Pensione con scuse al morto per sbaglio
Pensione con scuse al morto per sbaglio Paradossale caso vicino a Catania Pensione con scuse al morto per sbaglio VIZZINI (CATANIA). «E' lei è morto da due anni; la pensione le è stata sospesa». Non credeva alle proprie orecchie Giovanni Zavattieri, 71 anni, emigrato, rientrato a Vizzini (Catania) dalla Germania dopo anni di duro lavoro: era morto e non lo sapeva, nessuno glielo aveva detto. Per uscire dalla storia Zavattieri ha dovuto presentare im certificato di esistenza in vita perché, per sua fortuna, almeno il Comune di Vizzini la pensa come lui: l'emigrato per l'amministrazione è vivo, anche se l'Inps aveva sospeso la pensione perché risultato morto il 4 aprile 1996. In realtà, secondo l'Inps, non c'è stato alcune errore, e la sospensione era cautelare: Zavattieri aveva lasciato la delega per il ritiro della propria pensione prima di allontanarsi dall'Italia ma, trascorsi di solito un paio d'anni, è prassi che l'Inps richieda al delegato di presentare un certificato di esistenza in vita del delegante. Ciò per evitare possibili riscossioni in seguito al decesso dell'interessato. Il delegante non ha però mai presentato il certificato richiesto e la pensione è stata dunque sospesa in via «cautelare» con la motivazione della presunta morte. Con il ritorno del sig. Zavattieri, assicura l'Inps, la pensione sarà rimessa in pagamento in tempi brevi e saranno naturalmente corrisposti all'interessato i relativi arretrati.
Persone citate: Giovanni Zavattieri, Zavattieri
Luoghi citati: Catania, Comune Di Vizzini, Germania, Italia, Vizzini
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