«Non cadrà il muro fra le generazioni»

«Non cadrà il muro fra le generazioni» «Non cadrà il muro fra le generazioni» Da Empoli: lo sciopero degli under 30? Impossibile INTERVISTA LA PROVOCAZIONE DI MARIO MONTI ROMA A ragione, ma è un'idea irrealizzabile, per molte ragioni». Il giovane scrittore Giuliano Da Empoli concorda solo in linea di principio con la provocazione del commissario europeo Mario Monti che, intervistato sulla proposta di sciopero generale del sindacalista Sergio D'Antoni, ha risposto che, se c'è uno sciopero giustificato, non è quello generale ma quello generazionale. Da Empoli due anni fa aveva sostenuto quasi la stessa cosa in un fortunato pamphlet. Cosa sosteneva esattamente nel suo libro? «Dicevo che le fasce giovanili, nonostante l'apparenza forte e vitale, soprattutto nel nostro Paese, sono in realtà le più deboli ed esposte. Sostenevo che il mito della giovinezza si fosse insomma ribaltato. E indicavo questa spaccatura come il nodo di oggi, che supera gli steccati fra destra e sinistra e dipende piuttosto dall'orizzonte temporale delle politiche». In che senso? «La discriminante è fra chi pensa soltanto a distribuire mance alle generazioni presenti e chi fa una politica di lungo periodo, di destra o di sinistra. Nel libro notavo che per varie ragioni, storiche, istituzionali, sociali, nel nostro Paese l'orizzonte temporale delle politiche è sempre stato molto breve. Il che succede un po' dovunque, perché nelle democrazie poi si vota, ma da noi questa tendenza è forse più marcata». Quindi Monti ha tutte le ragioni per invitare a uno sciopero generazionale? «In linea di principio sì. Ma Monti stesso non può non sapere che uno sciopero generazionale è impensabile». Perché? «In primo luogo perché i giovani sono dispersi. Un terzo di loro è disoccupato, c'è un milione di partite Iva, c'è qualche milione di lavoratori a termine di vario tipo e adesso ci sono anche i lavoratori interinali. Un mondo frammentato. Mentre lo sciopero generale nasce da un'organizzazione del lavoro tipica della società industriale. E nuove modalità di protesta sono tutte da inventare». Oggi a unificare ci pensano i media. «Fino a un certo punto. Qui mancano i luoghi. Non c'è la fabbrica dove ci si mette d'accordo. E poi, si fanno scioperare i disoccupati o gli autonomi con la partita Iva? Ci perdereb- bero soltanto loro». Sarebbe una grande manifestazione di giovani. «Potrebbe essere questo. Non uno sciopero. E poi, chi indirebbe un raduno del genere?». Di quali giovani parliamo poi, i ventenni, i trentenni? «Tutti quelli sotto i 40 sono penalizzati dalla riforma delle pensioni. Con la riforma Dini si è costruito un vero e proprio muro fra le generazioni. Chi aveva più di 18 anni di anzianità contributiva resta assoggettato al vecchio regime, gli altri viaggiano con le nuove regole. Ma ci sono altre ragioni per cui uno sciopero del genere è impossibile». Quali? «I giovani sono in qualche modo corrotti dalle tante piccole mance che vengono loro offerte. Nella società italiana non fanno una vita di privazioni. Anche se non lavorano, abitano coi genitori e in discoteca ci vanno lo stesso, i telefonini li hanno lo stesso, magari dal nonno che ha una pensione più generosa di quella che prenderanno loro. Non hanno la grande occasione di potersi inserire nel mondo del lavoro. Ma han¬ no le piccole occasioni, e queste bastano a non far montare la rabbia, fanno da amortizzatori». Corrotti, dice. C'è chi parla di generazione debole, invisibile. «Invisibile perché divisa, ma non tutta debole. Io credo che oggi per chi è bravo, ha una preparazione specifica e magari la voglia di andarsene un po' all'estero, le occasioni sono anche maggiori che nel passato perché il principio di anzianità è ormai saltato. Gli esempi non mancano. Certo per la massa le cose sono difficili. Ma questa divisione fa sì che non ci sia più un'identità forte e unitaria». Poveri giovani. I partiti punteranno mai su di loro? «E' difficile. Da un punto di vista tattico, a loro non conviene. Come elettorato, i giovani sono comunque meno numerosi, oltre che meno attenti ai propri interessi. E' triste dirlo, ma dal loro punto di vista i partiti fanno bene a trascurarli». Maria Grazia Bruzzone COSI' LA DISOCCUPAZIONE GIOVANILE NEL '97 15-24 FEMMINE MASCHI T0TALE ANN! TUTTE LE ETA' MeF ITALIA 33,5 16,8 9,5 12,3 CENTRO-NORD 22 11,4 5,1 7,6 MEZZOGIORNO 56,3 31 17,9 22,2 BELGIO 23 11,9 7,2 9,2 GERMANIA 10,3 10,6 9 9,7 SPAGNA 38,8 28,3 16 20,8 FRANCIA 29,1 14,4 10,7 12,4 IRLANDA 16,0 10,4 10,1 10,2 LUSSEMBURG0 9,9 5,2 2,7 3,7 PAESIBASSI 9,2 6,9 3,9 5,2 AUSTRIA 6,7 5,3 3,6 4,4 P0RT0GALL0 15,4 7,8 6 6,8 FINLANDIA 27,5 14,9 13,2 14 DANIMARCA 8,2 7,8 4,7 6,1 GRECIA 31 14,9 6,2 9,6 SVEZIA 20,9 9,7 10,6 10,2 REGNO UNITO 14,2 6 7,9 7,1

Persone citate: Dini, Giuliano Da Empoli, Maria Grazia Bruzzone, Mario Monti, Sergio D'antoni