Lombardini, due ipotesi per il Csm

Lombardini, due ipotesi per il Csm Alcuni consiglieri spingono per l'archiviazione, altri vogliono approfondire l'operato di Caselli Lombardini, due ipotesi per il Csm Difficile una decisione unanime ROMA. Il Consiglio superiore della magistratura ha affrontato ieri il complesso affaire Lombardini. «La prima commissione si è riunita d'urgenza - recita il comunicato ufficiale - per esaminare la pratica aperta a seguito del decesso del dottor Luigi Lombardini. Dopo la relazione del presidente Salvatore Mazzamuto, la commissione, effettuato un primo esame della documentazione, ha deciso all'unanimità di aggiornarsi». Se ne riparla l'8 settembre. Quello che la nota ufficiale non racconta è il particolare curioso delle cuffie: i commissari non hanno potuto ascoltare le bobine dell'interrogatorio perché non c'erano abbastanza cuffie per tutti, né c'era un altoparlante che facesse ascoltare dal vivo la voce di Lombardini e dei pm palermitani che lo interrogavano. I commissari hanno potuto comunque leggere le relazioni del procuratore di Palermo Giancarlo Caselli e del procuratore generale di Cagliari Francesco Pintus. Hanno anche avuto la trascrizione dell'interrogatorio. Ma non sono entrati nel merito della discussione. Buona parte della giornata se n'è andata per questioni procedurali. Il consigliere Vietti (laico del Ccd) ha sollevato un problema di principio: non creiamo forse un precedente grave, se concediamo una sorta di «sigillo di ga- ranzia» preventivo alla procura di Palermo? In fondo, il Csm non registra nemmeno un esposto contro l'operato dei pm. Sono loro che hanno prevenuto tutti e si sono affrettati a mandare la documentazione a Roma. Risposta autorevole giunta dall'alto: guardi che abbiamo avuto un'indicazione dal presidente del Csm, ossia dal Quirinale, che la prima commissione è quella deputata alla tutela dei diritti del cittadino, ma anche dei diritti del magistrato. E' la commissione di garanzia per eccellenza. La discussione comunque andrà avanti nelle prossime settimane. E si vedrà se arriverà una decisione direttamente in commissione (tesi di alcuni consiglieri magistrati che spingono per un'archiviazione immediata) oppure se ci sarà una proposta al plenum (proposta del Polo che spinge per approfondire l'operato di Caselli). «Finora - dice il consigliere Serio, laico di Forza Italia - la relazione del presidente della commissione, Mazzamuto, non può definirsi con un solo aggettivo: è espositiva, ma anche problematica, qualche volta si espone in opinioni». Pare di capire che potrebbe esserci dibattito, non unanimità. I titolari dell'inchiesta, intan- to, a Palermo, procedono. Hanno sentito un imprenditore immobiliare di Cagliari, Mariano Pitzianti, che aveva vecchi conti in sospeso con Lombardini e con una sua ex fidanzata, Iosefine Gallistru. Secondo Pitzianti, scontrarsi con la donna significava essere perseguitati dal giudice. E ora i pm palermitani sospettano che potrebbe essere lei, Iosefine, ad aver accompagnato Lombardini al famoso appuntamento dell'aeroporto. La donna verrà sentita. L'inchiesta si sta allargando a macchia d'olio. Palermo acquisirà vecchie intercettazioni telefoniche relative ad altri sequestri dove sospetta l'intervento occulto di Lombardini e dei suoi «indiani». Non solo. Hanno assodato anche che l'assegno da un miliardo emesso da Niki Grauso a favore di Tito Melis era scoperto. E l'avvocato difensore di Grauso, Luigi Concas, già legale di Lombardini, protesta: il sequestro di alcune agende, nell'ufficio di un avvocato, è irregolare; alcuni atti sono inutilizzabili. [fra. gii.] La mancanza di cuffie ha impedito l'ascolto della registrazione dell'interrogatorio Secondo i magistrati di Palermo era scoperto l'assegno di Grauso dato al padre della donna rapita II procuratore di Palermo, Giancarlo Caselli: condusse l'interrogatorio di Lombardini insieme con quattro colleghi Sotto il magistrato cagliaritano morto suicida

Luoghi citati: Cagliari, Palermo, Roma