Corsa sfrenata al bene duraturo
Corsa sfrenata al bene duraturo Corsa sfrenata al bene duraturo Mercati e negozi assediati per sbarazzarsi dei rubli REPORTAGE UN RAPTUS COLLETTIVO PMOSCA ACCHI, scatole, scatoloni. I mercati di Mosca ieri assomigliavano a città saccheggiate. Il bottino però non era stato conquistato da un'orda di barbari, ma da folle di moscoviti disperati, pronti a qualsiasi acquisto a qualsiasi prezzo pur di salvare i loro soldi. Televisori, lavatrici, telefonini, gioielli, ma anche sigarette, caffè e alcolici: i moscoviti comprano tutto quelle che può durare, tutto quello che in qualche modo può essere considerato un piccolo investimento. Mercoledì il rublo ha dimezzato il proprio valore, ieri i cambiavalute hanno cambiato più volte quotazione nel corso della giornata. I soldi che oggi sono sufficienti per comprarsi un'automobile, domani potrebbero bastare solo per una bicicletta. E così tutti si precipitano in una corsa contro il tempo, sperando a questo punto non di guadagnare, ma di nnnimizzare le perdite. Uscendo nelle vie della capi- tale russa la prima impressione era che c'era molta, troppa gente per le strade. Ouelli che avevano finora resistito al panico, si sono precipitati ieri a sbarazzarsi dei maledetti rubli che stanno diventando carta straccia con una velocità spaventosa. I primi a venire presi d'assalto sono stati i negozi che vendono beni costosi e di lunga durata: elettrodomestici, mobili, computer, telefonini. Ma l'incasso maggiore è stato nelle gioiellerie: l'oro rimane oro. La paura ha assalito quelli che possono comprarsi una collana di diamanti e quelli che non hanno i soldi nemmeno per un paio di scarpe nuove. Al mercato Kievskij, dove tutta Mosca viene a comprare le sigarette, ieri c'erano centinaia di persone pazientemente in coda, per comprare 10-20 stecche. Sui chioschi erano affissi dei cartelli che invitavano a chiedere i prezzi direttan.ente al commesso, il quale, a sua volta, si regolava in base a un foglietto che veniva sostituito ogni ora. Alla domanda quanto costeranno domani le sigarette occidentali, i venditori fanno una smorfia: «I nostri clienti si dovranno abituare a fumare quelle russe». Il crollo del rublo ha scatenato un panico cieco. E' la prima volta che la paura per la crisi abbandona la cerchia tutto sommato ristretta della borghesia e colpisce l'uomo della strada. In un'economia totalmente dollarizzata e dominata dai prodotti importati la caduta del ru¬ blo significa automaticamente l'aumento dei prezzi. Per chi ha entrate in rubli - impiegati, pensionati, insegnanti - è la rovina. Davanti alle vetrine dei negozi si vedevano donne e uomini vestiti modestamente che con¬ tavano i soldi in tasca e poi si allontanavano sconsolati. I risparmi messi da parte negli ultimi due-tre anni per la lavatrice o il forno a microonde dei loro sogni non bastano più. Ma c'erano anche quelli che hanno deciso di vendere la loro piccola riserva di dollari nella speranza di comprare a un prezzo favorevole prima che i negozi cambino i cartellini. Un calcolo rovinato però dai commercianti: verso mezzogiorno le porte dei negozi sono state sbarrate. Nel lussuoso centro commerciale sotterraneo sulla piazza del Maneggio - il simbolo della nuova Russia arricchita - una folla di potenziali clienti si dibatteva tra le boutique bussando inutilmente alle porte. Dietro le vetrine si vedevano manager con l'espressione preoccupata. Secondo uno di loro, «perdiamo di meno a chiudere piuttosto che a vendere a un prezzo che domani si rivelerà rovinoso». Molti grossisti per la stessa ragione hanno sospeso acquisti di alimentari all'estero. E verso sera sui mercati sono apparse le babushka che, secondo una vecchia tradizione risalente a tutte le guerre di questo secolo, hanno cominciato a fare scorta di sale, riso e sapone. [a. z.l Una donna davanti a una banca chiusa
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