Ecco il razzo atomico spaziale di Piero Bianucci

Ecco il razzo atomico spaziale Il Nobel Rubbia: possibile un motore superpotente e «pulito» Ecco il razzo atomico spaziale SI può fare un razzo mille volte più veloce di quelli che conosciamo: parola di Carlo Rubbia, premio Nobel per la fisica. Il segreto sta nel motore, che sfrutta non la banale energia chimica come finora è avvenuto, ma l'energia nucleare. Con questo motore i viaggi tipo «Star Trek», alla velocità della luce o quasi, uscirebbero dagli studi di Hollywood per diventare progetti della Nasa. Una gita Terra-Marte richiederebbe pochi giorni anziché un anno, e si arriverebbe alle stelle più vicine in qualche lustro anziché in svariati millenni. Così saremmo noi a cercare E.T. e non viceversa. Rubbia ha presentato la sua idea ieri in un affollato seminario al Cera di Ginevra. Il ragionamento è semplice. Nei razzi convenzionali il propellente rappresenta il 98 per cento del peso alla partenza. Colpa della sua scarsa resa. D'altra parte alla combustione non si può chiedere di più. Ma se l'energia si estrae dal nucleo degli atomi, il discorso cambia: basta una quantità di propellente mille volte inferiore. Ci avevano già pensato gli americani negli Anni 60 progettando il motore a razzo Nerva, ma poi avevano abbandonato tutto. Il problema è: come estrarre l'energia dai nuclei in modo utile, sicuro ed ecologico? Rubbia ha la soluzione. Una pellicola di Americio 242 spessa 3 millesimi di millimetro viene attivata da un flusso di protoni dentro un cilindro di carbonio; i neutroni emessi riscaldano un plasma ad altissima temperatura e infine un campo magnetico guida il plasma nella giusta direzione creando la spinta necessaria. Per scherzo, il fisico americano Frank Tipler ha calcolato che l'uomo non può spiccare un salto sulla Luna: non ci riuscirebbe neppure se fosse fatto tutto di grasso e lo trasformasse completamente in calorie, cioè in energia. Però dove non arriva il grasso può arrivare il cervello. Se è quello di Rubbia. Piero Bianucci

Persone citate: Carlo Rubbia, Frank Tipler, Rubbia

Luoghi citati: Ginevra, Hollywood