«Bonnie» mette in fuga anche la US-Navy

«Bonnie» mette in fuga anche la US-Navy La flotta con due portaerei lascia la base di Norfolk per rifugiarsi a Nord, 500 mila persone lasciano la zona flagellata da venti a cento chilometri l'ora «Bonnie» mette in fuga anche la US-Navy L'uragano si avvicina alle coste della North Carolina ovourHi *w> em «i< i rr\i r \ iggppg NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Sono scappati in 500.000, come l'intera popolazione di Firenze, per sfuggire all'uragano «Bonnie» che ieri stava per abbattersi sulla costa del North Carolina. Il suo preannuncio era stato dato da raffiche di vento da 100 chilometri all'ora e da onde alte almeno 30 metri che avevano investito nelle ultime 24 ore le «outer banks», una lunga, splendida barriera di isolette che racchiude come in una gigantesca corona i quasi cento chilometri della costa sull'Atlantico. Quando l'«occhio» dell'uragano arriverà le raffiche raggiungeranno i 150 e forse i 200 chilometri l'ora, una forza capace di scopercniare case, sradicare alberi, distruggere tutto ciò che trova sul suo cammino. «Bonnie» è un uragano molto anomalo, dicono gli esperti, ha un comportamento del tutto imprevedibile e nessuno era in grado, ieri, di dire dove avrebbe «colpito», cioè in quale punto della costa sarebbe penetrato nell'entroterra. Così, in mancanza di una previsione sicura, lo stato d'allarme è stato dichiarato praticamente in tutta la costa occidentale degli Stati Uniti, dal South Carolina al Massachusetts, anche se per il momento soltanto agli abitanti e ai turisti presenti sulla costa del South e North Carolina era stato dato il «suggerimento» di scappare. Alcuni di loro hanno deciso di non seguirlo, quel suggerimento, per «vedere che succede» e anche perché loro in fondo sono abituati a questi attacchi che arrivano dal mare. Fra gli ostinati a far finta di nulla, comunque, non c'è la Marina Militare, che ha dato ordine a tutte le navi presenti nella base di Norfolk, in Virginia, quindi almeno 150 chilometri a Nord del punto per il momento più pericoloso, di prendere il mare e di dirigersi ancora più a Nord per «schivare» l'uragano e soprattutto per non farsi cogliere dal suo possibile arrivo ormeggiate nel porto. Sono almeno una quarantina le navi partite e fra esse ci sono anche le portaerei «Enterprise» e «Roosevelt». Le «outer banks» sono spiagge molto popolari, il fenomeno che ogni estate avviene lì ricorda vagamente quello della costa romagnola in Italia, e così fra le persone costrette a scappare ci sono almeno 200.000 turisti che hanno visto trasformarsi in un incubo il loro progetto di tranquille e allegre giornate di mare. «I miei bambini sono arrabbiatissimi», diceva uno di loro venuto con la famiglia da Richmond, in Virginia, mentre si preparava alla partenza. «Non volevano saperne di andar via e ho dovuto promettere che passato l'uragano torneremo. Ma ho paura che questo posto fra 24 ore sarà ridotto a un cumulo di macerie». E non è l'unico problema. Immediatamente dopo «Bonnie» è previsto l'arrivo di un altro ura¬ gano che ha già un nome, «Danielle». Si è formato nell'Atlantico, si sta dirigendo verso la costa e gli esperti dicono che si prospetta forte almeno quanto questo, già considerato il peggiore nella storia degli Stati Uniti. «Bonnie», infatti, è stato classificato superiore per potenza perfino a «Andrew», quello che sette anni fa, più o meno nella stessa zona, fece danni di una portata mai vista nella pur lunga storia di disastri di questo tipo che quella regione è in grado di raccontare. In tutto il retroterra sono state requisite scuole, stadi, altri edifici pubblici per ospitare al meglio i rifugiati. «Questa volta non credo che si tratterà di una notte o due», diceva Debbie Shaw, la coordinatrice dell'operazione. I pochi che hanno deci¬ so di restare a loro rischio avranno anche qualche problema in più. Nella zona evacuata sono stati interrotti l'erogazione della corrente elettrica e il flusso dell'acqua corrente. Franco Pantarelli Requisite scuole e stadi per gli sfollati, mentre già si avvicina nell'Atlantico «Danielle» oourHi *w> ,em «i< i rr\i \ iggppg Un gruppo di sfollati ha trovato rifugio in una scuola di una città della North Carolina. Le persone che hanno abbandonato le loro case sono ormai oltre mezzo milione Gli abitanti di una cittadina della Virginia cercano di rinforzare la loro casa in previsione dell'arrivo dell'uragano Nella foto dal satellite l'avvicinarsi della tempesta alle coste orientali degli Stati Uniti

Persone citate: Debbie Shaw, Franco Pantarelli, Norfolk, Roosevelt