« Metà cresta dei Monte Bianco è italiana »
« Metà cresta dei Monte Bianco è italiana » Risulta dai piani topografici annessi al Trattato del 24 marzo 1860 per la cessione di Nizza e Savoia « Metà cresta dei Monte Bianco è italiana » Le prove nell'Archivio di Stato: tra un mese le vedranno ifrancesi «Le sommet du Mont Blanc est francais!». A Parigi ne sono certi da sempre: la vetta del Monte Bianco, il «Tetto d'Europa», che dai suoi 4810 metri può guardare dall'alto in basso qualunque altra località del vecchio continente, non può che essere francese. La «Grandeur» d'Oltralpe non ha dubbi: tanto che le cartine dell'Institut Géographique Nalionale abbracciano nei loro conimi persino parte del rifugio «Turin». E sbagliano. Perché la frontiera passa sulla «cresta» del Bianco, spartendo la vetta in due versanti: francese e piemontese. «Les italiens» dell'«Istituto Geografico Militare» e cartografi appassionati quali Guido Marrese, Filippo Cigala Fulgosi, Pino Crespi, Laura e Giorgio Aliprandi, lo ripe tono da anni, ma finalmente i francesi hanno deciso di venire a vedere le «prove». Sono custodite a Torino, nell'archivio di Stato. Si tratta dei protocolli e piani topografici annessi al Trattato firmato il 24 marzo 1860 fra il Piemonte e la Francia per la cessione di Nizza e Savoia. E' a verbale anche la carta che indica «il tracciato della frontiera dal Monte Grapillon fino al Rocher del Chardonnet». Monte Bianco compreso. Parigi dovrebbe averne una copia, ma afferma che è andata per¬ duta durante l'ultimo conflitto mondiale. Così il mese prossimo una delegazione del ministero degli Esteri francese verrà a Torino per scoprir? che fu proprio Napoleone III a indicare il metodo per separare la Savoia dal Piemonte. Erano allora in discussione due alternative: dividere i paesi seguendo le divisioni amministrative dell'epoca, o lo spartiacque naturale. La prima opzione, adottata dai francesi nel 1797, quando invasero gli Stati Sabaudi, parve inopportuna alle relazioni di due potenze che nel 1860 erano «amiche». Perché avrebbe consegnato il passo del Moncenisio alla Francia, destando opposizione in Piemonte. Ne prese atto lo stesso Napoleone IH, che per dirimere la questione propose come confine «la linea dello spartiacque». Indicazione che venne recepita dall'articolo numero 1 del trattato finale. E' un atto condotto dopo pignole contrattazioni. Torino riuscì a conservare la sovranità sui «piani del Moncenisio appartenenenti al circondario della Moriana» e fece verbalizzare senza equivoci che la frontiera avrebbe seguito «la grande cresta delle Alpi e la linea di spartizione delle acque», salvo casi ben indicati. Fra i quali non compare il Monte Bianco. [m. lup.] All'Archivio di Stato c'è anche la carta che indica «il tracciato della frontiera dal Monte Grapillon fino al Rocher del Chardonnet», Monte Bianco compreso. Fu Napoleone III a fissare il metodo per separare la Savoia dal Piemonte
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