Le Regioni: «l'urgente in riforma federalista»

Le Regioni: «l'urgente in riforma federalista» Formigoni, Badaloni e Galan sul dopo-Bicamerale Le Regioni: «l'urgente in riforma federalista» RIMINI. Le Regioni chiedono di «riprendere e portare a termine la riforma del federalismo». Parola di Roberto Formigoni (Lombardia), Piero Badaloni (Lazio) e Giancarlo Galan (Veneto) che al meeting di CI lanciano l'sos per il futuro del Paese. «Senza federalismo - dice Formigoni - l'Italia muore dal punto di vista aniministrativo e politico. Già oggi la si riesce a governare male. Lo statalismo soffocante porterà la società italiana ad esplodere. Vanno costruite le condizioni perché il discorso sulle riforme possa riprendere». Galan critica i risultati magri della Bicamerale e Badaloni si sofferma sull'elezione diretta del presidente della Regione con una soluzione maggioritaria; sul rafforzamento degli enti locali destinatari delle deleghe e sul decentramento fiscale. Per settembre annuncia l'organizzazione a Roma della conferenza metropolitana per definire ruoli e compiti di dette città. Non deve ingannare il decentramento previsto dalla legge Bassani- ni. «Non ha nulla a che vedere - dice Galan - con il federalismo. E' tutta un'altra cosa. Infatti, potremo avere il massimo del decentramento ma nessun federalismo. Essa obbliga a trasferire competenze dalle Regioni agli enti locali senza far sapere qual è la disponibilità finanziaria. Se a questi non concediamo anche i fondi necessari, probabilmente le Regioni trasferiranno agli enti locali debiti, che rifiuteranno». «Lo Stato non ce la fa più - dice Formigoni -: il Welfare così impostato costa troppo. Taglia lo sviluppo e la libertà. Quindi ripartiamo dal federalismo e dalla sussidiarietà». Una forte preoccupazione le Regioni la nutrono per la prossima Finanziaria. Temono tagli rilevanti ai loro bilanci e non dormono sonni tranquilli anche perché il Pil ha avuto una crescita inferiore alle previsioni. «Non vogliamo - concludono i tre - che lo Stato scarichi sulle Regioni i risparmi da attuare. Già, per quanto riguarda la sanità, continuano ad essere sottovalutati i costi». (Agii

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