GHEDDAFI TRA DUE FUOCHI di Igor Man
GHEDDAFI TRA DUE FUOCHI IL CASO LOCKERBIE GHEDDAFI TRA DUE FUOCHI N ON è un «sì» e nemmeno un «no» ma neanche un «ni». E' puramente e semplicemente un «sì arabo». Ciò detto sarebbe troppo facile, sinanco banale, parlare di ambiguità. Quello del comunicato emesso dal Comitato popolare per le relazioni con l'Estero eccetera, per intenderci: il ministero degli Esteri della jamahirija libica, è il classico discorso (arabo) su due livelli. Destinato, il primo, all'opinione pubblica interna: vale a dire libica in particolare, araba in generale. Destinato diremo ex aequo ai non arabi: in questo caso ai governi degli Stati Uniti e della Gran Bretagna, e più largamente all'opinione pubblica occidentale. Certo, in queste ore, l'eccellente ministro degli Esteri libico, il professor Muntasser, uomo di vasta cultura umanistica, buon conoscitore della cultura occidentale, si starà adoperando affinché i destinatari della risposta libica ne ricavino il senso, e ne comprendano lo stile. Noi proveremo a spiegare al lettore il senso della lunga nota libica, e il perché di quello che abbiamo più sopra definito il classico discorso (arabo) su due livelli. Per dirla secca, la difesa dei due presunti colpevoli, e teoricamente imputati, della infame strage detta di Lockerbie ha chiesto «i termini a difesa». Insomma, sia l'avvocato scozzese, Alistair Duff, sia il difensore libico Ibrahim Legvell hanno, occidentalmente parlando, detto che abbisognano del tempo necessario «a studiare gli atti», al fine di «favorire una corretta partecipazione al dibattimento, nel più assoluto rispetto dei fatti e dei diritti» dei propri assistiti. I quali han sempre smentito una «anche minima» partecipazione all'orrendo attentato. Igor Man CONTINUA A PAG. 11 PRIMA COLONNA
Persone citate: Alistair Duff, Gheddafi, Ibrahim Legvell, Muntasser
Luoghi citati: Gran Bretagna, Stati Uniti
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