». A Fiumicino il responsabile delle relazioni esterne lancia il guanto di sfida alle compagnie: «Noi abbiamo avuto un danno di immagine, ma la colpa è di altri». Mentre l'Alitalia smentisce ogni addebito («I bagagli vengono gestiti direttamente dalla compagnia e comunque le società aeroportuali sono pagate per adempiere proprio a questi compiti»), Air France e British Airways ammettono di «soffrire in questo periodo di gravi problemi disorganizzativi». Aerei che arrivano in ritardo, voli che aumentano a dismisura, valigie che viaggiano pericolosamente (in caso di perdita del bagaglio solo raramente l'assicurazione ricopre il valore del contenuto). Costa lancia l'allarme: «Ho visto una totale disorganizzazione. Sono state trattenute perfino cartelle mediche che dovevano essere recapitate urgentemente agli ospedali della capitale». Ora la situazione a Fiumicino si sta normalizzando - almeno così assicurano i responsabili - ma il deputato di Forza Italia per il futuro prefigura scenari apocalittici in previsione del Giubileo. Ig. lam.)
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