Jolly blu, fumetto in musica

Jolly blu, fumetto in musica a Mestre L'8 settembre proiezione Jolly blu, fumetto in musica //film degli 883 debutta contro Venezia ROMA. Gli 883, dall'alto del loro solido primo posto nella classifica dei dischi più venduti in Italia che è riuscito a scalzare anche il predominio di Mina-Celentano, «sfidano» la Mostra del cinema di Venezia: l'8 settembre in contemporanea con il Festival, Max Pezzali presenterà in anteprima italiana il suo film d'esordio «Jolly Blu», attesissimo dai fans del gruppo. La proiezione si terrà al «Corso» di Mestre, 950 posti, in due orari diversi, alle 16 e alle 22. «Al Festival si parla di cinema e quindi ci sembrava giusto presentare "Jolly Blu" nella provincia di Venezia», dice Claudio Cecchetto nella veste di produttore. «Jolly Blu», diretto dal regista di videoclip Stefano Salvati e interpretato dal leader degli 883 Max Pezzali, si ispira a uno dei brani del primo album della band. Girato a Pieve di Cento, in Emilia Romagna, racconta la storia del proprietario di un bar che rischia lo sfratto; in suo aiuto si mobilitano i ragazzi che lo frequentano. «La storia - continua Cecchetto - è solo un pretesto per presentare le dodici canzoni che ci sono nel film. I dialoghi sono un modo per enfatizzare il brano, proprio come accadeva nei "musicarelli", i film musicali degli Anni Sessanta che avevano un clamoroso successo di pubblico: la gente andava al cinema come a un concerto. Direi che è una colonna sonora missata a un fumetto dell'Intrepido». Nel cast, un gruppo di attori esordienti e alcune partecipazioni straordinarie e amichevoli: Jovanotti, Saturnino, Sabrina Salerno, Alessia Merz e Natalia Estrada. Il film è stato girato a basso budget, circa un miliardo e mezzo di lire («ma non ho chiesto una lira allo Stato», spiega orgoglioso Cecchetto). Da qualche settimana Cecchetto ha lasciato il suo incarico di consulente artistico a RadioRai: «Ma non c'è stata rottura, solo che con i continui cambi di direttore non sanno bene cosa fare. Mi piacerebbe che RadioRai diventasse guida e mamma anche per le private, invece vedo che sono le private a guidare la corsa. A RadioRai c'è tanta confusione: l'ex direttore Gigotti l'ho visto sei mesi di cui tre non sapeva se sarebbe rimasto; e poi il 50 per cento delle persone che sono a RadioRai hanno cause di lavoro, spesso sacrosante, in corso con l'azienda: non è possibile lavorare così. C'è gente che ha voglia di lavorare ma non la mettono in condizione di farlo». Se sul futuro di RadioRai Cec¬ chetto ha molti dubbi, su quello dei programmi musicali televisivi in cantiere per la prossima stagione è ancora più scettico: «Rifanno "Discoring"? A parte la stima che ho per Pierluigi Diaco, che lo condurrà, spero che ripeschino una nuova formula; quando lo facevo io non c'erano le tv private ed era collocato all'interno di "Domenica in"; adesso mi pare un progetto fine a se stesso, solo per sfruttare il nome storico del programma che però per i ragazzi di oggi non ha alcun significato». E «Taratatà», il nuovo appuntamento musicale di Raiuno? «Ci credo poco: ci hanno messo dieci anni per decidersi ad imitare un programma che, peraltro, non mi pare abbia un format originalissimo e sicuramente è già vecchio. Come se in Francia rifacessero "Il musichiere"». Fra gli interpreti anche Jovanotti Cecchetto produttore: «Ho dovuto lasciare RadioRai, troppa confusione non si può lavorare» 998 Spettacoli a Mestre proiezione Max Pezzali degli 883 la storia del film è solo un pretesto per presentare le dodici canzoni

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