Corsia di sorpasso per i talenti

Corsia di sorpasso per i talenti Una delibera del Senato Accademico per scoprire e valorizzare i cervelloni Corsia di sorpasso per i talenti Politecnico a più velocità L'idea, in fondo, è semplice: si tratta di premiare i migliori. Accorgersi di quanti hanno particolari qualità, di chi prima o poi mostra di riuscire meglio degli altri, perché si impegna di più o è più intelligente, e riservare a questi studenti un trattamento particolare. Una specie di caccia al cervellone, di selezione di aspiranti-geni destinati a diventare, chissà, anche novelh Einstein. L'idea è contenuta in una delibera del senato accademico del Politecnico, che - grazie anche alla riforma dell'università varata da Berlinguer, per molti versi anticipata dall'ateneo, che consente maggiore autonomia - ha varato una pluralità di percorsi fortemente innovativi. Se da un lato l'ateneo è impegnato in un grosso disegno di ridistribuzione dei carichi didattici, con l'obiettivo di ridurre i tempi medi di preparazione degli esami e «sfornare» ingegneri che arrivino in 5 anni sul mercato del lavoro senza finire fuori corso, dall'altro lato l'università di corso Duca degli Abruzzi lavora a pieno ritmo sui profili d'eccellenza. Che l'ateneo sia tra i migliori d'Europa, si sa. Che tra i suoi docenti ci siano nomi «pesanti», anche: dal presidente dell'Accademia dei Lincei (il professor Vesentini) a un fisico di sommo prestigio come Mario Rasetti, a tre premi internazionali Italgas (l'ultimo è stato attribuito al professor Benedetto). E poi le relazioni internazionali: i circa 200 titoli bi-nazionali rilasciati agli studenti (che possono ottenere ad esempio contemporamente la laurea in ingegneria e il master dell'università dell'Illinois), ma anche, ad esempio, gli accordi con la Nasa, o la partecipazione in Eurecom e Cluster. Sul piano dell'eccellenza, l'ateneo guidato da Rodolfo Zich ha fatto negli ultimi mesi due nuovi passi cruciali. Da un lato, ha deciso di creare (prima in Italia) la «Scuola di dottorato di ateneo», trasversale alle facoltà (direttore sarà Mario Rasetti) per coordinare e valorizzare i progetti di ricerca, rendendoli anche più interdisciplinari e migliorando le possibilità di dialogo tra ricercatori ed aziende. Dall'altro lato, sono arrivati gli accordi con Motorola e Compagnia di San Paolo (che investirà nel progetto 42 miliardi) sulle «Ict», che condurrà alla creazione dell'Istituto superiore di tecnologia dell'informazione e delle telecomunicazioni, un centro di ricerca avanzata che coinvolgerà 600 studenti, mentre 150 saranno i ricercatori del «Poh» impegnati da Motorola (l'area sulla quale sorgerà l'Istituto è di 25 mila metri quadri nella zona del raddoppio). Da tutto questo, allora, l'esigenza sempre maggiore di «curare» gli studenti che presentano qualità superiori alla media. Oggi, se un ragazzo geniale attraversa l'università italiana, gli atenei rischiano paradossalmente di laurearlo con 110 e lode, ma di non «accorgersi», sostanzialmente, più di tanto di lui. L'idea, qui, è invece opposta. Il prorettore, Riccardo Rosceui, spiega che «per ora il senato accademico ha soltanto deliberato alcune linee-guida: ciò che è certo è che si tratterà di una gri- glia flessibile, dalla quale i ragazzi potranno entrare e uscire». Le modalità sono allo studio, insomma, ma è certo che non si tratterà di una corsia rigida, in cui «incanalare» i migliori dall'inizio: gli studenti che partono male nei primi anni di studi, potrebbero svelare più avanti grandi doti, e viceversa. Si pensa ad un numero più o meno costante di studenti, pari più o meno al 10% dei ragazzi, e ad un percorso simile a quelli tracciati dalla «Normale» di Pisa, che non rilascia titoli accademici di per sé, ma è un istituto superiore: a rilasciare i titoli, è sempre l'università di Pisa. A chi prima o dopo mostrerà di avere qualità particolari, così, il Politecnico promette un trattamento particolare. Per fare che cosa? Per affrontare sfide più difficili, partecipare a progetti di ricerca, aspirare ad una carriera da scienziati, o da super-manager, all'interno e all'esterno dell'ateneo. E naturalmente girare il mondo, anche se già oggi, un po' grazie al prestigio dell'ateneo e alle sue relazioni internazionali, im po' per il fatto che il mercato del lavoro continua ad aver fame di ingegneri, una buona parte dei laureati varca i confini nazionali (è partita ad esempio in questi giorni dalla Norvegia una «caccia» agli ingegneri laureati in corso Duca degli Abruzzi), per andarsi a piazzare tra i dirigenti di aziende straniere. Giovanna Favro Oggi negli atenei gli «Einstein» rischiano di passare inosservati Molte le nuove iniziative avviate dal Politecnico a fianco, il rettore Rodolfo Zich

Luoghi citati: Europa, Illinois, Italia, Norvegia, Pisa, San Paolo