Kohl zittisce Schaeubie; se vinco, sto fino al 2002
Kohl zittisce Schaeubie; se vinco, sto fino al 2002 Battibecco con il suo braccio destro e successore sulla possibile staffetta prima della fine del mandato Kohl zittisce Schaeubie; se vinco, sto fino al 2002 II Cancelliere a Berlino fischiato da centinaia di manifestanti BONN NOSTRO SERVIZIO Rincorso dalle voci e dalle domande, alla fine Helmut Kohl è dovuto uscire allo scoperto per assicurare che, se vincerà anche le elezioni di settembre, rimarrà in carica per i quattro anni del mandato. «Ho detto che mi presento per quattro anni, punto e basta», ha detto deciso il Cancelliere durante un'improvvisata conferenza stampa ieri a Berlino dove in serata ha tenuto davanti ad alcune migliaia di persone un comizio durante il quale è stato contestato a suon di fischi da qualche centinaio di manifestanti. «Ci sono abituato, sono i fischietti dalla confederazione sindacale "Dgt"», ha ininimizzato il Cancelliere tornando a denunciare come «scandaloso» l'appoggio apertamente dato dalla confederazione sindacale all'opposizione socialdemocratica. Ma a Berlino, dove faceva tappa per la prima volta da quando giorni or sono si è aperta la fase ufficiale della campagna elettorale, Kohl è stato costretto soprattutto a porre fine ad una ridda di illazioni sulla staffetta col suo braccio destro e successore designato Wolfgang Schaeubie. Un quotidiano berlinese aveva anzi accolto in città ieri mattina il Cancelliere cristiano-democratico (Cdu) dando per certo che Kohl e Schaeubie s'erano già intesi sulla data del passaggio dei poteri e che restava da decidere quando rendere pubblico l'accordo. Così quando durante la conferenza stampa un giornalista gli ha chiesto se poteva dare la sua parola agli elettori che in caso di vittoria sarebbe rimasto in carica fino al 2002, a Kohl non è rimasto che rispondere: «Se dico una cosa, io poi la faccio». Parole chiare ma contrastanti con certe dichiarazioni di Schaeubie, che mercoledì avevano dato la stura alle il¬ lazioni. In un'intervista ad un settimanale il braccio destro di Kohl aveva lasciato intendere che il Cancelliere poteva anche non arrivare fino in fondo al suo mandato: «Kohl ha detto che si candida per quattro anni, ma tutto sommato s'è lasciato un margine di manovra riguardo a quello che può accadere in questi quattro anni». Pronta la replica di Kohl: «Non ho intenzione di parlare di questioni riguardanti la successione nella prossima legislatura». Ma il Cancelliere ha anche confermato che, come va dicendo ormai da mesi, Schaeubie sarebbe la persona più adatta a succedergli. Ha però puntualizzato che vedrebbe benissimo il suo braccio destro guidare la Cdu nella contesa elettorale del 2002. E quando gli è stato chiesto se le dichiarazioni di Schaeubie rese nel bel mezzo della campagna elettorale andavano interpretate come un appoggio, il Cancelliere ha risposto che la do¬ manda andava posta allo stesso Schaeubie. Una gaffe da parte dell'uomo considerato uno dei più stretti collaboratori di Kohl, l'«eterno Cancelliere» che guida i cristianodemocratici da venticinque anni e il governo da 16? Oppure un gioco delle parti, per tranquillizzare quegli elettori che guardano con preoccupazione ai 68 anni di Kohl e all'abulia che, secondo gli avversari, ha caratterizzato gli ultimi mesi del Cancelliere? Gerhard Schroeder, campione dei socialdemocratici nella corsa alla Cancelleria e diretto avversario di Kohl, ha una sua risposta: il dibattito interno alla Cdu attorno al Cancelliere ha acquistato ormai connotazioni tragiche. E considerati i conflitti internazionali e la crisi occupazionale in patria, la questione non è più di rilevanza della sola Cdu ma dell'intera Germania. Alberto Gini
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