«America e Inghilterra, niente trappole»

«America e Inghilterra, niente trappole» Il leader in carrozzella parla alla Cnn. E chiede a Londra di estradare i «terroristi che ospita» «America e Inghilterra, niente trappole» Gheddafi prende tempo per consegnare i due di Lockerbie NEW YORK. Doccia fredda sugli entusiasmi per la soluzione della crisi scatenata dall'attentato di Lockerbie (Scozia 1988), in cui morirono 270 persone. Mentre tutti si attendevano dalla Libia l'impegno a consegnare i due presunti responsabili, Muhammar Gheddafi ha cambiato le carte sul tavolo diplomatico, chiedendo alla Lega araba, che ha subito accettato, di spingere per l'estradizione dei «terroristi di vari Paesi arabi ospitati in Gran Bretagna». Poco dopo il colonnello in persona, su una sedia a rotelle per una recente frattura al femore, è apparso sugli schermi della Cnn, dicendo di accettare il processo all'Aia e la consegna dei due. Ma ha chiesto garanzie sulla procedura giuridica, perché «non si tratta di frutta, ma di esseri umani» e, ha aggiunto, «se Usa e Gran Bretagna vogliono risolvere il problema, non ci devono essere né trappole né trucchi che ci rendano la soluzione inaccettabile». Dopo 7 anni Usa e Gran Bretagna hanno accettato di tenere all'Aia, in Olanda, il processo per la strage, ma la Libia ha risposto con un comunicato che, affermando l'intenzione di trattare «questa iniziativa in modo positivo», non contiene alcun impegno circa la consegna alle autorità olandesi dei due presunti responsabili della strage: Abdel Basset Ali al-Megrahi e Lamen Khalifa Fhimah. Nel comunicato Tripoli «si augura che i governi di Regno Unito e Stati Uniti siano seri nella loro volontà di regolare definitivamente questo problema (...). Il mondo intero potrà giudicare la sincerità del Regno Unito e degli Stati Uniti guardando se la preparazione del processo non sarà accompagnata da condizioni che po¬ trebbero impedirne lo svolgimento». Un'ambiguità che ha fatto infuriare gli anglo-americani. «Se i libici fossero seri, ci aspetteremmo di ricevere la notizia dal Segretario generale dell'Onu Kofi Annan che gli accusati sono stati trasportati in Olanda e consegnati alle autorità di quel Paese», ha detto James Foley, portavoce del Di¬ partimento di Stato Usa. E il ministro degli Esteri britannico Robin Cook ha chiesto a Gheddafi un'accettazione «chiara e incontrovertibile» delle condizioni, aggiungendo che «se i sospetti non saranno consegnati, resteranno in vigore le sanzioni» contro la Libia. «Trovo molto difficile imaginare come il colonnello Gheddafi potrà rifiutare in maniera onorevole un'offerta che egli stesso indica come quella che perseguiva - ha detto Cook -. Se la Libia coopera, non ci sono ragioni perché il processo non inizi il prossimo anno». Ma la partita sembra più complicata. E più lunga. L'avvocato libico dei sospettati, Ibrahim Legwell, ha detto che «solo il collegio dei difensori è in grado di decisere se accettare o meno» la proposta. E il difensore scozzese Alistair Duff ha aggiunto che il comunicato libico è solo «un'educata dichiarazione in perfetto stile arabo sulla possibilità che il processo si tenga in Olanda». [f. sq.)