Prima casa, un bonus nella Finanziaria di R. R.

Prima casa, un bonus nella Finanziaria Ma Rifondazione attacca: troppi tagli, il governo parte male e i conti vanno rivisti Prima casa, un bonus nella Finanziaria Sgravi a chi vende ilproprio alloggio e ne compra un altro ROMA. Non sarà più pesante il fisco, almeno per quel che riguarda la cosiddetta «prima casa». Per portare la normativa fiscale italiana sul livello di tutto il mondo occidentale, a cominciare dagli Stati Uniti, il rninistero delle Finanze sta studiando agevolazioni e sgravi per chi acquista un appartamento non a scopo speculativo, ma per abitarci. Sgravi che dovrebbero riguardare soprattutto chi vende la propria «prima casa», per acquistarne un'altra: lo Stato italiano, contrariamente a quanto avviene in altri Paesi, applica la stessa imposta di registro e la stessa Iva che si applica per le normali transazioni immobiliari a scopo d'investimento. Si tratta ora di portare la percentuale di queste imposte allo stesso livello di quelle che si applicano per la prima casa. Lo scoglio, naturalmente, è quanto questi sgravi possano essere compatibili con il disavanzo pubblico. Né è ancora ben chiaro se un provvedimento di questo tipo possa essere introdotto già nella prossima manovra finanziaria, la quale, per la prima volta dopo lunghi anni, non è costituita solo di tagli, ma anche di spese. L'ipotesi di sgravio, comunque, non soddisfa la Confedilizia che la giudica «insufficiente» a far ripartire il settore delle costruzioni. A parte questa ipotetica ma importante novità, la finanziaria continua a far discutere, e ad animare le aspettative delle parti sociali, a suscitare consigli dei vari politici. Ieri mattina, tra le 8 e le 9, Prodi ha ricevuto nel suo studio Tiziano Treu. Fonti di governo hanno fatto sapere che nel corso dell'incontro il ministro per il Lavoro ha elencato gli interventi che potrebbero vedere la luce nel testo collegato alla finanziaria, a cominciare dall'Agenzia per il Sud. Negli intendimenti dì Treu si tratta di riordinare gli incentivi e le age votazioni per le imprese che in vestono e assumono manodope ra nel Mazzogiorno, di prowe dere al ricollocamento di chi ha in scadenza contratti per lavori socialmente utili, di rafforzare gli strumenti per la formazione, di istituire una nuova disciplina per il lavoratore-socio di cooperative. In Parlamento, infatti, ci sono vari disegni di legge che riguardano queste materie, e il Governo potrebbe accogliere «politicamente» i contenuti di alcuni di questi, a cominciare da quelli che mirano a far emergere il lavoro nero, fonte di evasione fiscale oltre che previdenziale. E, così, si accorcerebbero anche i tempi di attuazione dei provvedimenti. Che ci sarà «una svolta vera» nelle politiche del governo su sviluppo, lavoro e assistenza lo assicura anche il ministro della Solidarietà sociale Livia Turco, la quale ha annunciato in un'intervista al Mattino che la prossima finanziaria prevederà 600 miliardi in tre anni per l'assistenza agli anziani. Turco ha auspicato che le imprese, rispetto al nuovo patto sociale proposto da Ciampi, diano il loro contributo, creando nuovo lavoro, e allargando la base produttiva. A Rifondazione, il ministro Turco ricorda che «un conto è svolgere la funzione di pungolo, un'altra esercitare il potere d'interdizione». Ma già ieri, per conto di Bertinotti, parlava Paolo Ferrerò, responsabile per lo Stato sociale del partito: la finanziaria di Prodi «parte male», quelle di Ciampi sono «ricette liberiste», perché i tagli alla sanità e agli enti locali sono «insulti alla popolazione». E contraria a quei risparmi che la finanziaria prevede è anche la Cgil: Betty Leo¬ ne, segretario confederale con delega alla Sanità, consiglia piuttosto di «razionalizzare la spesa al fine di non farla crescere ulteriormente». Mentre i tagli a pensioni e sanità sono auspicati da Giorgio La Malfa, perché «incidere sulla spesa corrente è l'unico modo per preparare il futuro del Paese». I Popolari lanciano invece un'altolà: la sanità non si tocca, «la spesa nazionale in questo settore è già solo al 5 per cento del prodotto interno lordo» dice Giuseppe Fioroni. In tutto questo, è evidente che la finanziaria segnerà l'inizio del temuto autunno caldo, per l'ottima ragione che le politiche sociali sono il nervo scoperto nei rapporti interni alla maggioranza, oltre che un problema assai reale per il Paese. Ma a spegnere il fuoco ieri si è adoperato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Enrico Micheli. Ci sono «ampi margini» per evitare l'autunno caldo, ma «a condizione che la necessità di raggiungere obiettivi concreti prevalga sulle strumentalizzazioni politiche», [r. r.]

Luoghi citati: Rifondazione, Roma, Stati Uniti